Destre scorreggione e professionisti del presenzialismo filorusso attaccano Ursula von der Leyen, rea di addossare agli Stati Uniti d'America le colpe della Kommissione. La frase incriminata è la seguente «L'Unione europea perde 300 miliardi di euro di risparmi europei che vengono trasferiti all'estero ogni anno, principalmente negli Stati Uniti. Questi sono i soldi di cui hanno bisogno le nostre imprese, e ciò mina la nostra competitività». La Presidente della Kommissione europea ha detto una cosa corretta, ma continuerà a tenere bordone ai suoi boss che saccheggiano i popoli europei smerciando vaccini, armi, paura e isteria bellica. Quella donna, come l'osannato lucertolone del Gondwana Mario Draghi, rimane una insidiosa collaborazionista, l'ultima discendente degradata di una stirpe burocratica che negli ultimi ottant'anni ha accentuato incredibilmente la subalternità europea, e che con ogni probabilità sopravviverà allo scioglimento calcolato dell'Alleanza Atlantica, imprescindibile se si vuole aggredire la Russia senza l'impiccio dell'articolo 5 e il conseguente coinvolgimento diretto dei vaccari. L'UE, non mi stancherò mai di ripeterlo, è il piano Condor applicato al Vecchio Continente, un macigno sulla strada del nostro benessere, un mezzo atto a sabotare – con la scusa di molteplici emergenze – la democrazia, le libertà di impresa e di mercato, il progresso sociale e lo sviluppo tecnologico. Solo che in cambio dei generali argentini e cileni e dell'anticomunismo imperversano le femmine in pantalone, i pederasti, la religione green, i finti buoni sentimenti, l'incultura woke, l'ideologia antifascista. Il rapporto neocoloniale che lega Washington a Bruxelles è palese e causa danni enormi. L'Europa non è più capace di tessere normali relazioni diplomatiche, la politica estera è stata soppiantata dai patetici viaggi della speranza dei vari Macròn, Scholz e Meloni. All'opera non vediamo capi di Stato disposti a stringere accordi bilaterali e ad allargare il raggio della propria influenza bensì latori di pizzini e proposte equivoche, complici in supercazzole e bidonature (accordi di Minsk) concepiti dal bullo globale, anche e soprattutto a detrimento dei sottoposti-vassalli-galoppini. Perché mai gli attori extracomunitari, l'Africa, l'Asia e l'America Latina dovrebbero dare credito a gentaglia simile? L'Europa sottomessa e isolata di oggi somiglia sempre più a un agglomerato di nazioni canaglia, un branco di teppisti volgari e litigiosi che pestano i piedi e rigano le macchine per conto del bullo globale (il vero responsabile dell'attuale disastro), incuranti delle conseguenze e dei costi. Strillare “Europa kativaaaahhhh” e addossare interamente le colpe ai vassalli è ingiusto, fuorviante e regressivo, perché riporta il dibattito indietro di dieci/quindici anni, al tempo in cui i gatekeeper (come Fusaro, Sapelli, Bagnai ecc.) ci assicuravano che la Germania stava conquistando l'Europa con la moneta unica al posto dei panzer. Un rosario di sciocchezze. E sciocco è Salvini quando parla di Europa sino-islamica, laddove le sue istituzioni comunitarie sono succubi del mondo angloebraico. Se tu accetti il diktat americano di chiudere le porte all'energia russa e acquistare auto elettriche, il colpevole sei tu, mica il cinese. Il cinese è solo un consumato mercante che ti vende la corda con cui hai scelto di impiccarti. I fatti degli ultimi quattro anni dimostrano che la Germania – non i politicanti tedeschi che predicano bene e razzolano male e che di tanto in tanto rilasciano dichiarazioni condivisibili, la Germania, il suo apparato industriale – è, insieme all'Italia, la principale vittima sacrificale. Bisogna prenderne atto e agire di conseguenza.

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