italiano

My Threads

  1. Non è un paese per anarchici.

    Il 22 aprile 1897, l'anarchico Pietro Acciarito provò ad attentare alla vita dell'allora Re d'Italia Umberto I Savoia.
    Nei giorni successivi in tutto il paese si innescò una caccia al sovversivo: anarchici, repubblicani e socialisti.
    Il 27 aprile veniva arrestato Romeo Frezzi (indicato come anarchico, ma in realtà socialista) che non sarebbe più tornato a casa, perché ucciso dalla (in)giustizia di un paese liberale.
    Frezzi era stato arrestato perché aveva una...
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  2. SOLVE ET COAGULA

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    Solve et coagula
    (letteralmente :"sciogli e ricomponi") è un termine latino molto in voga tra gli alchimisti di qualche secolo fa. E questo termine sta a significare l'azione di dissolvere qualcosa per poi modellarne un'altra. Per esempio sarebbe come sciogliere una statua di cera raffigurante la Madonna per poi modellare, utilizzando la stessa cera, un'altra statua dalle fattezze diaboliche.


    Se noi ci pensiamo bene il concetto del solve et coagula è quella dinamica...
  3. In italia non è reato

    In America, l'evasione fiscale, è un reato penale, pesante. Infatti con questo, sotterfugio, incastratono, uno tra i più noti, e famosi mafiosi, Al Capone. Non riuscirono ad incastrarlo per mafia, ci riuscirono con l'evasione fiscale.
    Lo stesso, trucco lo volevano attuare con un famoso mafioso, italiano, ma stavolta, invece di usare, l'escamotage del fisco, hanno pensato bene, di usare, la prostituzione. Questa volta, sbagliando alla grande, perché nel nostro paese, ancora, trombare è...
  4. Nel terzo episodio del mio podcast "La grande imboscata" parleremo di Eurasia, Africa, Oceania, America e Artico (preferendo separarlo per via della distanza geografica e ecologica dagli altri). Cerchiamo di approfondire le ragioni di un così diverso percorso di sviluppo tra i vari contesti geostorici: l'estensione della fascia temperata euroasiatica giocò un ruolo? La disponibilità di molte specie animali addomesticate? Il possesso di alcune...
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  5. L'era della paralisi artistica e culturale (di Franco Marino)

    Non so se perché la mia infanzia e adolescenza non siano state particolarmente serene – e dunque il ricordo dei tempi passati non evoca la mitologica spensieratezza che molti vorrebbero tributargli – o per aver scoperto come quel tempo scavasse la fossa dove saremmo caduti e dunque dove siamo oggi, ma non sono un nostalgico. Alla domanda “Preferiresti tornare al passato?” la mia risposta sarebbe un sonoro “NO!”. E dire che di cose ne potrei rimpiangere molte. Le tante persone care che...
    "" l'energia di quella gioventù che a quarant'anni ormai suonati non c'è più."""Questo é il vostro problema che tu hai dichiarato nell'articolo, già a 20 o 30 anni si sentono vecchi, quindi creatività prossima allo 0. Credo sia dovuto al fatto che noi, prodotti postbellici siamo stati obbligati ad andare più lentamente. Bisognava avere 21 anni per andare a votare e non vedevi l'ora di immergerti nella politica. Andare a ballare era una negoziazione esasperante con i genitori. Il sesso...qualcosa di proibito e per questo eccitante e pauroso. La musica una novità continua ti faceva accaponare la pelle. Tu dici che il benessere spegne la creatività??? Ti sei chiesto perché?? EMOZIONI mancano i desideri che quando vengono soddisfatti, anche solo in parte, creano emozioni.
    .
     
    Per quando mi riguarda invece la nostalgia è un pungolo positivo per affrontare l'incerto futuro che ci attende. A livello personale tanti di noi possono avere buone ragioni per non rimpiangere il passato, ma sul versante collettivo non vi è alcun dubbio che l'Umanità era decisamente migliore appena mezzo secolo fa. C'erano sogni ed obbiettivi (la pace ed il dialogo fra le nazioni, la colonizzazione della Luna e la Conquista dello Spazio) e c'era persino ancora spazio per la Fede in Dio. Poi all'improvviso "qualcuno" ha spento la luce ed ha deciso che si vivesse tutti all'insegna della più totale incertezza e indeterminazione. Dall'11 Settembre 2001 in poi "qualcuno" ha deciso di farci precipitare tutti in un abisso di paura e sospetto, e che dovessimo distogliere il nostro sguardo dal Cielo. Perché?
     
