Sto osservando l'ultima polemica che riguarda Selvaggia Lucarelli. In sostanza, è successo che una ristoratrice, tale Giovanna Pedretti, si è suicidata per la vergogna dopo che la popolare blogger e il suo fidanzato l'hanno accusata di essersi sostanzialmente inventata una recensione omofoba, alla quale la ristoratrice avrebbe risposto con un commento pro-gay, allo scopo di farsi pubblicità. E mi stupisce come le masse, ad ogni polemica nella quale sanguinosamente si contrappongono, non si rendano conto della reale entità della questione.

Primo punto. Se questa ristoratrice - io non lo so né ho elementi per dirlo - ha fatto questa cosa, la colpa è di chi l'ha convinta che oggi essere pro-LGBT implichi un passepartout per arrivare al successo. In questo senso, ha soltanto applicato una strategia di marketing ad una constatazione sociologica evidente che è molto semplice: oggi essere gay friendly conviene. Ma la colpa non è certo sua, bensì di chi ogni giorno riempie i media di tonnellate di propaganda LGBT. In fin dei conti, la ristoratrice ha commesso un peccato talmente lieve che io avrei fatto cadere la cosa e mi sarei fatto un sacco di risate.

Punto secondo. Il problema non è se Selvaggia Lucarelli abbia ragione nel fare quello che ha fatto e che fa abitualmente. Molti si stanno scagliando contro di lei, ignorando il punto della questione che è l'enorme potere di cui godono non tanto lei quanto in generale figure che, senza alcuna legittimazione né elettorale né istituzionale, oggi possono letteralmente distruggere la reputazione di una persona con un semplice contenuto video, audio o testuale. E la cosa si estende anche ai tanti opinionisti che da due giorni stanno linciando in pubblico gli artefici delle violenze sul pitbull Aron e sul gattino buttato in una fontana e morto annegato. Che hanno commesso una nefandezza, certo, ma di cui devono essere chiamati a rispondere in un tribunale, non davanti al popolo di Twitter.

Allora il vero punto della questione non è se la Pedretti si sia inventata la recensione o se la Lucarelli abbia fatto bene a sputtanarla, ma capire se vogliamo vivere in uno stato di diritto oppure nella giungla, nella quale, come è noto, vince il più forte. E c'è dunque una palese disparità di forze tra un'opinionista come la Lucarelli, che può vantare milioni di follower, e una povera diavola che vive soltanto del suo ristorante.
Viceversa, in un paese civile, se si legge una recensione che si suppone essere falsa su una piattaforma, si contatta l'amministratore del servizio che farà le lecite verifiche del caso - IP, cookie e quant'altro - arrivando a cancellare la recensione o addirittura a bannare la proprietaria del ristorante. In un paese civile, inasprisci le pene che riguardino la violenza sugli animali ma al tempo stesso banni anche coloro che stanno linciando i responsabili di quella violenza sugli animali.
In un paese civile, la pena per un reato o per un'azione scorretta è affidata agli organi istituzionali, non alla popolarità di un maestro di pensiero, di un cittadino privato.


E' esattamente questo, indipendentemente da chi abbia ragione sulla polemica, il punto che non si vuole capire.
Siamo arrivati al punto per cui un post sui social è molto più pericoloso di una sentenza di condanna. E se consideriamo che i social media sono privati, la conclusione mi sembra ovvia: abbiamo privatizzato lo stato di diritto.
Con tutti i pericoli che questo comporta, almeno per chi crede ancora ad una comunità le cui sentenze scaturiscano da giudici preparati e non da trogloditi con la bava alla bocca.

Comments

M
Il problema è che la giustizia non funziona come dovrebbe, tanto che le persone stanno perdendo fiducia in essa.
Se una comunità vede scorrazzare liberamente un omicida, uno stupratore o uno che ha ammazzato un animale per puro divertimento, che fiducia dovrebbe riporre in uno stato di diritto che è solo nella carta?
 
Visto che da settimane non vado al bar non sono aggiornata,sulla faccenda. Purtroppo in streaming non trovo notizie e neppure tra la stampa straniera 😂. Ma davvero una si é suicidata perché la Lucarelli ha sparato le sue solite baggianate? Azz...potenza di fuoco dei social! Ma se é vero la, suicida non stava mica tanto bene di testa.
 

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Franco Marino
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