LGI - Russia

Tutte le discussioni sulla Russia, politica interna ed estera russa.

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    Sono dell'idea che la liberaldemocrazia integrale sia incompatibile con la piena sovranità. Tanto l'affermazione totale quanto la negazione totale dei principi liberaldemocratici infiacchisce le...
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La cruda realta`

Poi alla fin fine, quando dai principi, dalgli iideali, si passa alla cruda realta`, la vera legittimita` di un Capo si basa esclusivamente sull'obbedienza che gli riservano le forze armate, e il confine di una Nazione e` quello per cui il suo Popolo e` disposto a combattere e a morire per difenderlo.

E, all'opposto un Capo smette di essere tale quando il suo esercito non gli riconosce piu` alcuna autorita`, ed i confini di una Nazione smettono di essere tali quando il suo Popolo non e` piu` disposto a combattere e morire per difenderli.

Cosi` cadono i Capi, cosi` cadono le Nazioni.
 
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Interregno

In questo periodo di "interregno" agiscono pressoche` liberamente le forze variegate che stavano dietro a Biden (che di suo ora non decide nulla a parte graziare amici e parenti).

La parte di queste forze che non e` riuscita ad accordarsi con chi sta dietro a Trump (cioe` a vedersi tutelata nei propri interessi) usa questo periodo (interregno) per creare situazioni che provochino negli avversari degli USA (Russia e Cina) "reazioni abnormi" che di fatto condizionerebbero (anche contro la sua volonta`) i comportamenti del Presidente entrante, usando la logica della "faida": non posso non reagire per non perdere la faccia.

Un Presidente forte (cioe` che gode dell'appoggio e della fiducia della stragrande maggioranza della propria popolazione) puo` permettersi di incassare il colpo e non reagire, o reagire moderatamente.

Un Presidente che ha vinto con una maggioranza risicata (voti: 77 milioni per Trump contro 75 milioni per Harris) non ha l'appoggio e la fiducia della stragrande maggioranza della propria popolazione, e non puo` quindi permettersi di incassare il colpo se non vuol perdere la faccia.
Tanto piu` se non controlla la maggioranza dei massmedia.

In questo contesto reagire impulsivamente, emotivamente alle provocazioni senza considerarne le implicazioni significa fare il gioco delle forze perdenti negli USA, inficiando la possibilita` (non c'e` certezza) di possibili accordi e/o compromessi piu` vantaggiosi rispetto alla situazione attuale col nuovo Presidente.

Questo periodo di interregno finira` il 20 gennaio 2025.
 
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Iran, nucleare

Chi afferma che l'Iran dopo la caduta di Assad e l'indebolimento di Hezbollah sta pensando seriamente alla produzione di una propria arma nucleare, pecca secondo me di ingenuita`, quantomeno sui tempi.

Se la "fatwa" (ingiunzione giuridico-religiosa) che proibisce all'Iran di dotarsi di armi di distruzione di massa (tra cui l'atomica) e` rispettata non c'e` alcun sito che prepari armi nucleari da bombardare. Sarebbero come le "armi di distruzione di massa" di Saddam (inesistenti).
In tal caso, l'Iran starebbe negoziando con la Russia una qualche "copertura" attraverso un trattato di mutua assistenza (come e` per la Corea del Nord).

Se l'analisi della situazione degli ultimi anni (dopo la disdetta di Trump del maggio 2018 del trattato con l'Iran sul nucleare) fatta dai politici politico-religiosi iraniani ha portato alla conclusione che bisogna dotarsi di quest'arma per "sopravvivere", c'e` stato tutto il tempo per preparare "gli ingredienti" necessari, e forse anche di costruirla la bomba.

Fra Iran ed Israele (al momento) non ci sono confini comuni, quindi scontri diretti sono esclusi.
Sono possibili bombardamenti (aerei, missilistici) dove ambedue sono in grado di farsi molto male.

Assisteremo probabilmente ad azioni "calibrate" affinche` ognuno salvi la faccia con la propria popolazione.
 
