Non finirò mai di stupirmi dell'infima qualità di quegli squallidi individui che compongono la cosiddetta classe dirigente italiana. Gente che passa la vita a pontificare su social, salotti televisivi e persino dalle pagine di improbabili libri che le case editrici, che fanno tanto le schizzinose con chi non ha un nome, gli pubblicano e fanno mettere in vetrina manco fossero i nuovi classici. Gente che, con la spocchia di chi non è abituato al contraddittorio, spiega sette giorni su sette al popolo brutto, sporco ed ignorante dove sta il bene e dove il male, cosa è bianco e cosa è nero, e miracolosamente si trova sempre dalla parte giusta della Storia. Che è poi, altrettanto provvidenzialmente, quella del potere attuale che gli elargisce prebende, stipendi governativi e visibilità immediata. Cose di cui approfittano oltre ogni umana decenza sbeffeggiando chi osa sostenere tesi opposte o anche solo differenti, magari cercando pure di argomentare razionalmente o portando testimonianze apposite. Tuttologi che tocca sorbire, salvo imporsi il backout totale, sempre, che si parli di scienza, di geopolitica, di economia o di società, e persino di sesso. Poi, quando potrebbero invece parlare con cognizione di causa, costoro incredibilmente spariscono.
Come una certa Laura Boldrini, già stipendiata ONU, già stipendiata dalla Camera dei Deputati, onnipresente nel promuovere femminismo e immigrazione irregolare, e prima della fila nel gridare al fascismo non appena qualcuno avesse avuto dei dubbi. Costei, ad esempio, conosceva molto bene Marie Therese Mukamitsindo, moglie di Aboubakar Somahoro, il deputato con gli stivali suo collega, avendola promossa a “imprenditrice dell'anno”, certo apprezzandone due qualità oggettive innegabili: essere donna ed essere negra. Peccato che oggi la stessa, insieme alla madre, sia stata arrestata dopo oltre un anno di indagini per aver truffato lo Stato per milioni di finanziamenti pubblici sfruttando le politiche per l'accoglienza in modo che ricorda lo schiavismo ottocentesco: immigrati africani ospiti della sua struttura venivano tenuti in condizioni indegne, nello sporco, senza acqua né servizi igienici e spesso neppure pagati per un lavoro che prestavano a suo favore. Mentre lei passava il tempo a spendere in servizi e beni di lusso qualcosa come 25 milioni di euro, la maggior parte dei quali dirottato in Africa da dove non li rivedremo mai più. Ebbene, ora la signora Boldrini potrebbe dirci qualcosa di più sui talenti imprenditoriali di questa donna. Non dico confessare una qualche complicità o connivenza, ma almeno, per rispetto dei cittadini che l'hanno dovuta sopportare (e pagare) pur dopo aver miseramente fallito l'elezione nel suo collegio, e che sarebbero i legittimi proprietari di quei venticinque milioni gettati al vento anche grazie a gente come lei, una parola di scusa. E invece niente, zero, silenzio tombale. In un anno da che questo scandalo è scoppiato, la signora non ha ritenuto opportuno sprecare nemmeno una parola su questo tema. Come se quella montagna di soldi rubati alle nostre tasche per arricchire una banda di truffatori non facessero testo, e la dignità dei cittadini che li hanno sborsati non meritasse lo sforzo.
