Se si vuole portare un contributo di chiarezza e non di tifo da stadio, bisogna fare l'avvocato della controparte. E naturalmente, in una guerra, torti e ragioni non esistono, in quanto nella sua tragicità essa è il mare ove il fiume della politica va a morire. Pensare che una guerra scoppi perché uno dei due è pazzo e/o l'emanazione di Satana o perché vuole diventare l'angelo che salverà il mondo dal male, è un modo di ragionare da bambini delle elementari che mi porta a perdere automaticamente stima di chiunque si esprima in questo modo. Tanto più che nessuno dei protagonisti ha torto a prescindere. Quindi, anche se difesi malissimo dalla stampa di regime, ovviamente anche l'Ucraina ha i suoi argomenti. E saltando automaticamente le scemenze dei commentatori mainstream, provvisti della stessa dignità intellettuale di un'ostrica, non deve sorprendere che non poche penne antisistema e sovranista, si siano schierati per l'Ucraina, nell'idea che la battaglia di Zelensky per la difesa della sovranità, richieda un allineamento a priori di tutti i nazionalisti e sovranisti del mondo.
Questo è peraltro un cortocircuito tipico del sovranismo, che spiega l'impossibilità - da molti velleitariamente auspicata - di un'Internazionale Sovranista. Infatti, mentre il socialismo internazionale teorizza il superamento delle sovranità nazionali ("proletari di tutto il mondo, unitevi") il nazionalismo e il sovranismo sono per definizione l'esatto opposto. Ogni forma di internazionalismo ideologico si basa sul sacrificio dell'interesse nazionale in nome di un'ideologia supposta superiore. Infatti, la questione non è se l'Ucraina non abbia ragioni di difendere la propria dignità storica. L'idea stessa che quelli del battaglione Azov leggano un fesso qualsiasi sui social e dicano "Non è d'accordo col fatto che combattiamo? Ah va bene, allora riponiamo le armi e lasciamoci invadere" ovviamente farebbe ridere i polli. Il punto è che banalmente una nazione non ha certo bisogno dell'autorizzazione morale altrui per combattere, ma di un popolo, di un territorio e della capacità di saperlo occupare. Se c'è quello, c'è tutto. Se l'Ucraina oggi non può difendersi da sola, ha bisogno che qualcuno la aiuti, viceversa Putin se la papperebbe in meno di una settimana. Se l'Ucraina oggi non può essere indipendente, chi la sta aiutando prima o poi chiederà il conto. E questa è già una sconfitta in partenza.

Naturalmente rimane l'obiezione di fondo spesso posta dai filoucraini: "Come reagiresti se qualcuno cercasse di rubare il Sudtirolo all'Italia?" Sembra un'obiezione imparabile e non lo è affatto. Una causa straniera si sostiene se si ha interesse a sostenerla. Che io non voglia perdere l'Alto Adige o il Sudtirolo, in quanto italiano, è del tutto normale. Che viceversa l'Ucraina sostenga l'Italia e metta la bandierina tricolore nei propri profili social se la Germania o l'Austria invadessero il Sud Tirolo, avrebbe senso soltanto se ne ricavasse un vantaggio. E a parti invertite, il vantaggio italiano nel sostenere Zelensky semplicemente non esiste. L'Ucraina è un paese debolissimo, indebitato, povero, che non può costituire certo un alleato in grado di ricambiare il favore qualora un giorno avessimo dei problemi. Ben più conveniente sarebbe l'alleanza con la Russia. Di cui sono, da sempre, sostenitore, perché se davvero i paesi europei vogliono liberarsi dal giogo americano e raggiungere una reale indipendenza, la Russia - un alleato forte ma non a sufficienza da diventare soverchiante - è l'unico paese col quale si possa tessere un discorso credibile. Già più sensata è la preoccupazione che Putin, risolto a suo favore il conflitto ucraino, possa proseguire un disegno panslavista e magari estendersi ad altri territori. Tenderei ad escluderlo ma perlomeno andiamo su un piano molto più sano che è quello di una laica valutazione degli interessi in ballo.

