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Di recente ho visto la seconda stagione di "Alice in borderland" su Netflix (serie che consiglio assolutamente se non siete deboli di stomaco), ad avermi incuriosito di questa serie sono le specificità antropologiche e socio-culturali che emergono.

Sono solito guardare serie tv extraeuropee su Netflix proprio per ricavare informazioni su usi e costumi dei popoli.
L'idea che mi sono fatto vedendo serie coreane, thailandesi o cinesi (di cultura cinese, ma magari ambientate fuori) è che lo spirito comunitario pervade ogni aspetto dei paesi orientali, in particolare quelli di cultura confuciana.
In una serie zombie con protagonisti teenager, la rappresentante di classe (sedicenne), i professori e i pompieri mettono ripetutamente a repentaglio la propria vita per salvare il gruppo. Il ruolo di comando o di prestigio è visto come ruolo che condanna alla solitudine, a grandi responsabilità e a scelte coraggiose che il gruppo non sempre capisce, ma che deve seguire, specie in un momento di crisi (per quanto paradossale la situazione zombie).
L'altro aspetto che colpisce è l'estrema uniformità socio-culturale dei protagonisti della serie, spesso se studenti sono tutti vestiti uguali con le divise, non compare mai qualcuno di veramente fuori le righe e quando compare, è sempre associato al tormento di voler essere in realtà come gli altri.

Caratteristica molto meno presente nella serie giapponese di cui sopra.
Il protagonista e i suoi amici hanno una vita in sostanza anti-sociale (per quanto perfettamente omologata alle esigenze del ""sistema""), ma la cosa sorprendete è la pluralità di usi e costumi, interessi e modi di abbigliamento, i modi (spesso ingannatori e violenti) in cui il potere si impone (perché noi amici degli anglosassoni ormai abbiamo introiettato l'idea hobbesiana che il mondo e la società sono un grande giungla); i giovani giapponesi sono altrettanto nichilisti, ribelli o scansafatiche dei loro omologhi occidentali, chi ha potere lo usa a proprio vantaggio e tutto questo viene veicolato come normale (perché nelle nostre società lo è).

Mi interessa sempre fare confronti di questo tipo, perché ad esempio da una scemenza come una serie Netflix, può comparire un affresco reale del mondo.

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Gabriele Germani
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