La storia dell'infanticida che si è liberata di due neonati è una vicenda di cronaca nera, che non vale la pena essere seguita per le stesse ragioni che ho più volte elencato per altri fatti analoghi: la prima è che quando parliamo di umanità e vi accostiamo la parola "orrore", mostriamo di essere poco informati sui livelli del concetto espresso da questa parola che l'uomo può raggiungere. La seconda è che non si può in alcun modo fare sociologia, psichiatria, antropologia su una donna che si sbarazza di due neonati e li seppellisce in giardino. Come ho scritto anche in un recente articolo, il male esiste, spesso non ha spiegazioni riscontrabili nei manuali e non si fonda su musiche drammatiche che accompagnano l'atto omicida: quando il parricida di Paderno Dugnano o la matricida di Novi Ligure, sta per ammazzare i genitori e il fratellino, in quella casa non si sentono le musiche di un film di Hitchcock ma tutta la silente banalità del male teorizzata da Hannah Arendt, che porta un ragazzo a dire "Li ho ammazzati perché mi sentivo oppresso" oppure "per intascare la loro eredità".
Poi, certamente la visione del sesso nel 2024 è diversa da quella del passato e non necessariamente migliore. Ma non per questo, vivaddio, assistiamo a continui infanticidi. Non tutte le madri che hanno aperto le cosce davanti ad un uomo, senza il desiderio dopo nove mesi di sfornare un infante, lo ammazzano seppellendolo in giardino o scaricandolo nel gabinetto per poi partirsene per Nuova York come se nulla fosse, ma o ricorrono all'aborto oppure aspettano di farlo nascere per poi darlo in adozione. Fare analisi sul perché di un delitto di questo tipo non ha alcun senso. Quando assistiamo a cose del genere, per conto mio c'è solo una cosa da fare: prendere la responsabile e sopprimerla come si fa con i pitbull che aggrediscono i bambini.

Ma c'è un concetto che mi preme contestare ed è emerso mentre si parlava dell'autrice del delitto, descritta come una persona di cui non ci si aspettava questo gesto "perché era una persona devota che frequentava la parrocchia".
E questa è semplicemente una sciocchezza. Anche grazie alla deriva missionaristica e buonistica della Chiesa, sono tutti ormai convinti che essere cattolici significhi sventolare una certificazione di "persone perbene" e che non esserlo significhi essere "brutte persone". Nulla di più falso.
Il cristianesimo non è altro che una dottrina religiosa che si fonda su un bisogno umano, ossia dare un senso alla propria vita, per raggiungere il quale bisogna non inseguire la ricchezza come unico fine, aiutare chi è in difficoltà, astenersi dal fare sesso fine a se stesso, perdonare i propri nemici - e attenzione, non sette volte ma settanta volte sette (cit.) - tutti comportamenti o antiumani o che l'uomo adotta quando ha una convenienza nel farlo e certo non con sistematicità ma ai quali si sottomette perché è seducente la ricompensa di una vita eterna di beatitudine nel Regno dei Cieli e terrorizzante la sanzione, ossia l'inferno, a chi non vi aderisce. Il cristiano non si comporta bene perché ha introiettato il concetto che vivere in un mondo di concordia e di bontà sia molto più conveniente della legge della giungla o perché intimamente portato a farlo dalla propria natura ma soltanto perché vuole una ricompensa o perché teme Dio più di quanto tema la reazione di una persona fisica.
Il che, ovviamente, non significa che i cristiani siano cattivi. Significa che non c'è bisogno di essere cristiani per essere brave persone, basta avere quella cosa che oggi va di moda definire "empatia" e che si riassume nella consapevolezza che comportarsi bene col prossimo sia molto più conveniente che ritrovarsi in una società di predatori dove tutti sono pronti a saltarti addosso.

Essere cattolici, andare in parrocchia, battersi il petto recitando il mea culpa non è la patente di nulla. Il cristiano è soltanto uno che crede in una vita oltre questa, in nome della quale può trovare conveniente fare del Bene e fuggire il Male, ma senza la consapevolezza che poi effettivamente, nel suo intimo, applichi tutti i dettami del Vangelo.
Il fatto che Chiara Petrolini fosse credente non deve stupire. Lo sono anche tantissimi mafiosi i quali, dopo aver fatto giuramento sulla Madonna, non si fanno alcuno scrupolo a sciogliere nell'acido persino dei bambini oppure a far scoppiare un'autobomba nella quale muoiono gli innocenti. Ho conosciuto credenti che erano pessime persone e non credenti molto più cristiani di quelli convinti che si possa fare tutto il male che si vuole, tanto poi c'è il confessore che ti darà l'assoluzione. E ovviamente credenti bravissime persone e non credenti pessimi individui. Ma giusto per sottolineare che credere in una trascendenza non trasforma automaticamente in brave persone.
Questi presupposti non devono togliere il desiderio di entrare in una Chiesa o di credere in Dio. Semplicemente a chi decidesse di intraprendere un cammino di questo tipo, mi sentirei da questa modesta postazione di suggerire le parole di un umorista iraniano: "Prega Allah ma lega sempre il tuo cammello".