Rimane poi la vera questione importante che è "Per quale Ucraina ci stiamo battendo?". E' comprensibile voler ricomprare l'appartamento del vicino di casa perché un tempo era della nonna, ma ha senso indebitarsi fin sopra i capelli, rischiando la propria di casa? Se gli Stati Uniti vincono in Ucraina, Kiev non tornerà libera: semplicemente diventerà un protettorato americano. Quindi anche l'esempio del Sudtirolo che mi è stato fatto perde di valore. Infatti, se quell'area volesse diventare tedesca e gli americani per aiutarci chiedessero un conto salatissimo facendo stare ancor peggio l'Italia, indebitandola ancora di più e riempendola di basi militari, sarebbe un affare? Ovviamente no.
L'Ucraina consegnandosi agli Stati Uniti, si è di fatto condannata all'irrilevanza storica. Se volesse ripigliarsi il Donbass e la Crimea per una questione di principio e fosse nelle condizioni di farlo da sola, o di farlo assieme ad altri alleati che hanno lo stesso interesse, Zelensky avrebbe un sostegno molto più ampio e credibile. Viceversa, che senso ha battersi per recuperare territori - da sempre ostili a Kiev - se per ottenere questo presupposto ci si lega mani e piedi ad un alleato che comunque non fa regali? Questo è il punto. La politica - e men che meno la geopolitica - non si fa con le carte che si vorrebbero ma su quelle in mano, perché su quelle si può sviluppare una strategia. E certamente, dipendesse dall'ideale patriottico, un vero italiano dovrebbe battersi non solo contro una secessione del Sudtirolo, ma pure riprendersi la Corsica, l'Istria, la Dalmazia, Fiume, Nizza, la Savoia e le colonie. Rifare la Grande Italia, in sostanza. Il punto è che senza una reale autosufficienza, un progetto di questo tipo verrebbe sabotato in tutti i modi da chi può chiudere i rubinetti. Allora la capacità del bravo politico deve anche essere quella di saper momentaneamente rinunciare ad una cosa per poi riprendersela forte di una maggiore indipendenza. Che è poi quello che fa Erdogan in Turchia, per esempio.

I sostenitori dell'Ucraina, se anche vinceranno, ormai sono schiavi degli Stati Uniti, ai quali, della liberazione degli ucraini, in sé, ovviamente e legittimamente, non frega niente. Il motivo per cui gli Stati Uniti si interessano alle sorti dell'Ucraina non ha niente a che fare con ragioni idealistiche ma con un'unica esigenza: intanto impossessarsi di un territorio ricchissimo di grano e poter dunque ricattare gli alleati che un tempo lo prendevano direttamente dall'Ucraina e soprattutto mettere sotto pressione la Federazione Russa circondandola con altre basi. Anche perché il problema ucraino diventa un problema altrui solo se la sua risoluzione è favorevole agli interessi degli altri. Se, invece, a fronte del pericolo del tutto teorico di un allargamento delle mire di Putin, si verificano conseguenze molto pratiche come rinunciare dalla sera alla mattina al Superbonus e triplicare le bollette, la difesa di Zelensky cessa di essere una causa utile e diventa un problema.
E, lo dico ad eventuali amici ucraini che leggessero, non c'è davvero nulla di personale. Io posso immaginare il dramma che stanno passando, non posso certo permettermi di dire che lo capisco perché per capirlo dovrei aver provato l'esperienza di vedere i carri armati nel mio paese a distruggere le nostre case, i morti, la fame e questa è un'esperienza che per fortuna non abbiamo (ancora) fatto, almeno noi nati dopo il 1945. Ma la sostanza non cambia: l'Italia non può permettersi di aiutarli. Ha già troppi problemi per conto proprio, senza farsi carico di quelli di un paese che, a prescindere da ogni sua ragione, fino a prova contraria non può darci nulla.

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Può darci molto invece.Orde di immigrati a basso costo ad esempio...tanto per accelerare ancora di più la sostituzione etnica....mentre la Meloni si dà un gran da fare per entrare nel gioco della ricostruzione di quello sventurato Paese (con i soldi chi poi non si sa)...quanto alla scusa che se Putin non venisse fermato poi potrebbe espandersi ancor di più,sono tutte cazzate...a venire verso ovest partendo dall'Ucraina vi è la Nato ovunque,Putin non invaderebbe mai un Paese Nato. Lo ha fatto con l'Ucraina proprio per arrestare la sua espansione sin dietro la propria porta di casa.
 
Franco queste sono le Nazioni aderenti alla Nato oggi:
Belgio, Bulgaria, Canada, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti, Turchia, Ungheria e Finlandia. A breve la Svezia.
La Russia per espandersi a sud-ovest dovrebbe passare da Polonia,Romania,Bulgaria,Ungheria,Repubblica Ceca,Slovacchia e Slovenia,tutti membri Nato. A nord-ovest ci sono tutte le repubbliche baltiche e la Finlandia.
Praticamente impossibile,il cordone è totale.
L'espansione ad ovest oltre l'Ucraina è impossibile senza provocare una guerra mondiale.
 

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Franco Marino
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