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La Rete (2) seguito

Legenda:
UEE Unione Economica Euroasiatica
OCS Organizzazione Cooperazione Stangai
OTCS Organizzazione Trattato Sicurezza Collettiva
CSI Comunita Stati Indipendenti
US Unione Statale

Russia UEE BRICS OCS OTSC CSI US
Bielorussia UEE OCS OTCS CSI US
Kazakistan UEE OCS OTCS CSI
Armenia UEE OTCS CSI
Kirghizistan UEE OCS CSI
Brasile BRICS
India BRICS OCS
Cina BRICS OCS
Sudafrica BRICS
Egitto BRICS
Emirati Arabi Uniti BRICS
Etiopia BRICS
Iran BRICS OCS
Tagikistan OCS OTCS
Uzbekistan OCS CSI
Pakistan OCS
Azerbaijan CSI
Moldavia CSI
Tagikistan CSI
Turkmenistan CSI
 
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La "rete"

Dopo il crollo dell'Unione Sovietica la Russia (con la Cina) hanno cercato di creare unioni, associazioni, organizzazioni, comunita` che potessero riunire, collegare gli Stati precedentemente parte dell'URSS o ad essa amici.

Queste "realta`" sono variegate.
La base principale della collaborazione e` economica (cosa che ha aiutato molto la Russia dopo le pesanti sanzioni da parte dell'Occidente).
Per altre si associa l'obiettivo di una sicurezza comune.
Queste realta` si evolvono con diverse velocita` e sono oggetto di "attacchi" da parte degli USA per cercare di "portar via" quanti piu` membri possibili per indebolirle.

Comunque esistono, influenzano e condizionano l'azione dei loro partecipanti e costituiscono una rete che unisce questi Paesi alla Russia (e alla Cina).

Unione Economica Euroasiatica
Russia
, Bielorussia, Kazakistan, Armania, Kirghistan
Osservatori: Cuba, Uzbekistan
---------------------------------
BRICS+
Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Iran
Circa 20 altri Paesi hanno chiesto l'associazione.
--------------------
Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai
Cina
, Kazakistan, Kirghizistan, Russia, Tagikistan, Uzbekistan, India, Pakistan, Iran, Bielorussia
----------------------
Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva
Russia
, Armenia, Kazakistan, Tagikistan, Bielorussia
Osservatori: Serbia, Iran
------------------------
Comunita` degli Stati Indipendenti
Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Russia, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan
---------------------------
Unione Statale
Russia
, Bielorussia

Nessuna di queste organizzaioni ha un "capo" che comanda (a differenza della NATO e della UE).
Ha, come e` ovvio che sia, dei leader che influenzano e guidano.
 
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Forze di Pace

Le cosidette "Forze di Pace" europee, per le quali molti Paesi hanno dichiarato di voler dare il loro contributo, sono "Forze di Pace" solo se ambo i belligeranti le riconoscono tali.
E la Russia ha gia` dichiarato che non le riconoscera`.
In questo caso sono "Forze di Occupazione" e cobelligeranti a tutti gli effetti (pure per il Diritto Internazionale).

La realta` e` che queste "forze" hanno lo scopo, nel momento in cui il conflitto dovesse cessare ed i soldati ucraini tornassero nelle loro case dal fronte "un pelino incazzati", senza soldi, e dessero inizio ad inevitabili disordini, saccheggi, queste "Forze di Pace" servirebbero a "difendere" i cittadini "che non sono solo ucraini" (cioe` ungheresi, slovacchi, romeni...) occupando i territori ucraini occidentali tanto quanto ha fatto Israele in Siria dopo la caduta del Governo di Assad.

"Piatto ricco, mi ci ficco", dice un detto popolare, e del cadavere dell'Ucraina (fregandosene del suo Popolo e dei suoi bisogni), le "jene europee" (titolo da sempre tenuto dalla Polonia) vogliono cibarsi.

E cosi` si concludera` l'eroica storia dell'Ucraina "indipendente" distrutta dai suoi governanti corrotti, ingenui, traditori, genuflessi e stupidi e dalla maggioranza del suo Popolo che, pur avendo letto "Pinocchio" (nella versione in russo "Buratino" di A.N.Tolstoj) del Paese dei Balocchi non hanno compreso nulla.
 
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Affare fatto!

