Dai deliri di questi giorni contro il maschio ai progetti di Bill Gates per eliminare il cromosoma Y, da Fiorella Mannoia che - giuro, non è Lercio - annuncia che cambierà il testo della sua canzone più famosa (peraltro manco scritta da lei) trasformandolo in "Ti diremo ancora un altro.. NO", la sensazione di molti osservatori è che il progressismo abbia imboccato una pericolosa china psichiatrica. Psichiatrica perché quelli di cui sopra sono deliri - e su questo non concedo un millimetro - e pericolosa perché questi matti sono al potere.
In realtà, non è nulla di nuovo per chi, da anni, studia questi temi. Perché *da sempre* ogni ideologia che derivi dall'idealismo ottocentesco - e il femminismo è tra queste - persegue un mondo e un'umanità ideale che cozza contro la struttura del sistema nervoso umano per quello che è, che prevede che maschi e femmine siano diversi, nel bene e nel male. Scagliarsi, dunque, contro il cosiddetto patriarcato è una scemenza tale e quale a quella del montanaro che si scaglia contro il mare. E pur tuttavia, è una scemenza che pure qualcuno deve provare ad eliminare.
Chi scrive che la nostra è una società maschilista sottintende una situazione di privilegio detenuta dall'uomo, per la quale il potere è detenuto dall'uomo e che i salari maschili siano più alti di quelli femminili e questo basterebbe a definirla una situazione di privilegio. La principale difficoltà di interagire con la variante isterica delle femministe sta nel far comprendere loro che essere maschi non è soltanto un onore ma anche e soprattutto un onere, e che il maggior potere del maschio corrisponde anche a grandi responsabilità all'interno di un sistema che potrebbe definirsi autenticamente di privilegio se gli onori fossero tutti del maschio e gli oneri tutti della femmina. Mentre in merito al patriarcato, quando andiamo a vedere la realtà fattuale, scopriamo cose ben diverse da quelle sostenute dal femminismo. Quali?
Tanto per cominciare, se andiamo a vedere le statistiche dei morti sul lavoro, scopriremo che il 95% sono maschi, che pressoché la totalità dei soldati che muoiono in guerra - nonostante oggi anche una donna possa entrare nell'esercito - è maschile, e che la percentuale di civili maschi che muoiono in una guerra scende ad appena sotto il 90%.
E qui parliamo solo di casi estremi. Perché nell'analisi dell'ordinarietà giornaliera accade che un uomo non nullatenente e che abbia la sventura di separarsi, sia completamente in balia della moglie, la quale può letteralmente mandarlo in mezzo ad una strada ed impedirgli di vedere i figli, trasformandolo in un barbone. Le cause di separazione si risolvono puntualmente in una perdita secca mensile sempre e solo per il maschio e con una sistematica e tollerata diffamazione a carico del padre. Al punto che una mia amica figlia di separati è, ad oggi, l'unico caso in Campania di figlia assegnata al padre e soltanto perché quest'ultimo è uno degli uomini più potenti di Napoli e la madre se n'è sempre fregata. Perché, per il resto, ogni causa di separazione si risolve in un cliché ben definito: padre mandato in mezzo ad una strada con i figli assegnati alla madre. Il tutto, incoraggiato da fiction che vedono sempre la donna nel ruolo di vittima sacrificale, alla quale tutto si perdona, compresa l'infedeltà maschile che viene, invece, sempre condannata, come se le due cose si equivalessero e non fosse, al contrario, almeno fino alla scoperta del DNA, molto più grave e pericolosa l'infedeltà femminile. Se poco poco un uomo osa non aiutare la donna in casa, viene dipinto come una specie di mostro, se osa dare uno schiaffo dopo che è stato provocato in ogni modo e nella maniera più bieca, viene praticamente denunciato, la sessualità maschile viene sempre guardata come una cosa sporca, contrapposta ad un'immaginifica purezza della sessualità femminile, insomma, l'odio per il maschio viene sotterraneamente covato da decenni.
In estrema sintesi, il nostro sarebbe un sistema maschilista se gli uomini detenessero - come in effetti accade - gli onori rinfacciati dalle donne, ma ad avere gli oneri, come morire suicide, in guerra o sul lavoro, fossero queste ultime. Dunque, di che razza di patriarcato si sta parlando?
Il motivo per cui il potere è detenuto prevalentemente da maschi deriva dal fatto che il testosterone, l'ormone che l'uomo possiede in misure fino a venti volte maggiori rispetto a quanto ne abbiano le donne, lo rende molto più ambizioso - in quanto più potere è uguale a più soldi - rispetto alla donna che, d'altro canto, spesso, anche se è un'emerita cretina, è sufficiente che sia dotata di un aspetto gradevole per trovare un uomo che voglia con essa accoppiarsi. Per il resto, oggi essere maschi non solo non comporta più i vantaggi di una volta, ma fa rimanere intatti gli oneri che già avevamo prima che il femminismo ne aggiungesse altri, che può capire soltanto chi è nato col pene e con i testicoli.
Il patriarcato prevede la convinzione che il padre sia il vero padrone di una famiglia, e non è più così da almeno quarant'anni, con tutti gli aspetti positivi ma soprattutto negativi che questa condizione comporti.
