Una delle massime più brillanti sulla follia l'ho sentita da Einstein: follia è la pretesa di fare la stessa cosa, ottenendo risultati diversi. Se prendiamo per buono questo principio, non finiremo più di incontrare matti ad ogni metro di passeggio. Folli sono, per esempio, i giocatori d'azzardo, i quali nel miraggio di arricchirsi, cercano di indovinare consecutivamente tanti eventi sportivi, per inevitabilmente rovinarsi e tuttavia continuare imperterriti. Ma folli possono essere anche gruppi di persone che conseguono risultati importantissimi per poi inciampare su cose dove perdono completamente la brocca.
Il Partito Democratico è tantissime cose ma non un partito di stupidi, viceversa non avrebbe governato per tanti anni il paese, raccogliendo milioni di voti. Ma proprio come Nietzsche creò autentici capolavori prima di impazzire definitivamente dopo aver visto un cavallo preso a frustate (anche se l'aneddoto pare leggendario) analogamente anche un gruppo umano, dal passato gloriosissimo, può perdere la testa e iniziare a scantonare. Se, infatti, dopo una batosta elettorale, dopo aver perso milioni di voti, il posto di Enrico Letta - che nel suo partito ha fatto più danni della grandine - viene ereditato da Elly Schlein, qui non siamo nemmeno più all'incapacità della dirigenza ma all'apoteosi, all'epitome della follia pura. Si è giustamente detto che Letta ha inchiodato il PD nel settarismo e che bisognasse condurre una campagna meno dogmaticamente ostile alle ragioni della controparte e invece ecco la Schlein ovvero l'ideale per fare incazzare chi, non necessariamente ostile al PD, è stato talmente nauseato dalla campagna elettorale di Letta, da dirigersi altrove: italiana solo di nazionalità (in realtà è di origini miste svizzere, ucraine e americane) collaboratrice di Obama, ebrea, lesbica, dall'immagine volutamente antifemminile (pur essendo tutt'altro che brutta) e naturalmente, chettelodicoaffà, non appena apre bocca travolge l'interlocutore con l'archetipico campionario di slogan che caratterizzano l'elettore arcobalenato di oggi. Nessuna di queste caratteristiche di per sé è un difetto ma messe insieme sembrano voler dire agli avversari "Noi siamo esattamente quel che odiate, dunque non votateci". Domanda: è razionale che un gruppo politico, reduce da una partita persa proprio per colpa di una campagna elettorale così violenta, insista su questa strada proponendo un candidato divisivo? No, non lo è. E' folle esattamente nel senso einsteiniano del termine. Significa proseguire nella follia di fare la stessa cosa aspettandosi risultati diversi. Nelle democrazie - andrebbe spiegato agli amici del PD - si vince se si convince l'avversario. E' vero che il PD è custode di una lunghissima storia di delegittimazione dell'avversario politico, appellato a seconda delle bisogne come fascista, stupido, cretino, mafioso e quant'altro. Ma dopo un'ennesima sconfitta, dopo aver perso l'ennesima milionata di voti, una dirigenza razionale, se vede che percorrendo una strada va dritta nel burrone, non si accontenta di cambiare compagno di viaggio, cambia strada. A Botteghe Oscure sembrano non capire che quando si perdono le elezioni, il punto non è quanto si sia stati in grado di rappresentare uno specifico bacino d'utenza, ma come ottenere consensi presso quelle persone che hanno votato il centrodestra oppure non hanno votato proprio.
Ma forse è proprio questo il problema. Al PD, non avendo più nulla da dire e da dare, non resta che sbandierare temi non del tutto privi di senso, ma sicuramente non prioritari in un paese atteso dalla più grave e devastante crisi economica, finanziaria e sociale della sua storia repubblicana. Posto che non si capisce davvero come si possa sbandierare il tema del femminismo in un paese che ha un presidente del consiglio donna, e definire omofobo e razzista un paese dove basta una parola fuori posto per essere costretti alle dimissioni, un partito di sinistra serio, saggio, questi temi non li mette al primo posto della propria agenda, ma al terzo o al quarto. Al punto più alto del podio dovrebbero esserci i dissanguati dalle bollette folli che o sono andati a destra o si sono astenuti, magari in attesa di violente palingenesi.
