chiara petrolini

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  1. L'infanticidio di Parma ovvero chi crede non è per forza una brava...

    La storia dell'infanticida che si è liberata di due neonati è una vicenda di cronaca nera, che non vale la pena essere seguita per le stesse ragioni che ho più volte elencato per altri fatti analoghi: la prima è che quando parliamo di umanità e vi accostiamo la parola "orrore", mostriamo di essere poco informati sui livelli del concetto espresso da questa parola che l'uomo può raggiungere. La seconda è che non si può in alcun modo fare sociologia, psichiatria, antropologia su una donna...
    Il mio commento é simile a quello fatto in un tuo post precedente. Per me il "Male" e il "Bene" come concetti astratti non esistono. Esiste la mente umana che (e ogni giorno viene dimostrato) naturalmente porta le persone ad eliminare ciò che crea loro impedimenti o sofferenze, ma più di tutto impedimenti. Se non lo fanno é perché é stato insegnato loro che così non si fa, sono state 'formate' a non farlo, sono state convinte che la sopportazione, la tolleranza sono cose giuste, sono state indotte ad odiare ma a non reagire, sono state addestrate a pensare che "il Bene" é ciò che ci rende normali, sono state amate e così sono ancor più sensibili ad accettare gli 'impedimenti'. Questo é il classico esempio, i neonati le impedivano le abitudini della sua vita. Stop. Sulle frequentazioni degli ambienti cattolici stendo un velo pietoso.
     
    Condivido anche le virgole, giuro
    Ci sarebbero delle considerazioni da fare : io non avrei mai abortito in vita mia ma se proprio in difficoltà ci sono condizioni per partorire in condizioni di sicurezza e poi la possibilità di essere assistiti e lasciare che una famiglia possa crescere il bambino
    Questa è una storia completamente diversa dalle altre … da donna non capisco
    Non capisco neanche come la gravidanza possa sfuggire al compagno, alla famiglia… sinceramente mi sembra assurdo
    Partorire e poi partire? Non mi sembra possibile ma è successo
    Non è in un posto sacro che trovi il bene … ma la preghiera serve a me affinché possa proteggermi dal male che purtroppo esiste
    Le peggiori pugnalate della mia vita sono arrivate da gente che si batteva sempre il petto in chiesa… io l’ho visto il male e’piu’comune di quanto si possa immaginare
    Esiste. Punto
     
    Un tempo, chissà se ancora oggi, le “ragazze madri” venivano chiuse in convento dove venivano indotte ad abortire o a separarsi, in favore di altri, dal “frutto del peccato” giustificando il ritrovamento con l’abbandono da parte di una madre del piccolo sulla “ruote degli esposti” da cui il cognome più comune a Napoli di “Esposito”. Non a caso dai sotterranei di numerosi conventi di suore, durante lavori di restauro, continuano ad emergere resti di prodotti abortivi e neonati. Altresì sono state ritrovate, finanche nei conventi di monache di clausura, uscite segrete collegate a sotterranei attraverso cui le monache, in abiti borghesi, uscivano nei quartieri popolari di Napoli per fuggire dai grigiori delle mura religiose e, chi sa, anche per darsi alla dolce vita. Non sono pochi gli amici che, educati dalle suore, mi hanno confidato che è a molte di queste devono la loro “inizializzazione” al sesso. Mi raccontava un amico infermiere che una giovane suora, quando ne sentiva il bisogno, si faceva ricoverare in clinica con una scusa, per poterlo riabbracciare specie quando era di turno di notte. Ancora oggi una delle sue sculture più conosciute di Salvatore Grita, ''Voto contro natura'', realizzata tra il 1860 e il 1870 in mostra presso la Galleria d'Arte Moderna di Firenze, all'interno del maestoso Palazzo Pitti, è una denuncia anticlericale della terribile pratica della monacazione forzata. Il soggetto è una donna in abiti religiosi in stato di maternità, nascosta in un angolo in un profondo stato di disperazione. L'ambiente intorno alla donna è inequivocabilmente misero, squallido, a sottolineare la tristezza e l'impotenza del soggetto in stato di prigioniera. Una dedica incisa sul basamento della scultura riporta: ''Ai protettori e sostenitori del voto contro natura'', un vero e proprio urlo contro chi favoriva la pratica della monacazione forzata delle ragazze incinte.
     
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