Semplificando il discorso degli USA all'Europa e` in questi termini:

- Tu, Europa, diventi il campo di battaglia del conflitto fra NATO e Russia. Guerre a casa mia non ne voglio
- Le armi che avevi le hai date all'Ucraina, quindi ti servono nuove armi secondo lo standard unificato NATO (cioe` USA)
- Io non te le regalo, te le vendo, e tu sei obbligato a comprarmele
- Quindi combatti al posto mio, mandi a morire i tuoi soldati al posto dei miei, e le armi che ti servono per difenderti le compri da me

E l'Europa cosa risponde? "Affare fatto!"

La UE di costituisce un fondo speciale di 500 miliardi di euro, destinato a “progetti di difesa e acquisto di armi”. Questo denaro dovrebbe essere raccolto attraverso l'emissione di obbligazioni e speso nei prossimi 10 anni. Tutto questo si aggiunge ai singoli bilanci militari dei Paesi dell'UE. Di che cosa si tratta?

Quindi, di quei 500 miliardi di euro, la maggior parte sarà inviata agli Stati Uniti come tributo all'UE per una sorta di servizio di sicurezza che la NATO presumibilmente fornisce.

Questo farà sicuramente comodo a Trump, poiché questi soldi andranno al complesso industriale militare statunitense, garantira` posti di lavoro e aumenti del PIL che saranno considerati come un suo merito.

E la chiamano ancora "Alleanza Atlantica".
 
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Sul ring

Se si accetta (o si e` costretti) a salire su di un ring per difendere il proprio titolo (o salvare la propria faccia) il fatto che si prenderanno dei pugni dovrebbe essere assodato. Tanto quanto che se ne daranno all'avversario.
E darsi dei pugni e` esattamente quello che ci si dovrebbe aspettare.
Questo per chi e` sul ring.

Per chi sta in platea a tifare per l'uno o per l'altro, ogni pugno che prendera` il nostro beniamino sara` un colpo al cuore, ogni pugno che lui piazzera` sull'avversario sara` un momento di giubilo.
Ma non sono loro a prendere o a dare quei pugni.

Le regole del gioco prevedono che non ci sia un arbitro, e che il risultato consista o nel decidere di smettere di combattere (perche` nessuno e` nella condizione di vincere), o che si vada avanti ad oltranza fino a che uno soccomba.

Il pubblico vive tutto cio` emozionalmente, passando dall'esaltazione alla depressione come su delle montagne russe.
Ma, ripeto, non e` lui che prende o da quei pugni.

I pugili questo "emozionalmente" non se lo possono permettere, e razionalmente mettono in pratica quella che considerano la strategia vincente.

La narrazione (che e` per il pubblico) si concentra sull'incontro, le sue fasi, i suoi alti e bassi, il tutto in modo molto colorito, intrigante, emotivamente coinvolgente, ma alla fine, per i pugili, contera` solo il risultato finale.
 
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L'altra faccia della medaglia

Visto che e` piu` serio parlare di probabilita` piu` che di possibilita`, le probabilita` che la Russia riesca a mantenere le sue basi in Siria sono meno del 50%.

La ragione e` molto semplice: quelle basi permettono alla Russia di mantenere la sua "zona di influenza" in Africa. Senza quelle basi tutto diventa estremamente difficile.
E "l'Occidente" ha tutto l'interesse a privare la Russia di questa opportunita`. La Francia poi in modo particolare visto quanto gli e` costata.

Non credo sia una cosa di domani, tra l'altro non e` ancora chiaro chi realmente comandera` in Siria e se la Siria sopravvivera` come Stato unitario (di certo non con gli attuali confini).

La carta Siria e` stata ben giocata e segna un punto importante per l'avversario,

L'altra carta, cioe` la "contaminazione islamica" dei Paesi in prevalenza turcofoni dell'area post-sovietica e` un'arma a doppio taglio.

Se da un lato ha potenzialmente una grande forza destabilizzatrice, dall'altro, come contrappeso, potrebbe giocare invece nella direzione di convincere i governanti di quei Paesi (se agiranno tempestivamente) a cercare proprio nella Russia chi potrebbe permettere loro di mantenere il proprio potere grazie al suo aiuto militare riuscendo a contrastare l'azione dei jihadisti.
Fifty-fifty.

Gli scenari possibili (molti dei quali probabili) sono molti e diversi e suscettibili di accordi (piu` o meno sottobanco), colpi di scena, colpi di Stato, conflitti militari aperti e cosi via.
Dubito che Trump voglia (o gli sia permesso) di rinunciare a queste ghiotte opportunita`.

