Di fronte al mio articolo sugli insetti a tavola - che non è volutamente sceso nel dettaglio non per niente - la risposta meno in tema è quella di farne una dissertazione sulla loro bontà e sulla sicurezza dell'organismo, che non è mai stato il punto della situazione. D'altra parte, è sufficiente farsi un giro presso alcune culture per scoprire che ciò che riteniamo aberrante mangiare, per altri non soltanto è la norma, ma spesso al contrario per loro è aberrante ciò che mangiamo noi. Il punto, non da tutti colto, è esattamente questo: "Cosa stia diventando l'Occidente". E' democratico e liberale un Occidente che entra nelle tavole delle persone, dapprima blandendole e poi costringendole ad adeguarsi agli standard imposti dall'alto? La risposta più normale, in un paese dal dibattito normale, sarebbe negativa, ma cose che fino al 2019 sembravano degne di un paese totalitario, nel 2020 sono entrate come mentalità corrente. E questo ci impone di considerare se l'Occidente sia quel che sia perché lo è diventato o perché lo è sempre stato.
Uno dei primi errori è pensare ad una civiltà come a qualcosa che si sviluppa in virtù di una filosofia e cioè, in sintesi, "noi la pensiamo così e dunque la nostra civiltà seguirà il nostro pensiero". Questo non vale, in generale, per nessuna civiltà, nessuna delle quali è nata per essere in un modo ora e per sempre anche a costo della propria esistenza. E' così esistita una Roma repubblicana e una Roma imperiale, una Roma pagana e una Roma cristiana. E' esistita un'America autenticamente libertaria con un capitalismo di ispirazione sociale e oggi c'è un'America autoritaria e ideologica sul piano dei diritti e liberista ed individualista sul piano economico. E' esistita la Russia zarista, poi quella comunista, poi quella ultracapitalista e oggi c'è una Russia sostanzialmente fascista. L'Inghilterra prethatcheriana era uno dei capisaldi della sinistra socialista per poi prendere tutt'altra direzione. E non ne parliamo dell'Italia che "se li è fatti tutti", come si direbbe di una donna di facili costumi. I valori che un popolo decide di darsi sono sempre figli della contingenza del momento. Per esempio, la rivoluzione francese - e tutto quello che ne è seguito - c'era e non poteva non esserci: una popolazione numerosa, campagne che si spopolavano sempre più per andare a vivere in città, palazzi sviluppati in altezza, una maggiore densità, risorse che non aumentavano e dunque classi dirigenti che non potevano in alcun modo fronteggiare le inevitabili proteste che poi sarebbero sfociate nelle rivolte per il pane e nei moti di massa, su uno sfondo di nobiltà e clero che non volevano rendersi conto della situazione. Il famoso aneddoto di Maria Antonietta che diceva "se non hanno il pane, dategli le brioche" è con ogni probabilità falso, ma esprimeva comunque l'andazzo a corte: i re francesi non capirono cosa stesse accadendo e pagarono con la vita.
Analogamente la rivoluzione americana c'era e non poteva non esserci: gli europei che erano andati in America erano per la gran parte galeotti che le madripatrie scaricavano in mare convinti e fiduciosi che si sarebbero persi e che invece, lontani dal controllo delle patrie, fondarono colonie sostanzialmente resistenti al volere di casa. Quando quelli che sarebbero diventati i futuri Stati Uniti d'America capirono che la madrepatria voleva soltanto senza dare nulla in cambio, si ribellarono e ottennero l'indipendenza.
Le altre elite politiche, resesi conto che contro questi cambiamenti non c'era alcuna possibilità di prevalere con la forza, rinunciarono al proprio tratto assolutistico e le monarchie assolute si trasformarono in monarchie costituzionali quando non addirittura in repubbliche.