O come un certo David Parenzo, che conosco per essere uno dei più vocianti, scalmanati e volgari personaggi televisivi, anche lui stipendiato pubblico (RAI), noto per condurre un programma alla radio in cui telefona al numero provato delle persone più varie per insultarle nella maniera più indecente in diretta. Programma che, in un paese che non fosse una repubblica delle banane, verrebbe chiuso durante una di queste esibizioni accompagnando fuori a calci entrambi i conduttori, e anche buona parte del personale che si presta a tali immonde burattinate. Ebbene, costui, neppure un anno fa, il 7 novembre 2022, definì il marito della signora Mukamitsindo “il miglior italiano che abbiamo in questo momento”. Ora, posso capire che Parenzo, altro avvocato instancabile di tutte le cause peggiori a danno degli interessi nazionali italiani, dall'immigrazione illegale al meticciato, dovesse trovare irresistibile la figura di un africano sindacalista e per di più portato in parlamento da un partitello di sinistra nonostante anche sconfitto nelle urne, e non mi meraviglia che nella sua visione perversa e ideologica i termini “italiano” e “migliore” indichino l'esatto opposto di ciò che penserebbe una persona sana di mente, ma oggi che lo stesso Soumahoro si trova implicato in questa colossale truffa e trafugamento di denaro pubblico, stupisce un po' che il protagonismo televisivo di questo mammasantissima si sia improvvisamente interrotto. Già, perché sarebbe stato prezioso un suo commento su questo “italiano migliore”, sulle sue qualità occulte e i talenti poco noti al pubblico che gli hanno permesso di emergere dallo status di signor nessuno con le pezze al culo a quello di parlamentare e imprenditore seduto su un fiume di soldi che l'italiano medio non vedrebbe nemmeno in dieci vite. E invece Parenzo tace. Lo ha coccolato, esaltato e coperto di allori, sarebbe onesto, oggi, esprimere non dico un mea culpa, ma un dubbio sulla solidità di quelle lodi. O dobbiamo pensare che non gli importi nulla se chi ci ha presentato come un santo si riveli una carogna?
Come tace Rula Jebreal, un'altra famosa per aver occupato parecchio spazio, negli anni, anche grazie alle sue origini palestinesi e al bell'aspetto (sulle qualità professionali non mi esprimo). Anche lei col “fascismo” sempre sulla punta della lingua, anche lei piena di bile da sversare non appena messa di fronte a chiunque fosse anche solo apparentemente inviso al referente politico che la sponsorizzava. Ecco, ora che la sua gente viene sterminata dal cielo e dalla terra, che palazzi pieni di famiglie e ospedali pieni di malati e feriti vengono polverizzati a Gaza da tre settimane senza pietà, la Rula nazionale potrebbe sfruttare la sua posizione di giornalista bene in vista per lanciare un appello, denunciare un abuso, dichiararsi, insomma. E invece scomparsa anche lei, nessun segno di vita. Pareva tanto coraggiosa di fronte a leghisti e nazirazzisti, ha forse paura che un ezio mauro qualunque storca il naso? Tutta qui la sostanza da pasionaria griffata? Svanisce di fronte alle veline euroatlantiche? Si piega a 90° per non offendere l'editore e non farlo sfigurare nei salotti buoni, voltando le spalle al proprio popolo massacrato?
Come una certa Laura Boldrini, già stipendiata ONU, già stipendiata dalla Camera dei Deputati, onnipresente nel promuovere femminismo e immigrazione irregolare, e prima della fila nel gridare al fascismo non appena qualcuno avesse avuto dei dubbi. Costei, ad esempio, conosceva molto bene Marie Therese Mukamitsindo, moglie di Aboubakar Somahoro, il deputato con gli stivali suo collega, avendola promossa a “imprenditrice dell'anno”, certo apprezzandone due qualità oggettive innegabili: essere donna ed essere negra. Peccato che oggi la stessa, insieme alla madre, sia stata arrestata dopo oltre un anno di indagini per aver truffato lo Stato per milioni di finanziamenti pubblici sfruttando le politiche per l'accoglienza in modo che ricorda lo schiavismo ottocentesco: immigrati africani ospiti della sua struttura venivano tenuti in condizioni indegne, nello sporco, senza acqua né servizi igienici e spesso neppure pagati per un lavoro che prestavano a suo favore. Mentre lei passava il tempo a spendere in servizi e beni di lusso qualcosa come 25 milioni di euro, la maggior parte dei quali dirottato in Africa da dove non li rivedremo mai più. Ebbene, ora la signora Boldrini potrebbe dirci qualcosa di più sui talenti imprenditoriali di questa donna. Non dico confessare una qualche complicità o connivenza, ma almeno, per rispetto dei cittadini che l'hanno dovuta sopportare (e pagare) pur dopo aver miseramente fallito l'elezione nel suo collegio, e che sarebbero i legittimi proprietari di quei venticinque milioni gettati al vento anche grazie a gente come lei, una parola di scusa. E invece niente, zero, silenzio tombale. In un anno da che questo scandalo è scoppiato, la signora non ha ritenuto opportuno sprecare nemmeno una parola su questo tema. Come se quella montagna di soldi rubati alle nostre tasche per arricchire una banda di truffatori non facessero testo, e la dignità dei cittadini che li hanno sborsati non meritasse lo sforzo.
