Rolling Stone fa un articolo sugli album amati dai "boomer" e snobbati dai "Millennial" e finalmente qualcuno del Mainstream, il cantante dei Tiromancino, sbotta: basta con questo mettere due generazioni l'una contro l'altra con questi termini. E ci va giù pesante parlando di "cesso maleodorante".
Lo scontro generazionale è una cosa normalissima e ne abbiamo tracce addirittura nel mito greco e nella sua cosmogonia, con Crono che scaccia il padre Urano per essere a sua volta scacciato dal figlio Zeus. Ma parliamo di scontri generazionali "spontanei" e salutari affinché il mondo vada avanti e che comunque, dopo il primo momento, non negano del tutto il passato ma lo vede come una radice da cui partire: mio padre ascoltava i Beatles, io preferivo i Queen ma mai mi sono sognato di ritenere i Beatles spazzatura. A sua volta mio padre ascoltava i Beatles quando mio nonno era appassionato d'opera. Ma abbiamo dischi di Verdi e Rossini in casa. Si avanza staccandosi dalle radici ma mai rinnegandole e arrivando alla sintesi.
La distinzione tra "boomer" e "millenial" non è spontanea: è un'operazione di ingegneria sociale. Un odio indotto dall'alto. Anche nei termini usati, coniati da esperti di comunicazione. È la neolingua di orwelliana memoria, fatta di termini di facile memorizzazione e privi di sfumature, come "novax" e "provax".
Il trovare motivi per dividere la gente e metterci gli uni contro gli altri è un'arma del potere: il "Divide et impera" usato per la prima volta da Filippo II di Macedonia contro le poleis greche. Ma in questa distinzione generazionale vanno trovate cause più profonde.
La prima è la distruzione del passato. Se prima vi era un distacco, a volte una rivolta ma mai un totale rinnegamento del passato, oggi lo si vuole distruggere: l'unico precedente simile lo si è visto nella lotta ai "vecchiumi" nella Cina di Mao (o anche in certe fesserie del futurismo italiano, rimaste però sulla carta). Addirittura qui si arriva all'odio verso una categoria di persone che hanno l'unico torto di essere nate prima.
Ma il termine spregiativo usato, "boomer", ha un senso profondo. Perché "boomer"?
I "boomer" sono le persone nate durante il Boom economico. Quando si "stava bene" ed essere ricchi grazie al proprio lavoro non era peccato.
Quei giovani che se la prendono con noi "boomer" (tecnicamente non lo sarei, ma di fatto rientro nella categoria) non sanno di essere vittime predestinate.
Inconsciamente odiano le generazioni del benessere. Invece di lottare per perseguire il proprio benessere che verrà loro levato dal potere, odiano i padri che hanno vissuto bene, sbagliando obiettivo. E il potere li sta addestrando ad odiare tutto di noi, anche i nostri film, la nostra musica, il nostro cibo, dicendo loro che è bello mangiare grilli e bacherozzi al posto della carne. La carne è l'alimento dei ricchi, gli insetti si mangiano durante le carestie.
Hanno preso una di loro, Greta Thunberg, e l'hanno usata per abituarli ad una vita di merda dando loro l'illusione di salvare il pianeta.
Questo sta dietro l'artificiale scontro tra "Boomer" e "Millenial". Ingegneria sociale. E chissà che l'odio verso la vecchiaia non sia un preparare psicologicamente all'eliminazione fisica degli anziani che non producono Pil e sono un peso. In Olanda comunque già c'è la kill pill per ultrasettantenni. E anche i Millenial diventeranno vecchi: d'altronde già c'è un'educazione alla morte perché "siamo troppi per il pianeta": anche il mantra della sovrappopolazione mira a farti morire però facendoti sentire un eroe. Mandare al macello una generazione con la guerra non attacca più in Occidente, va ancora di moda in Russia e Ucraina o nel Medio Oriente ma non da noi.
E per questo i "Millenial" dovrebbero darsi una svegliata da questa pericolosissima retorica, anche nel loro interesse. In questo noi "Boomer" almeno abbiamo ancora la capacità critica di fiutare la fregatura dietro qualsiasi cosa arrivi dal potere

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Andrea Sartori
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