Da questi fatti storici si ricavano due punti di fondamentale importanza: l'Occidente è diventato democratico e liberale solo perché non aveva scelta, non per effetto di una propria convinzione, e soprattutto che democrazia e libertà sono figlie di una lotta tra il potere e il popolo e dal paura che il potere ha del popolo. E dal momento che le elite politiche non sono cambiate dall'Ottocento - alcune, come per esempio i Rothschild, si nascondono dietro mille scatole cinesi, altre come i regnanti inglesi sono ancora effettive al proprio posto - era del tutto ovvio non solo che si organizzassero per cercare di sabotare quella libertà e democrazia ma che questo sabotaggio sarebbe arrivato sfruttando proprio le regole della democrazia. Perché bisogna dirlo con chiarezza: oggi nessun potere potrebbe affrontare uno scontro frontale con un popolo organizzato. Allora si cerca di indurlo ad accettare il totalitarismo, progressivamente. I colti chiamano questo meccanismo, con un'espressione ormai un po' abusata, "finestra di Overton", i rozzi come me la chiamano "rana nell'ebollitore" ma il senso quello è: non possiamo distruggere il popolo frontalmente allora cerchiamo di abituarlo alla situazione. Quale? Molto semplicemente, l'Occidente siede su una bomba ad orologeria che è un enorme debito pubblico superiore di ben otto volte ciò che produce. Ciò significa che per poter sopravvivere con questo tenore di vita ha continuamente bisogno di depredare altri paesi. Se questo poteva funzionare in un regime unipolare, viceversa in un mondo multipolare dove per entrare nei BRICS c'è la fila e la Cina conquista sempre più terreno in Africa e in generale in tutti quei luoghi dove c'è sovrabbondanza di materie prime (che non c'è né in Europa né negli Stati Uniti) è semplicemente una condanna a morte.
Vistisi innalzare i confini del proprio imperialismo, gli Stati Uniti hanno un unico modo per salvarsi: svuotare quell'Occidente un tempo nutrito e protetto sì, ma soltanto in chiave antisovietica.
Perché stanno battendo sul consumo di insetti? Perché l'ecologismo ideologico serve a spillare soldi ai popoli europei. Si vuole semplicemente colpire la ricchezza dei paesi europei attraverso forme di patrimoniali mascherate - tra non molti anni, i proprietari di case dovranno adeguare gli standard dei propri appartamenti alle classi energetiche ecologiche - e attaverso l'aumento del costo del cibo. Questo naturalmente porterà i popoli europei ad autocannibalizzarsi. Ed è un processo dal quale non ci si salva con le regole della democrazia perché, potete starne certi - e la storia del covid ce lo dimostra - che se si dovesse verificare un'emergenza alimentare, i codardi invece di ribellarsi, ci cadranno mani e piedi.
Se qualcuno crede che questo sia un incidente di percorso dell'Occidente, non si rende evidentemente conto di alcune cose di fondamentale importanza.
Primo: fino alle rivoluzioni francesi e americane, l'Occidente ha una lunga storia o di monarchie assolute o di democrazie oligarchiche, temperate soltanto dall'impossibilità materiale di controllare tutto il popolo e comunque niente che somigli anche alla lontana alla democrazia come la intende l'Occidente oggi.
Secondo: l'evoluzione in senso democratico e liberale dell'Occidente è un incidente di percorso figlio dell'impossibilità da parte del potere di arginare il popolo.
Terzo: era inevitabile che prima o poi le stesse classi dirigenti che si sono viste sottrarre, per amore o per forza, il potere, si sarebbero organizzate per recuperarlo.
Quarto e più importante: libertà e democrazia non sono condizioni di pace ma di lotta. Un popolo è tanto più libero e democratico quanto più sia pronto a morire pur di mantenersi libero di autodeterminarsi e di gestirsi. In virtù di ciò, la convinzione che libertà e democrazia vadano di pari passo con pace e tolleranza, soprattutto in un'epoca storica in cui questi valori sono messi in crisi, è una colossale stupidaggine.
