brigate rosse

  1. La Balzerani, la Di Cesare e la coda di paglia della politica (di...

    Ho letto come tutti le polemiche della professoressa Donatella Di Cesare che ha scritto un tweet - poi rimosso - dove celebra la scomparsa di Barbara Balzerani, nota terrorista delle Brigate Rosse.
    Di per sé, la polemica è del tutto sterile e inutile. Intanto perché parte dal mendace e fallace presupposto che la Di Cesare abbia esaltato il terrorismo, mentre ha semplicemente celebrato una "compagna" con la quale condivideva idee comuni, pur riconoscendo la diversità delle vie percorse...
    Hai scritto una cosa verissima e che nessuno dice mai… la stragrande maggioranza dei nostri politici ha la coscienza sporca
    E parlo di una vecchia politica ancora viva e che mio padre ricorda da quando era piccolo
     
    Quoto tutto al 99% tranne " ma non esiste alcun estremo perché si possa muovere un'azione disciplinare contro di lei". Esiste eccome, diversamente come giustifichi gli 11 mesi di sospensione inflitti a Vannacci? "Dimissioneranno" la compagna voglio sperare
     
    Non esiste alcun estremo per agire contro questa professoressa come non ne esiste nessuno per agire contro Vannacci. Le due cose non sono in contraddizione.
     
    Standing ovation. Barbara Balzerani la seguivo da anni e ne ero amica su FB. La tua analisi è perfetta. A lei ho sempre riconosciuto il coraggio di essere stata fino in fondo fedele alla propria scelta, mai rinnegata, e di averne pagato il prezzo. Consapevolmente. In tempi codardi come quelli che stiamo vivendo, il suo è un esempio di coerenza da far impallidire.
     
  2. Soggetti smarriti

    Dopo aver scritto lo scorso articolo sull'Armenia, e di come gli armeni siano stati del tutto dimenticati dal dibattito pubblico e dal giornalismo (se non per qualche servizio estemporaneo e che non spiega nulla di come si sia arrivati ad oggi), mi è venuto da pensare che non si tratti dell'ultimo caso di questo tipo, ma che ve ne siano altri, anche più significativi.

    Da buon progressista, negli anni '90 e 2000, non mi bastava ricevere il Verbo dalla stampa “libera e indipendente”...​
  3. La marcia per la Pace (Prima parte)

    Per farsi perdonare il disastroso faccia a faccia con Elly Schlein, Salvini si offre di accompagnare il prof. Orsini alla marcia per la pace Perugia-Assisi.

    Ore 7.00

    SVEGLIA: ♫ Camminiamo noi accanto ai nostri eroi, sopra un prato verde sotto un cielo blu…♫

    SALVINI: Urca, son le 7. (Rivolto al poster di Daniele Massaro) Provvidenza, aiutami tu.

    Ore 7.30

    SALVINI: Biscotti di soia e cappuccino di alghe… Colazione macrobiotica della...
  4. Il polpettone delle stragi

    Sono passate poche ore dal 43esimo anniversario della strage di Bologna.
    Vorrei invitarvi a fare alcune riflessioni. Da troppi anni si accavallano teoremi iperpoliticizzati volti a chiarire l’origine di quel tragico evento, uno dei tanti che funestarono la Prima Repubblica.
    Gli autori furono i Nar o i comunisti palestinesi? Non ve lo so dire; per me il nocciolo della questione è un altro. Scaricare la colpa sulle ideologie rosse e nere (eterna riproposizione del conflitto tra guelfi e...
  5. DON VITO ZELENSKY

    Più di trent'anni fa il sottoscritto fu sedotto da una serie di ideologie, uomini e simboli che attualmente vanno molto per la maggiore all'interno della classe politica ucraina. Va da sé che in quanto italiano fui molto affascinato dal ventennio fascista e contestualmente dalla RSI. Quindi ritenevo (probabilmente non a torto!) che i veri invasori dell'Italia non furono i tedeschi ma gli americani. E la cosa che mi faceva ridere e infuriare ad un tempo era leggere sulla Costituzione italiana...
  6. Tratto dal libro Il puzzle Moro di Giovanni Fasanella

    "Il tempo e la cortesia che non aveva avuto per Hugh Gardner Ackley, stando alle confidenze di fonti molto attendibili, l’«Avvocato» [Giovanni Agnelli] lo dedicò invece a un aspirante brigatista rosso, Valerio Morucci. Lo incontrò segretamente, dicono, nella villa di Capri di un illustre avvocato anglofilo, Adolfo Gatti, allora legale del settimanale «l’Espresso». L’anno era il 1974. E Morucci non era certo uno sconosciuto, almeno...
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