Una ragione in piu` per Mosca di non accettare tregue, sospensioni "sine die" del conflitto in Ucraina senza giocare la carta di un confronto diretto con gli USA per provare a trovare un equilibrio che garantisca ad entrambi dei tornaconti significativi.

Se poi le cose per la Russia dovessero mettersi male, il conflitto militare in Europa diverrebbe una carta da giocare senza alcuna remora per provare a rompere il sodalizio Europa-USA.
Fino alla prossima tornata.

Ho tenuto volutamente fuori la Cina da questa riflessione, perche` puo` giocare un ruolo importante, per il quale molto dipendera` dalle azioni degli Stati Uniti nei suoi confronti e da quanto queste saranno "dolorose" e arroganti.
 
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Prime dichiarazioni

Tutto va sempre preso con beneficio di inventario perche` nulla e` ancora definitivo.
Si intravvede un rapporto "do ut des".

Anas al-Abda, presidente della Commissione per i negoziati siriani, uno dei capi dell'opposizione siriana:

"Penso che la Siria debba cercare di avere buone relazioni con la Russia in futuro, sulla base degli interessi reciproci del popolo russo e del popolo siriano, dello Stato russo e dello Stato siriano.

Ciò significa che nel definire le relazioni future, gli interessi reciproci dovrebbero essere messi al centro. Credo che questo sia molto importante per entrambi i nostri Paesi.

La Siria ha bisogno di tutto l'aiuto possibile nel Mondo.
Stiamo cercando di massimizzare il numero dei nostri amici e di ridurre al minimo quello dei nostri nemici; e la Russia è un attore molto importante nel mondo, sia a livello regionale che internazionale”.
 
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Guardando al dopo

Se distruggere la "Siria di Assad" e` stato un compito relativamente facile (tutti contro uno), ricostruire (nello specifico "uno Stato unitario") non lo e` altrettanto.

Dopo la vittoria sul nemico comune, viene loro meno la ragione per cui hanno combattuto assieme, e all'obiettivo comune si sostituiscono gli obiettivi di ognuno degli attori sul campo, che sono attori diversi fra loro per etnia, provenienza, sponsor, obiettivi, cultura, interessi...

In una realta` sostanzialmente "tribale" (medioevale) solo un dittatore carismatico con un chiaro progetto condivisibile dalla maggioranza dei "capi tribu`" puo` pensare/sperare di ricostruire "lo Stato unitario".
L'alternativa e` la frantumazione della Siria nelle sue varie componenti.

Li` si eserciteranno le pressioni (usando soldi, armi, bombardamenti, occupazioni...) dei Paesi che abitano i suoi confini e che guarderanno a come curare al meglio i propri interessi in funzione dei reali rapporti di forza.

Se poi si esce da queste "caselle" e si osserva la scacchiera nel suo insieme, allora potremo osservare le mosse dei veri giocatori: USA, Russia e Cina.
Ma per quelle serve piu` tempo perche` non dipendono solo dal Medio Oriente.
 
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Indipendenza alimentare

Un altro segnale che l'Europa si sta preparando all'ennesimo sacrificio in favore del "Mondo Anglosassone" sono gli accordi presi con i Paesi Sudamericani per le forniture alimentari: senza "indipendenza alimentare" non si va in guerra e questo scopo e` ancora piu` evidente nel momento in cui questi accordi vanno contro gli interessi degli agricoltori europei affossandoli.

Nella ricerca della sua "indipendenza" l'Europa diventa sempre piu` "dipendente" dall'oltre oceano per andare contro al suo naturale fornitore che potrebbe rifornirla in modo piu` sicuro e stabile via terra pacificamente.

sudamerica.PNG
I traditori non esistono solo in Siria..., ma molto spesso il destino e` poi identico.
 
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Sanzioni = Assedio

Le cosiddette "sanzioni" (quasi sempre illegali dal punto di vista del Diritto Internazionale) sono la versione moderna dell'assedio.
Cioe` chi e` dentro la fortezza va preso per fame. E poco importa se a soffrirne saranno soprattutto i civili (specie i piu` deboli): gli assedianti puntano proprio su quello.