Non c'entrano nulla gli insetti a tavola, quelli sono soltanto l'ennesimo dei pretesti. C'entra che l'Occidente sta semplicemente ritornando ad essere ciò che è sempre stato: una Cina ma dove non si parla né cinese (per ora) né il latino dell'Impero Romano ma un inglese ormai abusato, parlato malissimo, assurto a nuovo latinorum, con in più un enorme impianto di sorveglianza globale che permette di sapere tutto di chiunque in qualsiasi momento, bombe termonucleari e, come si è visto in questi anni, armi batteriologiche. Non che la Cina originale sia diversa o che lo fosse l'Impero Romano, ma proprio per questo non ha senso spacciarsi per diversi da modelli autoritari che, perlomeno, non si camuffano per quel che non sono.
Uno dei primi errori è pensare ad una civiltà come a qualcosa che si sviluppa in virtù di una filosofia e cioè, in sintesi, "noi la pensiamo così e dunque la nostra civiltà seguirà il nostro pensiero". Questo non vale, in generale, per nessuna civiltà, nessuna delle quali è nata per essere in un modo ora e per sempre anche a costo della propria esistenza. E' così esistita una Roma repubblicana e una Roma imperiale, una Roma pagana e una Roma cristiana. E' esistita un'America autenticamente libertaria con un capitalismo di ispirazione sociale e oggi c'è un'America autoritaria e ideologica sul piano dei diritti e liberista ed individualista sul piano economico. E' esistita la Russia zarista, poi quella comunista, poi quella ultracapitalista e oggi c'è una Russia sostanzialmente fascista. L'Inghilterra prethatcheriana era uno dei capisaldi della sinistra socialista per poi prendere tutt'altra direzione. E non ne parliamo dell'Italia che "se li è fatti tutti", come si direbbe di una donna di facili costumi. I valori che un popolo decide di darsi sono sempre figli della contingenza del momento. Per esempio, la rivoluzione francese - e tutto quello che ne è seguito - c'era e non poteva non esserci: una popolazione numerosa, campagne che si spopolavano sempre più per andare a vivere in città, palazzi sviluppati in altezza, una maggiore densità, risorse che non aumentavano e dunque classi dirigenti che non potevano in alcun modo fronteggiare le inevitabili proteste che poi sarebbero sfociate nelle rivolte per il pane e nei moti di massa, su uno sfondo di nobiltà e clero che non volevano rendersi conto della situazione. Il famoso aneddoto di Maria Antonietta che diceva "se non hanno il pane, dategli le brioche" è con ogni probabilità falso, ma esprimeva comunque l'andazzo a corte: i re francesi non capirono cosa stesse accadendo e pagarono con la vita.
Analogamente la rivoluzione americana c'era e non poteva non esserci: gli europei che erano andati in America erano per la gran parte galeotti che le madripatrie scaricavano in mare convinti e fiduciosi che si sarebbero persi e che invece, lontani dal controllo delle patrie, fondarono colonie sostanzialmente resistenti al volere di casa. Quando quelli che sarebbero diventati i futuri Stati Uniti d'America capirono che la madrepatria voleva soltanto senza dare nulla in cambio, si ribellarono e ottennero l'indipendenza.
Le altre elite politiche, resesi conto che contro questi cambiamenti non c'era alcuna possibilità di prevalere con la forza, rinunciarono al proprio tratto assolutistico e le monarchie assolute si trasformarono in monarchie costituzionali quando non addirittura in repubbliche.
Da questi fatti storici si ricavano due punti di fondamentale importanza: l'Occidente è diventato democratico e liberale solo perché non aveva scelta, non per effetto di una propria convinzione, e soprattutto che democrazia e libertà sono figlie di una lotta tra il potere e il popolo e dal paura che il potere ha del popolo. E dal momento che le elite politiche non sono cambiate dall'Ottocento - alcune, come per esempio i Rothschild, si nascondono dietro mille scatole cinesi, altre come i regnanti inglesi sono ancora effettive al proprio posto - era del tutto ovvio non solo che si organizzassero per cercare di sabotare quella libertà e democrazia ma che questo sabotaggio sarebbe arrivato sfruttando proprio le regole della democrazia. Perché bisogna dirlo con chiarezza: oggi nessun potere potrebbe affrontare uno scontro frontale con un popolo organizzato. Allora si cerca di indurlo ad accettare il totalitarismo, progressivamente. I colti chiamano questo meccanismo, con un'espressione ormai un po' abusata, "finestra di Overton", i rozzi come me la chiamano "rana nell'ebollitore" ma il senso quello è: non possiamo distruggere il popolo frontalmente allora cerchiamo di abituarlo alla situazione. Quale? Molto semplicemente, l'Occidente siede su una bomba ad orologeria che è un enorme debito pubblico superiore di ben otto volte ciò che produce. Ciò significa che per poter sopravvivere con questo tenore di vita ha continuamente bisogno di depredare altri paesi. Se questo poteva funzionare in un regime unipolare, viceversa in un mondo multipolare dove per entrare nei BRICS c'è la fila e la Cina conquista sempre più terreno in Africa e in generale in tutti quei luoghi dove c'è sovrabbondanza di materie prime (che non c'è né in Europa né negli Stati Uniti) è semplicemente una condanna a morte.