Franco Marino


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Comments

Il mio commento é simile a quello fatto in un tuo post precedente. Per me il "Male" e il "Bene" come concetti astratti non esistono. Esiste la mente umana che (e ogni giorno viene dimostrato) naturalmente porta le persone ad eliminare ciò che crea loro impedimenti o sofferenze, ma più di tutto impedimenti. Se non lo fanno é perché é stato insegnato loro che così non si fa, sono state 'formate' a non farlo, sono state convinte che la sopportazione, la tolleranza sono cose giuste, sono state indotte ad odiare ma a non reagire, sono state addestrate a pensare che "il Bene" é ciò che ci rende normali, sono state amate e così sono ancor più sensibili ad accettare gli 'impedimenti'. Questo é il classico esempio, i neonati le impedivano le abitudini della sua vita. Stop. Sulle frequentazioni degli ambienti cattolici stendo un velo pietoso.
 
Condivido anche le virgole, giuro
Ci sarebbero delle considerazioni da fare : io non avrei mai abortito in vita mia ma se proprio in difficoltà ci sono condizioni per partorire in condizioni di sicurezza e poi la possibilità di essere assistiti e lasciare che una famiglia possa crescere il bambino
Questa è una storia completamente diversa dalle altre … da donna non capisco
Non capisco neanche come la gravidanza possa sfuggire al compagno, alla famiglia… sinceramente mi sembra assurdo
Partorire e poi partire? Non mi sembra possibile ma è successo
Non è in un posto sacro che trovi il bene … ma la preghiera serve a me affinché possa proteggermi dal male che purtroppo esiste
Le peggiori pugnalate della mia vita sono arrivate da gente che si batteva sempre il petto in chiesa… io l’ho visto il male e’piu’comune di quanto si possa immaginare
Esiste. Punto
 
Un tempo, chissà se ancora oggi, le “ragazze madri” venivano chiuse in convento dove venivano indotte ad abortire o a separarsi, in favore di altri, dal “frutto del peccato” giustificando il ritrovamento con l’abbandono da parte di una madre del piccolo sulla “ruote degli esposti” da cui il cognome più comune a Napoli di “Esposito”. Non a caso dai sotterranei di numerosi conventi di suore, durante lavori di restauro, continuano ad emergere resti di prodotti abortivi e neonati. Altresì sono state ritrovate, finanche nei conventi di monache di clausura, uscite segrete collegate a sotterranei attraverso cui le monache, in abiti borghesi, uscivano nei quartieri popolari di Napoli per fuggire dai grigiori delle mura religiose e, chi sa, anche per darsi alla dolce vita. Non sono pochi gli amici che, educati dalle suore, mi hanno confidato che è a molte di queste devono la loro “inizializzazione” al sesso. Mi raccontava un amico infermiere che una giovane suora, quando ne sentiva il bisogno, si faceva ricoverare in clinica con una scusa, per poterlo riabbracciare specie quando era di turno di notte. Ancora oggi una delle sue sculture più conosciute di Salvatore Grita, ''Voto contro natura'', realizzata tra il 1860 e il 1870 in mostra presso la Galleria d'Arte Moderna di Firenze, all'interno del maestoso Palazzo Pitti, è una denuncia anticlericale della terribile pratica della monacazione forzata. Il soggetto è una donna in abiti religiosi in stato di maternità, nascosta in un angolo in un profondo stato di disperazione. L'ambiente intorno alla donna è inequivocabilmente misero, squallido, a sottolineare la tristezza e l'impotenza del soggetto in stato di prigioniera. Una dedica incisa sul basamento della scultura riporta: ''Ai protettori e sostenitori del voto contro natura'', un vero e proprio urlo contro chi favoriva la pratica della monacazione forzata delle ragazze incinte.
 
Per tante persone essere cattolici è una copertura, essere cattolici è difficile ed un vero cattolico si sente sempre in difetto con Dio e con se stesso, purtroppo la Chiesa moderna ha depenalizzato il concetto di peccato.
 
Purtroppo oggi, con la conoscenza di ciò che sono state le imposizioni, nei confronti delle giovani donne nei tempi bui del passato, si dovrebbe avere il buon senso di prevenire una gravidanza non voluta. Tanti anni fa, una mia conoscente, fu ricoverata in ospedale e conobbe una "donna", che era arrivata al 18esimo aborto. Non prendeva la pillola anticoncezionale. Criminale lei, ma il marito doveva essere "amputato" di quell'organo maledetto. Sono mamma di 2 figli che sono la mia vita. Certe cose non sono assolutamente comprensibili o giustificabili.
 

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