O come un certo David Parenzo, che conosco per essere uno dei più vocianti, scalmanati e volgari personaggi televisivi, anche lui stipendiato pubblico (RAI), noto per condurre un programma alla radio in cui telefona al numero provato delle persone più varie per insultarle nella maniera più indecente in diretta. Programma che, in un paese che non fosse una repubblica delle banane, verrebbe chiuso durante una di queste esibizioni accompagnando fuori a calci entrambi i conduttori, e anche buona parte del personale che si presta a tali immonde burattinate. Ebbene, costui, neppure un anno fa, il 7 novembre 2022, definì il marito della signora Mukamitsindo “il miglior italiano che abbiamo in questo momento”. Ora, posso capire che Parenzo, altro avvocato instancabile di tutte le cause peggiori a danno degli interessi nazionali italiani, dall'immigrazione illegale al meticciato, dovesse trovare irresistibile la figura di un africano sindacalista e per di più portato in parlamento da un partitello di sinistra nonostante anche sconfitto nelle urne, e non mi meraviglia che nella sua visione perversa e ideologica i termini “italiano” e “migliore” indichino l'esatto opposto di ciò che penserebbe una persona sana di mente, ma oggi che lo stesso Soumahoro si trova implicato in questa colossale truffa e trafugamento di denaro pubblico, stupisce un po' che il protagonismo televisivo di questo mammasantissima si sia improvvisamente interrotto. Già, perché sarebbe stato prezioso un suo commento su questo “italiano migliore”, sulle sue qualità occulte e i talenti poco noti al pubblico che gli hanno permesso di emergere dallo status di signor nessuno con le pezze al culo a quello di parlamentare e imprenditore seduto su un fiume di soldi che l'italiano medio non vedrebbe nemmeno in dieci vite. E invece Parenzo tace. Lo ha coccolato, esaltato e coperto di allori, sarebbe onesto, oggi, esprimere non dico un mea culpa, ma un dubbio sulla solidità di quelle lodi. O dobbiamo pensare che non gli importi nulla se chi ci ha presentato come un santo si riveli una carogna?
Come tace Rula Jebreal, un'altra famosa per aver occupato parecchio spazio, negli anni, anche grazie alle sue origini palestinesi e al bell'aspetto (sulle qualità professionali non mi esprimo). Anche lei col “fascismo” sempre sulla punta della lingua, anche lei piena di bile da sversare non appena messa di fronte a chiunque fosse anche solo apparentemente inviso al referente politico che la sponsorizzava. Ecco, ora che la sua gente viene sterminata dal cielo e dalla terra, che palazzi pieni di famiglie e ospedali pieni di malati e feriti vengono polverizzati a Gaza da tre settimane senza pietà, la Rula nazionale potrebbe sfruttare la sua posizione di giornalista bene in vista per lanciare un appello, denunciare un abuso, dichiararsi, insomma. E invece scomparsa anche lei, nessun segno di vita. Pareva tanto coraggiosa di fronte a leghisti e nazirazzisti, ha forse paura che un ezio mauro qualunque storca il naso? Tutta qui la sostanza da pasionaria griffata? Svanisce di fronte alle veline euroatlantiche? Si piega a 90° per non offendere l'editore e non farlo sfigurare nei salotti buoni, voltando le spalle al proprio popolo massacrato?
Tre esempi che rappresentano bene un'intera classe politica e giornalistica: uomini e donne (si fa per dire) proni a tutto, ad abbaiare o a tacere sempre e comunque a difesa della propria mangiatoia. Immaginateveli a dover difendere diritti e proprietà altrui. Credibili, e soprattutto in buonafede, vero?