  6. Il festival della propaganda (di Franco Marino)

    Forse per la prima volta nella storia, non ho seguito per niente Sanremo. Io che di questa rassegna non ne perdevo una, che so a memoria non solo chi ha vinto Sanremo e in che anno, ma anche le posizioni di alcuni cantanti in alcune determinate edizioni, ebbene quest'anno non ho ascoltato una canzone che fosse una. Le ragioni sono molteplici, principalmente legate al clima di insopportabile propaganda che lo contraddistingue e che vede sfilare, benedetto dal Presidente della Repubblica...
  7. Il gioco truccato del debito pubblico

    Disse una volta l'economista britannico John Maynard Keynes: “Se devi cento sterline alla banca, è un problema tuo. Ma se gliene devi un milione, è un problema della banca”.

    Avete sentito nominare il debito pubblico di recente? Perché la citazione di Keynes tornerà molto utile per smontare qualsiasi cosa ve ne abbiano detto. Personalmente, io ho sentito la Meloni giustificare la fine dello sconto sulle accise con un serafico: “Il debito sta diventando un problema”, o giù di lì. Che è poi...​
  8. Quando politici e divulgatori diventano capi ultrà

    Su certe cose mi hanno sempre ritenuto un cinico - io per la verità preferisco definirmi "realista" - eppure ce ne sono altre in cui non lo sono per niente. Per esempio, quando mi confronto con qualcuno, parto sempre dal presupposto che sia intellettualmente onesto, rispettoso delle mie opinioni, quand'anche non combacianti, e che la discussione si concluda con una stretta di mano e con la consapevolezza che il mondo sia bello perché vario. Invece, spesso, non è così. Molte discussioni...
    Articolo splendido. Hai centrato il punto. Non si riesce più a dialogare con chi non ha il tuo stesso pensiero. Oramai tra il popolo il pensiero o è nero o è bianco non si riesce più ad accettare il grigio anche nelle discussioni più banali.
     
    Noto che è così. Con alcune persone si riesce a dialogare, pur avendo opinioni differenti. Talvolta sono riuscita a convincerle io, a volte mi hanno convinto loro, ma sempre ragionando pacatamente. Poi ci sono gli oltranzisti, quelli che parlano per slogan e che neppure apportando prove si smuovono dal loro "credo" e che offendono senza motivo.
     
  9. Capire la Russia, capire Putin

    Ho la fortuna di fare un lavoro, quello di informatico, che, per come lo svolgo, si adatta alla mia indole variopinta e contraddittoria di uomo pigro e indolente al punto di voler saldamente rimanere ancorato alle proprie radici come una cozza sullo scoglio e pur tuttavia provvisto di grande curiosità, al punto di voler immergersi nelle culture altrui.
    Così, pur col sedere ancorato sulla mia poltrona, nel mio studio alla periferia orientale di Napoli, da remoto ho costruito un team di...
    A questo punto...non ti amo più...semplicemente..ti adoro..❤
    """:"Nessuno può insegnare al nostro popolo che società dovremmo costruire"""""
     

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    Giusto e molto bilanciato,
    legge anche nei pensieri, oltre a svolgere il suo variegato lavoro...
    Questa è una grande consolazione...
    Così, alcuni di noi, hanno avuto conferma e speranza di non essere troppo soli nel loro modo di vedere le cose che li circondano, e, soprattutto, di potersi sentire: "felicemente diversi"... 😉
    Grazie, Franco!
     
    I nostri " pensatori" che favoleggiano in tv, sono talmente scarsi che non tengono mai presente il contesto storico, o geografico. Gente che esporta un pensiero standard, pensando di poterlo applicare in ogni luogo, e in ogni epoca, giudicando senza conoscere...
     
  10. Sanremo

    Leggo post, che invitano a boicottare, Sanremo,per la presenza del comico dell'. est. A me sembra un esagerazione, poiché da Grillo a Fiorello di comici, il teatro ne ha vissuto le gesta. Quindi non è un problema di comici, secondo me, e nemmeno che gli ospiti siano tutti degni della festa dell'unità,il problema reale è che, la gara canora non ha ragione di esistere, da almeno trenta anni. Perché la qualità si è sempre abbassata, sempre di più. La musica quella con la emme maiuscola, non si...
  11. Sul vino cancerogeno e su altre scemenze del terrorismo sanitario (di...