A leggere questo articolo, si potrebbe pensare che l'autore abbia scoperto l'acqua calda, dato che è ormai da almeno vent'anni che si scrive della perdita di rappresentatività della sinistra. Ma il punto è proprio questo: follia è la pretesa di fare la stessa cosa, ottenendo risultati diversi.
Il Partito Democratico è tantissime cose ma non un partito di stupidi, viceversa non avrebbe governato per tanti anni il paese, raccogliendo milioni di voti. Ma proprio come Nietzsche creò autentici capolavori prima di impazzire definitivamente dopo aver visto un cavallo preso a frustate (anche se l'aneddoto pare leggendario) analogamente anche un gruppo umano, dal passato gloriosissimo, può perdere la testa e iniziare a scantonare. Se, infatti, dopo una batosta elettorale, dopo aver perso milioni di voti, il posto di Enrico Letta - che nel suo partito ha fatto più danni della grandine - viene ereditato da Elly Schlein, qui non siamo nemmeno più all'incapacità della dirigenza ma all'apoteosi, all'epitome della follia pura. Si è giustamente detto che Letta ha inchiodato il PD nel settarismo e che bisognasse condurre una campagna meno dogmaticamente ostile alle ragioni della controparte e invece ecco la Schlein ovvero l'ideale per fare incazzare chi, non necessariamente ostile al PD, è stato talmente nauseato dalla campagna elettorale di Letta, da dirigersi altrove: italiana solo di nazionalità (in realtà è di origini miste svizzere, ucraine e americane) collaboratrice di Obama, ebrea, lesbica, dall'immagine volutamente antifemminile (pur essendo tutt'altro che brutta) e naturalmente, chettelodicoaffà, non appena apre bocca travolge l'interlocutore con l'archetipico campionario di slogan che caratterizzano l'elettore arcobalenato di oggi. Nessuna di queste caratteristiche di per sé è un difetto ma messe insieme sembrano voler dire agli avversari "Noi siamo esattamente quel che odiate, dunque non votateci". Domanda: è razionale che un gruppo politico, reduce da una partita persa proprio per colpa di una campagna elettorale così violenta, insista su questa strada proponendo un candidato divisivo? No, non lo è. E' folle esattamente nel senso einsteiniano del termine. Significa proseguire nella follia di fare la stessa cosa aspettandosi risultati diversi. Nelle democrazie - andrebbe spiegato agli amici del PD - si vince se si convince l'avversario. E' vero che il PD è custode di una lunghissima storia di delegittimazione dell'avversario politico, appellato a seconda delle bisogne come fascista, stupido, cretino, mafioso e quant'altro. Ma dopo un'ennesima sconfitta, dopo aver perso l'ennesima milionata di voti, una dirigenza razionale, se vede che percorrendo una strada va dritta nel burrone, non si accontenta di cambiare compagno di viaggio, cambia strada. A Botteghe Oscure sembrano non capire che quando si perdono le elezioni, il punto non è quanto si sia stati in grado di rappresentare uno specifico bacino d'utenza, ma come ottenere consensi presso quelle persone che hanno votato il centrodestra oppure non hanno votato proprio.
Ma forse è proprio questo il problema. Al PD, non avendo più nulla da dire e da dare, non resta che sbandierare temi non del tutto privi di senso, ma sicuramente non prioritari in un paese atteso dalla più grave e devastante crisi economica, finanziaria e sociale della sua storia repubblicana. Posto che non si capisce davvero come si possa sbandierare il tema del femminismo in un paese che ha un presidente del consiglio donna, e definire omofobo e razzista un paese dove basta una parola fuori posto per essere costretti alle dimissioni, un partito di sinistra serio, saggio, questi temi non li mette al primo posto della propria agenda, ma al terzo o al quarto. Al punto più alto del podio dovrebbero esserci i dissanguati dalle bollette folli che o sono andati a destra o si sono astenuti, magari in attesa di violente palingenesi.
A leggere questo articolo, si potrebbe pensare che l'autore abbia scoperto l'acqua calda, dato che è ormai da almeno vent'anni che si scrive della perdita di rappresentatività della sinistra. Ma il punto è proprio questo: follia è la pretesa di fare la stessa cosa, ottenendo risultati diversi.
Il PD è impazzito. Non da oggi, per la verità.