Il 2 dicembre 1932, esattamente novant'anni fa, nasceva Sergio Bonelli, l'uomo che assieme al padre Gianluigi è diventato l'emblema assoluto del fumetto popolare italiano.
Da Tex a Zagor (ideato da Sergio Bonelli con lo pesudonimo di Guido Nolitta), da Mister No a Martin Mystere, da Dylan Dog a Nathan Never, la Bonelli Editore ha costruito un vero e proprio Universo di Eroi non inferiore a quello delle americane Marvel e DC. Ed effettivamente, dalla scomparsa di Sergio, la Casa sta facendo numerosi sforzi per "promuovere" il proprio marchio in chiave multimediale, a partire dal tentativo di realizzazione di una sponda cinematografica che ha visto il suo primo esperimento nel recente action horror "Dhampir".
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Ma tornando all'Uomo da cui è partito tutto questo, conobbi Sergio tantissimi anni fa a Napoli (era il 1992 se non erro), nell'ambito del mio lavoro di giornalista culturale che all'epoca svolgevo per l'emittente Retecapri (come redattore di una trasmissione sul fantastico curata dal regista Ciro Sapone), e non potei non ammirare subito la sua schietta tempra da imprenditore di altri tempi, quelli a cui bastava stringere una mano per stipulare un accordo commerciale.
Disponibilissimo (lo intervistammo per la Tv e per una nostra rivista) e generoso (insistette nell'offrire lui la cena dopo il nostro lavoro redazionale), passammo la sera anche a parlare del "Tex" cinematografico realizzato nel 1985 da Duccio Tessari, operazione di cui non era però particolarmente soddisfatto.
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È difficile spiegare l'entusiasmo per il proprio lavoro che sapeva trasmettere. Ed anche il suo incuriosirsi ed informarsi sulle attività di chiunque. Rimpiango infatti di non aver mai provato seriamente a proporre soggetti per la casa editrice, un pò per il mio carattere poco arrivista e un pò per l'eccessiva dispervisità che ha sempre caratterizzato il mio lavoro di autore e divulgatore culturale.
Da allora, per molti anni, demmo comunque vita ad una serie di belle sinergie con la casa editrice coinvolgendola come partner in varie iniziative sul territorio campano. Era sempre facile parlare con lui e con i suoi collaboratori più stretti (Paolo Ferrari, Decio Canzio). E l'atteggiamento era sempre quello di estrema disponibilità ed interesse. Come quella volta in cui, non potendo presenziare una rassegna che organizzavamo a Caserta, inviò una delegazione di autori e disegnatori Bonelli in sua vece, con grande sorpresa dei fan intervenuti.
Altri tempi, altri uomini, altri fumetti.
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Giuseppe Cozzolino
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