Nell'attuale scenario politico esistono due "antioccidentalismi": uno a sinistra e uno a destra.
Quello di sinistra è quello di fatto al potere, quello "woke". Quello che praticamente ti deve ficcare il personaggio di colore anche in un film ambientato nella Svezia del Settecento e che parla dell'Occidente imperialista e causa di tutti i mali del mondo.
A destra c'è invece quello che, deluso dall'effettivo degrado morale e politico attuale, guarda con simpatia a esperienze autocratiche a Est. E anche lui parla di imperialismo causa di tutti i mali del mondo. L'antioccidentale di sinistra guarda all'Africa e al revanscismo passivo-aggressivo dei neri, quello di destra guarda all'Asia e all' uomo forte.
Sono due visioni semplicistiche e anche suicide.
Semplicistiche perché non distinguono l'Occidente come entità politica dell'Occidente come "civiltà"
L'entità politica è imperialista. Certamente. Ma tutti i popoli sono imperialisti. In Africa si formò un impero zulù, con le stesse feroci dinamiche imperiali occidentali, incluso lo schiavismo. Gengis Khan conquistò un impero grande tre volte quello romano, accumulando piramidi di teschi. Diverse popoli messicani videro Cortes come liberatore dallo spietato imperialismo azteco. Nessun popolo è innocente. Dove l'Occidente ha avuto una marcia in più è stato accorgersi ad un certo punto che tutto questo è sbagliato. Cosa che altre culture non hanno fatto. Anzi hanno approfittato della narrativa occidentale che ha riconosciuto le sue colpe per imporre una visione distorta della Storia esattamente opposta a quella "alla John Wayne". Oggi in Occidente comandano dei non occidentali nemici della civiltà occidentale, a partire da Barack Obama.
Gli antioccidentali di destra si illudono che l'Oriente sia fatto di samurai. È una pia illusione e anzi l'Estremo Oriente (Cina e Giappone in particolare) sono in preda ad un decadimento morale abbastanza inquietante.
Noi siamo occidentali e buttare la nostra civiltà nel gabinetto mi pare una follia. Non solo perché è nostra, ma anche per ciò che ha prodotto: barattereste Michelangelo coi mascheroni africani? Mozart coi bonghi? L'antica Grecia e l'antica Roma con l'Impero Mongolo?
"Eh, ma ora l'Occidente non produce più i Michelangelo e i Mozart..."
Vediamo forse nuovi Confucio o nuovi Omar Khayyam da qualche parte? Attualmente vi è un degrado mondiale.
Vi è una cosa della civiltà occidentale che, ancor più dei Mozart e degli Omero non baratterei mai: il valore del singolo. E questo vale soprattutto per gli antioccidentali di destra che vorrebbero uno Stato etico rappresentato da un qualche Faraone divino che cancelli il valore dell'individuo. Il valore del singolo è un valore della civiltà occidentale, che risale a prima di Cristo dato che già il poeta latino Terenzio scriveva "Sono un uomo e nulla di quel che è umano mi è estraneo".
Discorso a parte la Russia, che molti mettono in contrasto con l'Occidente. Quella russa è civiltà occidentale piena. Mosca è la "terza Roma" e già questo richiamo fa capire la discendenza classica: nessun cinese o indiano si richiamerebbe a Roma. Ma poi basta ascoltare una sinfonia di Tchaikovskij per capire che sono nostri fratelli

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I tempi sono oscuri per tutti e, proprio ora, la scelta individuale può fare la differenza, purché proceda non da un'origine egoica, ma potremmo dire sovrasensibile. In questo senso, una riscoperta di Dio, in seno alla propria tradizione di appartenenza, è positiva e realmente salvifica.
 
Secondo me la cultura non c'entra, men che meno l'arte, che sarà sempre universale. No, è una mera questione geopolitica. Gli anglosassoni sono antagonisti dell'Europa continentale, lo hanno dimostrato innumerevoli volte in passato e lo stanno dimostrando tutt'ora. Il mio sogno rimane l'asse tripartito Roma-Berlino-Mosca.
 
Ci sarebbe da scrivere tomi su tomi su argomenti qui appena sfiorati. Per quanto mi riguarda sono del tutto d'accordo con il fatto che l'Occidente come società si stia suicidando mettendosi nelle mani di stranieri che lo odiano (e includo quelli che, geneticamente "nostri", sono solo delle quinte colonne del Nemico in casa nostra, come chi impone il pensiero unico progressista dall'interno dei nostri parlamenti, tribunali, accademie). Non penso proprio che l'autocolpevolizzazione (che ormai è un'autoflagellazione) occidentale sia una "marcia in più", se non nelle mani dei suoi nemici. Quanto alla cultura, è indubbio che la nostra sia stata particolarmente fertile e ricca. Ma le società e gli individui che avrebbero dovuto preservarla sono morte, tant'è che ormai non si vede né sente altro che zombi che se ne vergognano e vorrebbero imporre proprio l'equivalenza di Raffaello ai mascheroni africani e Mozart ai bonghi. E non sono esempi peregrini: nelle università nordamericane, la punta di lancia della putredine che ci sommerge, i corsi di Storia dell'Arte vengono "rimodulati" proprio in questo senso, "antimperialista", per "decolonizzare" (leggi: plagiare) le menti dei giovani studenti e farne altrettanti cloni che continuino lo sporco lavoro iniziato dalla cultura progressista e liberal dagli anni '50.
 

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Andrea Sartori
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