Vistisi innalzare i confini del proprio imperialismo, gli Stati Uniti hanno un unico modo per salvarsi: svuotare quell'Occidente un tempo nutrito e protetto sì, ma soltanto in chiave antisovietica.
Perché stanno battendo sul consumo di insetti? Perché l'ecologismo ideologico serve a spillare soldi ai popoli europei. Si vuole semplicemente colpire la ricchezza dei paesi europei attraverso forme di patrimoniali mascherate - tra non molti anni, i proprietari di case dovranno adeguare gli standard dei propri appartamenti alle classi energetiche ecologiche - e attaverso l'aumento del costo del cibo. Questo naturalmente porterà i popoli europei ad autocannibalizzarsi. Ed è un processo dal quale non ci si salva con le regole della democrazia perché, potete starne certi - e la storia del covid ce lo dimostra - che se si dovesse verificare un'emergenza alimentare, i codardi invece di ribellarsi, ci cadranno mani e piedi.
Se qualcuno crede che questo sia un incidente di percorso dell'Occidente, non si rende evidentemente conto di alcune cose di fondamentale importanza.
Primo: fino alle rivoluzioni francesi e americane, l'Occidente ha una lunga storia o di monarchie assolute o di democrazie oligarchiche, temperate soltanto dall'impossibilità materiale di controllare tutto il popolo e comunque niente che somigli anche alla lontana alla democrazia come la intende l'Occidente oggi.
Secondo: l'evoluzione in senso democratico e liberale dell'Occidente è un incidente di percorso figlio dell'impossibilità da parte del potere di arginare il popolo.
Terzo: era inevitabile che prima o poi le stesse classi dirigenti che si sono viste sottrarre, per amore o per forza, il potere, si sarebbero organizzate per recuperarlo.
Quarto e più importante: libertà e democrazia non sono condizioni di pace ma di lotta. Un popolo è tanto più libero e democratico quanto più sia pronto a morire pur di mantenersi libero di autodeterminarsi e di gestirsi. In virtù di ciò, la convinzione che libertà e democrazia vadano di pari passo con pace e tolleranza, soprattutto in un'epoca storica in cui questi valori sono messi in crisi, è una colossale stupidaggine.
Non c'entrano nulla gli insetti a tavola, quelli sono soltanto l'ennesimo dei pretesti. C'entra che l'Occidente sta semplicemente ritornando ad essere ciò che è sempre stato: una Cina ma dove non si parla né cinese (per ora) né il latino dell'Impero Romano ma un inglese ormai abusato, parlato malissimo, assurto a nuovo latinorum, con in più un enorme impianto di sorveglianza globale che permette di sapere tutto di chiunque in qualsiasi momento, bombe termonucleari e, come si è visto in questi anni, armi batteriologiche. Non che la Cina originale sia diversa o che lo fosse l'Impero Romano, ma proprio per questo non ha senso spacciarsi per diversi da modelli autoritari che, perlomeno, non si camuffano per quel che non sono.
Quello che rende invece ipocrita e insopportabile l'Occidente è la sua pretesa non solo di essere migliore ma addirittura il garante di democrazia e libertà. Oltre al dettaglio non da poco di un declino che pare inarrestabile.