La creazione di associazioni (come per esempio i BRICS+, ma non solo) dove i Paesi che vi partecipano fra di loro non applicano le sanzioni e` un primo passo (che non e` ancora quello definitivo) per togliere "l'assedio" dai Paesi amici.
Questo perche` sono ben pochi i Paesi autosufficienti sotto il profilo energetico ed alimentare, condizione indispensabile per la sopravvivenza in caso di "assedio".

Piu` queste "associazioni" si espandono sulla base di regole fondate sulla reciprocita`, piu` la possibilita` di resistere alle sanzioni (rendendole di fatto inefficaci) aumenta.

Quando a questo si potranno aggiungere trattati di mutua assistenza militare, allora il "non Occidente" avra` un nucleo sufficientemente forte da attrarre a se` indecisi, non schierati, insoddisfatti riducendo progressivamente il peso "dell'Occidente".

E` un processo in corso, ma la cui durata e` stimata in decenni salvo tracolli improvvisi ed imprevisti degli egemoni, e anche su questo bisogna lavorare.
 
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Iran

Si scorgono i primi mutamenti nella politica estera iraniana dopo la morte del Presidente Raisi e l'entrata in scena del Presidente Peseshkian considerato da subito un moderato e "aperto all'Occidente"

Con la caduta di Assad la strada che attraverso la Siria conduceva al Libano per rifornire Hezbollah e` ora chiusa.
Che sia chiusa anche perche` non serviva piu` in quanto l'Iran aveva abbandonato Hezbollah (in cambio di...) e` una possibilita` che spiegherebbe pure l'inazione in Siria, o viceversa e` tutto da stabilire.

Se fossi al Governo in Iran ora mi concentrerei sull'arma atomica, unica vera garanzia di sopravvivenza di questi tempi.
Come ottenere questo "ombrello" e` possibile in vari modi, a loro decidere quelli piu` opportuni.

Al momento Israele ha allargato la sua "fascia di sicurezza" in previsione di..., qui e` tutto da scoprire ancora, anche se nel breve termine e` comprensibile.
 
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Trump - Zelenskij

Le notizie che frequentemente si leggono nella stampa occidentale riguardo "le pressioni" che si stanno facendo su Zelenskij affinche` accetti di andare al negoziato e di "cedere" i territori persi sono semplicemente disinformazione che preparano il successivo cambio di narrazione.

- Zelenskij non decide nulla per la semplice ragione che la sua vita stessa dipende dalla volonta` degli USA per i quali lavora (sembra pure ben retribuito) come prestanome.

- Non puo` "cedere" territori che ha perso, puo` solo riconoscere di averli persi o no. Riconquistarli non e` nelle sue possibilita` e neanche in quelle degli USA.

- Finché non rimuove il suo decreto che proibisce per legge il negoziato qualsiasi accordo con la Russia non ha valore legale.

- Inoltre il suo ruolo di Presidente e` scaduto da tempo, quindi e` un Presidente illegittimo le cui decisioni non hanno alcun valore legale. Legittimamente (secondo la Costituzione ucraina) i suoi poteri ora appartengono al Presidente del Parlamento ucraino che, visto che preferisce vivere, ha detto di non volerli.

Se, oltre a fare il gradasso alla Wanna Marchi, Trump vuole seriamente negoziare deve rimuovere questi ostacoli.
Basterebbe che rimuovesse Zelenskij e applicasse i dettami della Costituzione ucraina per dare inizio a negoziati su di una base di legittimita`.
Dopo questo si puo` iniziare a discutere.
 
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Un altro punto di vista

Ci sono alcuni elementi che ci possono aiutare a comprendere quali sviluppi siano possibili e piu` probabili dopo il tracollo di Assad in Siria.

Quelli catastrofici sono gia` in prima pagina dei media e dei blogger "piu` schierati", per chi li ama ed e` fondamentalmente antirusso (se non russofobo) quelli bastano ed avanzano.
Altre informazioni vanno in un'altra direzione e ci offrono una prospettiva diversa.
Bene conoscerle entrambe.

1) La Russia ha da tempo instaurato un dialogo costruttivo con quasi tutte le correnti politiche del Medio Oriente, compresi i sunniti radicali che sono entrati a Damasco e i Talebani in Afganistan.

