Più leggo le recensioni di "Wakanda Forever", l'ultimo film prodotto è distribuito dalla Marvel, più mi convinco che compito di questo Blog (fra i tanti) dovrà essere quello di invitare al boicottaggio di qualunque progetto e produzione targata Marvel Studios.
Per una semplice ragione: è una compagnia che non ha più alcun interesse - se mai lo ha avuto - a preservare l'eredità originale della casa editrice, ma usa il marchio per vendere piadine spacciandole per pizze napoletane e al tempo stesso veicolare un determinato sistema di valori ideologico/culturali imposto da determinate lobbies e gruppi di pressione.
Not In My Name.
Chi mi conosce, sa della mia profonda passione per il mondo dei comics americani. Sono cresciuto con Batman e Superman della DC Comics, ma soprattutto con l'Uomo Ragno, Capitan America, i Vendicatori, Hulk e tanti altri eroi della Marvel (che leggevo da ragazzo grazie alla leggendaria Editrice Corno).
Quando cominciarono ad affiorare i primi adattamenti cinematografici di questi personaggi, il fan che era in me non poteva che esserne contento (finalmente storie e mondi straordinari trasposti anche sul grande schermo).
Purtroppo i risultati non sempre risultavano all'altezza, causa budget risicato o sottovalutazione dei materiali di partenza (i fumetti considerati roba per bambini o adolescenti imbranati).
Ma il vero problema si è presentato con l'acquisto del marchio Marvel da parte della Disney nel 2009. Un pò per volta sia nei fumetti che nei film prodotti dai Marvel Studios la sensazione che si procedesse a "riletture" arbitrarie dei fumetti originali, finalizzate ad una certa propaganda "dem" ed "inclusiva" già onnipresenti nella upper side della società americana, risultava sempre più evidente.
Così ci ritroviamo un sequel di "Black Panther" totalmente declinato al femminile - col pretesto della morte dell'attore protagonista - con strizzatine d'occhio al femminismo più estremo ed a contenuti LGBTetc (la vicepresidente Marvel Victoria Alonso è sposata con una donna, tanto per dire) ed un Namor, personaggio storico nato nel 1939, completamente stravolto ed interpretato da un attore messicano (Tenoch Huerta) per dare un contentino alla "minoranza" latina.
Ed il Sense of Wonder? Il concetto di Eroe? Il rispetto per il Testo d'origine? Tutto sommerso da una perenne Carnevalata "Woke".
Per una semplice ragione: è una compagnia che non ha più alcun interesse - se mai lo ha avuto - a preservare l'eredità originale della casa editrice, ma usa il marchio per vendere piadine spacciandole per pizze napoletane e al tempo stesso veicolare un determinato sistema di valori ideologico/culturali imposto da determinate lobbies e gruppi di pressione.
Not In My Name.
Chi mi conosce, sa della mia profonda passione per il mondo dei comics americani. Sono cresciuto con Batman e Superman della DC Comics, ma soprattutto con l'Uomo Ragno, Capitan America, i Vendicatori, Hulk e tanti altri eroi della Marvel (che leggevo da ragazzo grazie alla leggendaria Editrice Corno).
Quando cominciarono ad affiorare i primi adattamenti cinematografici di questi personaggi, il fan che era in me non poteva che esserne contento (finalmente storie e mondi straordinari trasposti anche sul grande schermo).
Purtroppo i risultati non sempre risultavano all'altezza, causa budget risicato o sottovalutazione dei materiali di partenza (i fumetti considerati roba per bambini o adolescenti imbranati).
Ma il vero problema si è presentato con l'acquisto del marchio Marvel da parte della Disney nel 2009. Un pò per volta sia nei fumetti che nei film prodotti dai Marvel Studios la sensazione che si procedesse a "riletture" arbitrarie dei fumetti originali, finalizzate ad una certa propaganda "dem" ed "inclusiva" già onnipresenti nella upper side della società americana, risultava sempre più evidente.
Così ci ritroviamo un sequel di "Black Panther" totalmente declinato al femminile - col pretesto della morte dell'attore protagonista - con strizzatine d'occhio al femminismo più estremo ed a contenuti LGBTetc (la vicepresidente Marvel Victoria Alonso è sposata con una donna, tanto per dire) ed un Namor, personaggio storico nato nel 1939, completamente stravolto ed interpretato da un attore messicano (Tenoch Huerta) per dare un contentino alla "minoranza" latina.
Ed il Sense of Wonder? Il concetto di Eroe? Il rispetto per il Testo d'origine? Tutto sommerso da una perenne Carnevalata "Woke".