In realtà, non è nulla di nuovo per chi, da anni, studia questi temi. Perché *da sempre* ogni ideologia che derivi dall'idealismo ottocentesco - e il femminismo è tra queste - persegue un mondo e un'umanità ideale che cozza contro la struttura del sistema nervoso umano per quello che è, che prevede che maschi e femmine siano diversi, nel bene e nel male. Scagliarsi, dunque, contro il cosiddetto patriarcato è una scemenza tale e quale a quella del montanaro che si scaglia contro il mare. E pur tuttavia, è una scemenza che pure qualcuno deve provare ad eliminare.
Chi scrive che la nostra è una società maschilista sottintende una situazione di privilegio detenuta dall'uomo, per la quale il potere è detenuto dall'uomo e che i salari maschili siano più alti di quelli femminili e questo basterebbe a definirla una situazione di privilegio. La principale difficoltà di interagire con la variante isterica delle femministe sta nel far comprendere loro che essere maschi non è soltanto un onore ma anche e soprattutto un onere, e che il maggior potere del maschio corrisponde anche a grandi responsabilità all'interno di un sistema che potrebbe definirsi autenticamente di privilegio se gli onori fossero tutti del maschio e gli oneri tutti della femmina. Mentre in merito al patriarcato, quando andiamo a vedere la realtà fattuale, scopriamo cose ben diverse da quelle sostenute dal femminismo. Quali?
Tanto per cominciare, se andiamo a vedere le statistiche dei morti sul lavoro, scopriremo che il 95% sono maschi, che pressoché la totalità dei soldati che muoiono in guerra - nonostante oggi anche una donna possa entrare nell'esercito - è maschile, e che la percentuale di civili maschi che muoiono in una guerra scende ad appena sotto il 90%.
E qui parliamo solo di casi estremi. Perché nell'analisi dell'ordinarietà giornaliera accade che un uomo non nullatenente e che abbia la sventura di separarsi, sia completamente in balia della moglie, la quale può letteralmente mandarlo in mezzo ad una strada ed impedirgli di vedere i figli, trasformandolo in un barbone. Le cause di separazione si risolvono puntualmente in una perdita secca mensile sempre e solo per il maschio e con una sistematica e tollerata diffamazione a carico del padre. Al punto che una mia amica figlia di separati è, ad oggi, l'unico caso in Campania di figlia assegnata al padre e soltanto perché quest'ultimo è uno degli uomini più potenti di Napoli e la madre se n'è sempre fregata. Perché, per il resto, ogni causa di separazione si risolve in un cliché ben definito: padre mandato in mezzo ad una strada con i figli assegnati alla madre. Il tutto, incoraggiato da fiction che vedono sempre la donna nel ruolo di vittima sacrificale, alla quale tutto si perdona, compresa l'infedeltà maschile che viene, invece, sempre condannata, come se le due cose si equivalessero e non fosse, al contrario, almeno fino alla scoperta del DNA, molto più grave e pericolosa l'infedeltà femminile. Se poco poco un uomo osa non aiutare la donna in casa, viene dipinto come una specie di mostro, se osa dare uno schiaffo dopo che è stato provocato in ogni modo e nella maniera più bieca, viene praticamente denunciato, la sessualità maschile viene sempre guardata come una cosa sporca, contrapposta ad un'immaginifica purezza della sessualità femminile, insomma, l'odio per il maschio viene sotterraneamente covato da decenni.
In estrema sintesi, il nostro sarebbe un sistema maschilista se gli uomini detenessero - come in effetti accade - gli onori rinfacciati dalle donne, ma ad avere gli oneri, come morire suicide, in guerra o sul lavoro, fossero queste ultime. Dunque, di che razza di patriarcato si sta parlando?
Il motivo per cui il potere è detenuto prevalentemente da maschi deriva dal fatto che il testosterone, l'ormone che l'uomo possiede in misure fino a venti volte maggiori rispetto a quanto ne abbiano le donne, lo rende molto più ambizioso - in quanto più potere è uguale a più soldi - rispetto alla donna che, d'altro canto, spesso, anche se è un'emerita cretina, è sufficiente che sia dotata di un aspetto gradevole per trovare un uomo che voglia con essa accoppiarsi. Per il resto, oggi essere maschi non solo non comporta più i vantaggi di una volta, ma fa rimanere intatti gli oneri che già avevamo prima che il femminismo ne aggiungesse altri, che può capire soltanto chi è nato col pene e con i testicoli.
Il patriarcato prevede la convinzione che il padre sia il vero padrone di una famiglia, e non è più così da almeno quarant'anni, con tutti gli aspetti positivi ma soprattutto negativi che questa condizione comporti.
Così, per tornare al fatto di cronaca - quello dell'omicidio di Giulia Cecchettin - su cui, da giorni, orde barbariche di isterici si stanno scontrando, è accaduta una cosa semplicissima che non ha nulla a che fare col patriarcato: un ragazzo che non sa accettare la fine di un amore e tutte le conseguenze che ne derivano. Un dramma che colpisce tutti, di sesso maschile o femminile, e che si risolve in un unico modo: non annullandosi, non considerando il sesso, l'amore e in generale il sentimento l'unico interesse della propria vita. Pensare che una donna digerisca facilmente un rifiuto è proprio di chi non abbia mai avuto la balzana idea di lasciarne una. E pensare che un maschio, in quanto maschio, debba chiedere scusa per tutti i delitti di cui è vittima una donna, è una roba da malati di mente per la quale l'unica soluzione è un TSO globale. Ma è solo la punta di un iceberg che affonda nella misandria che viene, da decenni, somministrata in piccole dosi quotidiane come il veleno per topi - assieme ad altri veleni - e che ha intossicato un'intera società, trasformandola in un ospedale psichiatrico a cielo aperto.