2) Abu Muhammad al-Julani, (il “jihadista progressista”, come lo ha definito la BBC) e` un personaggio "complesso" e da tenere sotto osservazione per gli sviluppi futuri.
Agente di Assad mandato a combattere a suo tempo in Iraq, dove fu catturato, torturato e divenne un jihadista. È stato rilasciato dopo dieci anni a condizione che tornasse in Siria e combattesse contro Assad.
La principale differenza della organizzazione che guida rispetto all'ISIS e ad Al-Qaeda, è il rifiuto della jihad globale e la sua idea di costruire una società “corretta” in un solo Paese
L'organizzazione che guida (HTS) ha di fatto governato Idlib fino ad ora, e molto positivamente tanto da ottenere il sostegno della popolazione. Anche nei territori controllati da Assad.
I suoi rapporti con la Russia sono sostanzialmente positivi.

3) Il Centro russo per la riconciliazione delle parti ha ripetutamente condotto difficili negoziati con i militanti per il loro ritiro da alcune città e sotto la sua garanzia i militanti si sono recati a Idlib. Nel corso degli anni sono stati stabiliti molti contatti ufficiali e non ufficiali con l'HTS in quanto forza che controlla/controllava de facto Idlib.

Il futuro e` ancora incerto, ma esistono i presupposti per trovare accordi e compromessi tali da permettere la continuazione dell'esistenza delle basi russe in Siria.

I prossimi mesi ci dimostreranno come le cosa andranno ad evolversi realmente.
 
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Siria

Quindi il potere di Assad e` finito.

Israele, Turchia, Iran e Russia ora cercheranno di agire sui propri "proxy" per trarre vantaggio.
Non tutti i "proxy" sono uguali ed ognuno degli attori "esterni" vorrebbe e teme allo stesso tempo qualcosa. Lo scenario libico e` molto probabile.

La Turchia non vuole uno Stato curdo al suo confine, Israele non vuole "certi" terroristi ai suoi confini, l'Iran idem, la Russia vorrebbe mantenere le sue basi militari sul Mediterraneo.
Negoziati, prove di forza, compromessi decideranno il futuro prossimo di questo Paese.

Nei tempi medio-lunghi molte cose cambieranno ancora.
Specie a causa di Israele che, se gli USA dovranno arretrare, dovra` cercarsi un altro sponsor e accettare molti compromessi.
 
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Caos controllati, cani impazziti...

Come si poteva facilmente immaginare, questo "periodo di mezzo" alla Casa Bianca permette tutto e di piu` potendo scaricare su altri le responsabilita` e tenere per se` i meriti.

Il "caos controllato" e` una delle strategie piu` amate dagli USA, tanto quanto quella del "cane impazzito" piace ad Israele.
Resta da vedere poi quanto realmente possano gli USA (ed Israele) controllare (e continuare a controllare) questo caos.

L'esercizio piu` utilizzato di questi tempi "di mezzo" e` quello del "e se succede che..." o "cosa succederebbe se...".
E qui lo spazio per l'immaginazione e` cosi` vasto che perdersi e` un attimo.

Anche per questo mi astengo il piu` possibile dall'esprimere opinioni, o a sostenere posizioni, a proposito si azioni e situazioni che troppo spesso hanno l'unico scopo di generare qui ed ora caos, confusione in attesa del momento piu` opportuno per agire (o dichiararsi) veramente.

Dopo il 20 gennaio 2025 (simbolicamente) mi aspetto azioni e reazioni piu` decifrabili per una analisi ed una presa di posizione.
 
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Intervista Karlson - Lavrov

L'intervista di Karlson a Lavrov e stata condotta tutta in inglese, e Lavrov ha risposto in inglese.
Questo significa, come si poteva gia` immaginare, che il pubblico a cui i messaggi erano diretti era il pubblico statunitense,

Di fatto si e' trattato di una esposizione dettagliata (supportata da date, luoghi, dati, nomi) della posizione russa nel conflitto con gli USA dal 2008 ad oggi, di come questa si sia evoluta nel tempo in risposta alla volonta` degli USA di non considerare gli interessi della Russia riguardo la sua sicurezza.