    Non credo che capitasse solo a me, perché l'ho visto fare anche da altre mamme. Quando ero piccolo e passeggiavo per strada, se mi avvicinavo a qualcosa che potesse essere sporco e/o nocivo e/o pericoloso, mia madre certamente non è che mi spiegasse le proprietà malefiche di quel qualcosa, ma mi diceva sbrigativamente "Via di lì, è cacca, è cacca". Un bambino certamente non avrebbe capito dotte spiegazioni chimiche, ma di fronte alla parola "cacca", avrebbe capito al volo che era...
    Perfetto. Centrato il problema. Esiste la volontà di privarci del cibo che, per storia e tradizione, ci identifica come popolo e origini. Vale non solo per l'Italia. Vale per tutte le realtà locali del globo. Il vino è uno dei tanti 'alimenti' da sostituire con merda targata coca cola o sprite. Ma i francesi, per esempio, si faranno pisciare in testa dal comitato di Davos/Ue? (Comitato, composto dai soci miliardari noti, che sicuramente avranno fornitissime cantine con bottiglie di alto pregio da stappare alla faccia nostra).
     
  12. La Juventus e la solita storia del capro espiatorio (di Franco Marino)

    Il titolo potrebbe dare l'idea di parlare della vicenda della penalizzazione della Juve, invece non è questo o perlomeno non solo. A questo aspetto dedicherò un paio di righe, anche perché non ho alcuna intenzione di infilarmi nel ginepraio dove ruzzolano il vittimismo juventino e il lamentelismo dei discorsi da bettola come "laiuverubba", dove imperano il garantismo peloso dei teorici del "tutti colpevole e dunque nessuno innocente" e il giustizialismo dei fan di una giustizia...
    Il finto moralismo è il male del calcio e della politica tutta per cambiare affinché nulla cambi. Pregevole analisi come poche scritte in rete o nei giornali, complimenti per me è sempre un gran piacere leggerti
     
    da notare che, soprattutto alcuni giornaloni, di un gruppo facente capo alla medesima proprietà della Juventus, facciano da anni anni una campagna stampa contro questa squadra.
    Perché? Cui prodest?
     
    Sono d'accordo solo in parte a questo articolo perché è evidente che chiunque parli di fallimento dell’intero sistema calcio italiano sia in totale e palese malafede.
    Il fallimento, qui, è tutto e soltanto della juventus intera e della sua orbita: dai dirigenti - i quali in ragione di quel malsano mantra del “vincere è l’unica cosa che conta” sono stati capaci di macchiarsi dei più beceri reati e delle più becere frodi sportive - ai giocatori - sempre troppo smemorati e ignari del fatto che la falsa testimonianza sia un reato di estrema gravità - sino ai tifosi, talebani per eccellenza incapaci di ammettere scempi, nefandezze e illeciti sportivi e financo penali.
     
  13. Don Matteo

    Gli Einstein di tutti giorni del giornalismo italiano cominciano a fare luce sui misteri di Matteo Messina Denaro. Lo spettatore avvezzo all'interminabile Beautiful che è la narrativa inerente Cosa Nostra immagina i nomi dei mandanti delle stragi, il rinvenimento dell'agenda rossa di Borsellino e chissà quanti altri arcana imperii. Macché! Il poveretto si ritrova davanti la monografia di un comune dongiovanni di provincia che prende il caffè al bar, usa il Viagra, si fa i selfie con il...
  14. Lo Stato-Mafia

    Quello del titolo non è un derby, anzi. Né un riferimento all'abusata trattativa, quella che tanto ha fatto arrabbiare il cosiddetto presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. È proprio un'entità unica, il cui trattino è più un trait d'union, alla francese, che un elemento divisorio. Anche perché, ormai, gli stessi vertici delle due organizzazioni farebbero molta fatica a individuare dove finisce l'uno e inizia l'altra.

    Non ho intenzione di tornare sul merito del cosiddetto...​
  15. Lo Stato e la mafia

    La grande presa in giro della cattura di Matteo Messina Denaro dopo trent'anni di latitanza non inganna più nessuno. Che tra la mafia e lo Stato italiano vi siano legami è quantomeno ovvio. Sappiamo tutti che Napolitano distrusse intercettazioni compromettenti. Tutti sanno chi sono i veri mandanti delle stragi di Capaci e Via D'Amelio e le lacrime di coccodrillo versate sulle tombe degli eroi non ingannano più nessuno e tutti possono ora trovare sul web testimonianze di tutta la merda...
  16. L'Esame

    Professore di Filosofia: Parliamo di Carl Schmitt, Teoria del partigiano.

