Nel 2003, il governo Lula organizzò venti Stati in via di sviluppo, tra cui l'India (con cui Lula aveva programmato IBSA per la lotta alla povertà), per bloccare un Accordo del WTO, voluto da USA e UE, che avrebbe rafforzato le disparità tra paesi in via dei sviluppo e ricchi.
2003, non del 2020, gli USA erano onnipotenti, potevano produrre prove false e distruggere un paese nel silenzio generale.
Se oggi ci troviamo in una situazione storica che permette al Brasile (e ad altri) di dire NO è anche grazie a quelle azioni di Lula.
Quando parliamo di multipolarismo dovremmo anche considerare il peso di organizzazioni come l'ONU.
Lula spinse la nascita di un G-4 con India (con cui i rapporti erano eccellenti, anche per bilanciare russi e cinesi nei futuri BRICS), Giappone e Germania (che ricorderete in quegli anni con gli USA, sulla guerra in Iraq non ci andava morbida).
Scopo del gruppo era cambiare l'organizzazione dei seggi permanenti all'ONU.
Lula fece notare che nel Consiglio di Sicurezza non era (è) presente nessuno Stato sud americano o del Sud del mondo (nessuno sotto l'Equatore).
Venuta meno questa ipotesi, Amorim (ministro degli esteri di Lula) disse che il Consiglio andava rimpiazzato da un G-20 di nuova composizione (più membri di America, Africa e Asia, meno membri dall'Europa).
Ricordo il Brasile rivale dell'ALCA, l'Accordo di Libero Scambio che gli USA volevano estendere a tutta l'America. Quando il Venezuela si oppose da Washington commentarono: "Potranno sempre commerciare con i pinguini", la Cina all'epoca non era un'alternativa.
Nota di colore: nel 2022 l'India avrà la presidenza del G-20, nel 2023 spetterà al Brasile e nel 2024 al Sud Africa.
Ricordate questa sigla: IBSA.
Anche perché questa sigla permetterà al Brasile di ridurre il peso di USA e Cina (o almeno di provarci). Quando ci diciamo favorevoli al multipolarismo dobbiamo auspicare questi fenomeni, sennò stiamo tifando una Guerra Fredda 2.0.
... Poi se ci va mettiamo fotine di Lula a Davos (come qualsiasi leader) o una vignetta con Lula vestito da rettiliano (pensando che sia un argomento), ma giustamente i brasiliani hanno preferito la realtà.
2003, non del 2020, gli USA erano onnipotenti, potevano produrre prove false e distruggere un paese nel silenzio generale.
Se oggi ci troviamo in una situazione storica che permette al Brasile (e ad altri) di dire NO è anche grazie a quelle azioni di Lula.
Quando parliamo di multipolarismo dovremmo anche considerare il peso di organizzazioni come l'ONU.
Lula spinse la nascita di un G-4 con India (con cui i rapporti erano eccellenti, anche per bilanciare russi e cinesi nei futuri BRICS), Giappone e Germania (che ricorderete in quegli anni con gli USA, sulla guerra in Iraq non ci andava morbida).
Scopo del gruppo era cambiare l'organizzazione dei seggi permanenti all'ONU.
Lula fece notare che nel Consiglio di Sicurezza non era (è) presente nessuno Stato sud americano o del Sud del mondo (nessuno sotto l'Equatore).
Venuta meno questa ipotesi, Amorim (ministro degli esteri di Lula) disse che il Consiglio andava rimpiazzato da un G-20 di nuova composizione (più membri di America, Africa e Asia, meno membri dall'Europa).
Ricordo il Brasile rivale dell'ALCA, l'Accordo di Libero Scambio che gli USA volevano estendere a tutta l'America. Quando il Venezuela si oppose da Washington commentarono: "Potranno sempre commerciare con i pinguini", la Cina all'epoca non era un'alternativa.
Nota di colore: nel 2022 l'India avrà la presidenza del G-20, nel 2023 spetterà al Brasile e nel 2024 al Sud Africa.
Ricordate questa sigla: IBSA.
Anche perché questa sigla permetterà al Brasile di ridurre il peso di USA e Cina (o almeno di provarci). Quando ci diciamo favorevoli al multipolarismo dobbiamo auspicare questi fenomeni, sennò stiamo tifando una Guerra Fredda 2.0.
... Poi se ci va mettiamo fotine di Lula a Davos (come qualsiasi leader) o una vignetta con Lula vestito da rettiliano (pensando che sia un argomento), ma giustamente i brasiliani hanno preferito la realtà.