Non c'e` stato alcun contraddittorio, per cui lo scopo (da parte di Karlson e Musk ambo sostenitori di Trump) era dare voce a questa "campana" per creare il clima adatto nel pubblico statunitense a considerare "comprensibili" le aspettative russe. Primo passo per un cambio di atteggiamento.
Ora si tratta di vedere come Trump intende usare questo "clima".

Una cosa si puo` gia` prevedere: i cattivoni (nella mente del pubblico statunitense) ora non sono piu` tanto i russi "che avevano le loro ragioni", ma i cinesi.

Riuscire nel medio periodo a distanziare la Russia dalla Cina (ne` Putin ne Xi sono eterni) sara` uno degli obiettivi degli USA. Con le buone o con le cattive.
Se questo gli riuscira` sara` tutto da vedere.

La propaganda statunitense nel periodo prima dell'intervento USA a fianco con l'URSS contro la Germania per riorientare l'opinione pubblica di quel Paese, fino ad allora ferocemente anticomunista, ci ricorda che queste operazioni non sono poi cosi rare come si pensa.
 
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Caucaso

Per raccogliere le idee ed arrivare ad una qualche conclusione nelle cose che riguardano la politica (interna o internazionale) di un Paese e` d'obbligo riflettere su di una carta geografica.

- Conflitto Armenia - Azerbaijan.
a) Molto si e` parlato del Nagorno-Karabakh, enclave nel territorio azerbaigiano abitato da armeni dichiaratosi indipendente, ma non riconosciuto tale dall'Armenia (e neanche dalla Russia), oggetto di conflitti fra Armenia e Azerbaijan, e che l'Armenia ha riconosciuto (come suo ultimo atto) appartenente a tutti gli effetti all'Azerbaijan.
b) Poco si e` parlato in "Occidente" del Nakhicevan, enclave azerbaigiana (a tutti gli effetti) all'interno dell'Armenia. In discussione e` rimasto (dopo l'incauta cessione del Nagorno-Karabakh che non ha contemplato la soluzione di questo problema) un corridoio attraverso l'Armenia che colleghi l'Azerbaijan col suo territorio. uesto crea i presupposti di un futuro conflitto.

- Disordini (e al momento quasi un tentativo di colpo di Stato) in Georgia che nel 2008 ha avuto un conflitto militare con la Russia perdendo di fatto Ossezia del Sud ed Abkhasia.
Il Governo georgiano attuale ha una posizione "pragmatica" nei confronti della Russia (con la quale le relazioni diplomatiche sono state interrotte dal 2008) anche nella speranza di poter reintegrare le regioni perse (che sono filo-russe).
Una ulteriore area critica in Georgia e` la Regione autonoma di Adjara (molto filo-turca) che periodicamente "si ribella".

- l'Azerbaijan trattiene buoni rapporti con la Russia specialmente dovuti ai rapporti personali fra Putin e Alijev, ma anche (e soprattutto) con la Turchia con la quale condivide cultura e religione (e lingua).
I rapporti con l'Iran sono invece tesi.
L'Iran (nel conflitto per il Karabakh) si schiero` con l'Armenia, la Turchia con l'Azerbaijan.

Queste regioni (Georgia, Armenia e Azerbaijan) sono "la porta" che collega via terra la Russia con l'Iran, la Turchia, da cui poi Siria ed Irak, cioe` il Medio Oriente.

Ai confini di questa regione ci sono tre "soggetti regionali" importanti, ognuno dei quali interessato a mantenere, riconquistare la propria area di influenza: Russia, Turchia, Iran.

In questa scacchiera si sono 'intromessi" Paesi estranei alla regione, in particolare la Francia (e per estensione UE e USA) in Georgia (il cui Presidente in carica ha passaporto francese) e Armenia (che da Francia & C. e` stata convinta ad abbandonare il Nagorno-Karabakh assicurando il loro "sostegno militare" (via aria?), con la chiara intenzione di evitare qualsiasi normalizzazione delle relazioni fra questi Stati bloccando quindi l'accesso via terra al Medio Oriente interrompendo le vie di comunicazione e commerciali fra nord e sud, che stanno diventando sempre piu` importanti per la Russia in quanto alternative (per il suo sviluppo) a quelle est-ovest.

E` logico quindi che qui si concentrera` la pressione destabilizzatrice degli USA nei prossimi 4 anni.
caucaso.PNG
 
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