    Salvini: Guardi, sul parmigiano sono preparatissimo. Mio zio a Viggiù gestisce un caseificio che sforna certe forme di Reggiano a stagionatura lenta, ideale per condire le trofie al pesto e la pasta al forno…

    Professore di Filosofia: Ehm… cedo la parola alla collega di letteratura giapponese.

    Professoressa di letteratura giapponese: Arigato, signor Salvini.

    Salvini...
  17. L'orrendo tifo bellico degli italiani

    Ieri sera ho cenato assieme ai miei cugini americani. Pur repubblicani trumpiani, considerano Putin come un uomo da abbattere: inoltre uno dei figli è colonnello dei Marines. C'era anche mia moglie che, pur essendo antiputiniana è comunque russa e non fa sconti nemmeno al banderismo ucraino. Eppure è stata una cena piacevole e la moglie russa preferisce la compagnia della parte americana della mia famiglia a quella italiana.
    Perché?
    Perché pur avendo idee politiche precise non si scade nel...
    Comprendo il tuo discorso ma fino ad un certo punto.
    Messi alla stretta tra la sopravvivenza del proprio e quella del nemico, bisogna scegliere la morte del nemico.
    Le guerre sono atroci anche e soprattutto per questo.
     
    Mio cognato è ucraino. Ma di Dnipro, madrelingua russa. Grazie alle mie insistenze, sono riusciti ad abbandonare il paese la sera del 23/02 scorso. Lui non aveva comunque nessuna intenzione di farsi ammazzare per il governo-fantoccio di Zelensky. Inizialmente simpatizzavano coi russi, ma il protrarsi delle distruzioni hanno amareggiato sia lui che mia sorella. Ieri il missile che è caduto su Dnipro ha colpito il palazzo dove abitano i genitori. Per loro fortuna il complesso è così grande (ci starebbe dentro un campo da calcio) che l'appartamento dei suoi genitori è rimasto intatto. Io, da filorusso, sono fortemente critico del modo in cui è stato condotta tutta l'azione da aprile in poi, e sinceramente avrei apprezzato di più una campagna più decisa che spazzasse via Zelensky subito. Ora stanno semplicemente radendo al suolo un paese, esattamente come hanno lasciato il Donbass esposto al terrorismo ucraino per otto anni. È chiaro che delle vite umane non fanno gran conto, da una parte e dall'altra, ma rimango dell'idea, pur con mille mal di pancia, che la vittoria russa sarebbe l'unica salvezza per tutti, ucraini, europei e nel mondo. L'Occidente è marcio sino al midollo, e non si può sperare che vinca l'agenda Soros. Sarebbe semplicemente l'azzeramento dell'umanità. Con tutto che cinesi, iraniani e indiani e tutti gli altri preferirebbero comunque una guerra atomica.
     
  18. Dante e il "pensiero di destra italiano"

    Il ministro Sangiuliano rivendica Dante come "nostrissimo": lo definisce come il "fondatore del pensiero di destra italiano". A sinistra hanno Dario Fo? Tié li freghiamo. Rivendichiamo Dante.
    Ora, questa è un'operazione simile a quella fatta su Tolkien che per anni fu rivendicato dalla destra quando non direttamente dal neofascismo, pur essendo Tolkien assolutamente antifascista (cattolico, conservatore, si definiva "anarchico o per la monarchia" e mandò a cagare l'editore tedesco quando gli...
  19. Il teatrino bipolarista al suo meglio. Intanto il paese affonda.
    Al congresso Cgil applausi per l'inno sovietico.
    Sangiuliano: "Dante è il fondatore del pensiero di destra italiano". (Può darsi, ma non avrebbe mai ciucciato piselli circoncisi da mane a sera)
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  20. Dona Flor e i suoi due presidenti

    Il primo evento relativo all'America Latina di cui ho buona memoria è il tentato golpe dei cosiddetti Carapintadas del dicembre del 1990, in Argentina. Le “Facce Dipinte” cercarono di assaltare e prendere alcuni edifici governativi, ma incontrarono la resistenza del resto dell'esercito, ed essendo appena qualche unità ribelle vennero ridotti in brevissimo tempo all'impotenza. Scoprii molto più tardi che quello era solo il quarto ed ultimo alzamiento di cui questo gruppo di...​
    "La fazione militare più forte di un determinato territorio". Che poi non è definizione mia ma di Lenin. Kissinger ne fornisce una simile: il gruppo militare che esce vittorioso da un conflitto con altri gruppi. Che è praticamente la stessa cosa.
     
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