Come leggere la vicenda della condanna a 25000 euro ad Alessio Serrani per aver dato una pacca sul sedere a Greta Beccaglia? In una maniera molto semplice, che non ha nulla a che fare né col maschilismo di chi trova goliardico un gesto di questo tipo né col femminismo isterico di chi equipara ad uno stupro. Toccare una donna senza il suo consenso è una molestia, e su questo siamo tutti d'accordo. In generale è molesto qualsiasi atteggiamento provochi fastidio ad una persona. Ma ecco il punto, è il tipo di fastidio a fare la differenza.
Greta Beccaglia non è stata stuprata, si è vista toccare il sedere da un fesso che poi se n'è subito scappato a gambe levate. Un gesto assolutamente censurabile. Era giusto denunciarlo e punirlo con una sanzione? Sì. Un'ammenda di 250, facciamo 500 euro, facciamo pure 1000, è più che sufficiente. E' giusto viceversa condannarlo ad un anno e sei mesi e al pagamento di 25000 euro, nonché alla morte civile, sputtanandolo agli occhi del mondo intero come stupratore in pectore? Naturalmente no. E non la pensa così nemmeno il diritto il quale postula il principio di "proporzionalità della pena".
Se si condanna una persona che avrebbe i mezzi per comprarsi una mela ai servizi sociali, troveremo questa pena giusta e proporzionata. Se viceversa, si manda in galera per tre o quattro anni un poveraccio che vive di elemosina, l'istinto della gente sarà di solidarizzare con lui. La sentenza che condanna Andrea Serrani è, dunque, ovviamente assurda e ha ottenuto il risultato che persino molte donne si sono schierate con lui, anche perché di donne che ritengono il proprio culo non sufficientemente sacro da rovinare la vita allo sventurato che, quale che sia la ragione, glielo tocchi, per fortuna ce ne sono ancora. In quanto tale, questa sentenza non avrebbe alcuna giustificazione se non fosse che essa costituisce un precedente ossia: da oggi chiunque fa la cosa sbagliata, si vede intaccare pesantemente nel proprio patrimonio.
Il diritto ormai va in questa direzione: punire con salatissime sanzioni per cose di poco conto. Se avete una casa di proprietà e fate qualcosa di sbagliato, con la persona sbagliata (oppure non la fate e la "persona sbagliata" se la inventa) rischiate di vedervi coinvolti in cause che vi costringano a vendervi tutto quello che avete. A quel punto, verrete contattati, guarda un po' il caso, da agenzie immobiliari, magari con sede all'estero, che conoscendo le vostre difficoltà, acquisteranno la vostra casa sotto costo, prima che a portarvela via sarà la vostra controparte in causa - la prima casa non è pignorabile dallo stato ma dai privati sì - e a quel punto voi avrete perso tutto quello che avete per cosa? Per aver investito qualcuno con la macchina? No, per aver toccato un sedere a qualcuno o perché quel qualcuno una donna, categoria protetta a prescindere (dunque a questo punto anche un gay, un immigrato e via dicendo), vi accuserà di averlo fatto, anche se non l'avete fatto.
Concentrarsi sul tocco del sedere, significa non aver colto la reale sostanza della questione. Il vero obiettivo non è tutelare il sedere di una donna e nemmeno i diritti di qualche categoria protetta. Ma di dare ai giudici il potere di incidere sul patrimonio dei cittadini, strumentalizzando vicende di poco conto.
Greta Beccaglia non è stata stuprata, si è vista toccare il sedere da un fesso che poi se n'è subito scappato a gambe levate. Un gesto assolutamente censurabile. Era giusto denunciarlo e punirlo con una sanzione? Sì. Un'ammenda di 250, facciamo 500 euro, facciamo pure 1000, è più che sufficiente. E' giusto viceversa condannarlo ad un anno e sei mesi e al pagamento di 25000 euro, nonché alla morte civile, sputtanandolo agli occhi del mondo intero come stupratore in pectore? Naturalmente no. E non la pensa così nemmeno il diritto il quale postula il principio di "proporzionalità della pena".
Se si condanna una persona che avrebbe i mezzi per comprarsi una mela ai servizi sociali, troveremo questa pena giusta e proporzionata. Se viceversa, si manda in galera per tre o quattro anni un poveraccio che vive di elemosina, l'istinto della gente sarà di solidarizzare con lui. La sentenza che condanna Andrea Serrani è, dunque, ovviamente assurda e ha ottenuto il risultato che persino molte donne si sono schierate con lui, anche perché di donne che ritengono il proprio culo non sufficientemente sacro da rovinare la vita allo sventurato che, quale che sia la ragione, glielo tocchi, per fortuna ce ne sono ancora. In quanto tale, questa sentenza non avrebbe alcuna giustificazione se non fosse che essa costituisce un precedente ossia: da oggi chiunque fa la cosa sbagliata, si vede intaccare pesantemente nel proprio patrimonio.
Il diritto ormai va in questa direzione: punire con salatissime sanzioni per cose di poco conto. Se avete una casa di proprietà e fate qualcosa di sbagliato, con la persona sbagliata (oppure non la fate e la "persona sbagliata" se la inventa) rischiate di vedervi coinvolti in cause che vi costringano a vendervi tutto quello che avete. A quel punto, verrete contattati, guarda un po' il caso, da agenzie immobiliari, magari con sede all'estero, che conoscendo le vostre difficoltà, acquisteranno la vostra casa sotto costo, prima che a portarvela via sarà la vostra controparte in causa - la prima casa non è pignorabile dallo stato ma dai privati sì - e a quel punto voi avrete perso tutto quello che avete per cosa? Per aver investito qualcuno con la macchina? No, per aver toccato un sedere a qualcuno o perché quel qualcuno una donna, categoria protetta a prescindere (dunque a questo punto anche un gay, un immigrato e via dicendo), vi accuserà di averlo fatto, anche se non l'avete fatto.
Concentrarsi sul tocco del sedere, significa non aver colto la reale sostanza della questione. Il vero obiettivo non è tutelare il sedere di una donna e nemmeno i diritti di qualche categoria protetta. Ma di dare ai giudici il potere di incidere sul patrimonio dei cittadini, strumentalizzando vicende di poco conto.