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  1. La "lezione" di Fini (di Franco Marino)

    Parlare di Gianfranco Fini, devo confessarlo, mi imbarazza un po'. Tanto per cominciare, nel mondo stanno accadendo tante e tali cose che potrebbe lecitamente apparire ridicolo riservare un articolo ad un personaggio che fu importante ma in epoche così lontane da apparire quasi geologiche. Oggi il suo nome è così irrilevante da riempire di inutilità qualsiasi cosa gli si dedichi. Per quasi dieci anni, dopo essere finito fuori dai giochi della politica, è stato assente dal dibattito...
    Non l'ha mai capito nessuno perché Almirante lo avesse indicato come "Il Delfino". Ero iscritta al MSI. Lo supportai prima per onor di partito poi perché lo "svecchiamento " di un MSI era vitale. Ben presto non lo sopportai. Partecipai ad un paio di eventi dove lui presenziava, spocchioso, arrogante presuntuoso, arrivista. All'ultima delle riunioni a cui presenziai c'erano già i luogotenenti di Berlusconi a propagandare, molto discretamente, una possibile alleanza a cui non credetti mai. Berlusconi lo conobbi personalmente ('91 o '92 non ricordo) in una semifinale di Hockey su ghiaccio, Asiago-Devils Milano, essendo amica dello sponsor e Presidente dell'Asiago. Perdemmo, anche perché Berlusconi (Presidente) aveva cacciato i soliti milioni per comprarsi il meglio dei giocatori mentre l'Asiago era ed é squadra montanara di piccola cittadina montanara. Mi diede l'idea di uno sbruffone, piacione, che aveva fatto i soldi con le sue capacità certo, ma che, essendo al culmine del successo, si sentisse molto potente ed invincibile in ogni settore, capace di gestire ogni problema. Quando si alleó con AN non ebbi dubbi che Fini lo avrebbe fregato. Tuttavia, alla fine i più fregati siamo stati noi italiani, messi in crisi da due personaggi che di politica ne capivano poco e che, purtroppo, hanno dato inizio ai partiti-persona o partiti-personaggio o partiti-pagliaccio
     
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