di John Kleeves (Stefano Anelli)
Può darsi che in futuro si sviluppi una situazione tale per cui l'Europa Occidentale divenga un concorrente industriale, commerciale e finanziario intollerabile per gli Stati Uniti […]. Può darsi insomma che si verifichi una situazione in cui essi non sono più in grado di bloccare la minaccia commerciale rappresentata dall'Europa Occidentale e dal Giappone con i sistemi adoperati a partire dalla fine della seconda guerra mondiale che possiamo adesso definire "normali", di routine. Che fare? Rassegnarsi ad impoverirsi? Gli americani non sono tipi da pensare che se i mercati esterni si chiudono a loro rimangono pur sempre gli Stati Uniti e le loro risorse, che sono più che sufficienti se amministrate politicamente con un minimo di saggezza a garantire un livello di benessere altissimo per tutti i loro abitanti. Loro non ragionano così. Qualcuno a quel punto potrebbe invece pensare che quello che ci vorrebbe sarebbe proprio uno scambio nucleare fra Europa Occidentale e Russia, scambio che forse si potrebbe trovare il modo di far avvenire, e senza che le proprie responsabilità debbano risultare in alcun modo. Gli americani dopotutto sono specialisti di queste cose: si è visto con Pearl Harbor come siano riusciti a far accadere quello che volevano. Non sarebbe certo un compito facile, ma non è certo detto che gli americani non debbano provarci se davvero messi alle strette da una crisi economica dalla quale non vedano altra uscita. Si tratterebbe dell'American Way contro l'Europa Occidentale: quale di queste due cose è più importante per gli Stati Uniti? Non è certo che la politica nucleare americana in Europa Occidentale preveda effettivamente anche questa eventualità. Può anche darsi di sì: dal concetto di "Europa Occidentale o Nostra o di Nessuno" a quello sopra esposto il passo è terribilmente breve. In ogni caso ciò che conta è il fatto che una volta presenti armi nucleari americane in Europa Occidentale questa non è più padrona del suo destino; è un ostaggio degli americani, completamente nelle loro mani.
Può darsi che in futuro si sviluppi una situazione tale per cui l'Europa Occidentale divenga un concorrente industriale, commerciale e finanziario intollerabile per gli Stati Uniti […]. Può darsi insomma che si verifichi una situazione in cui essi non sono più in grado di bloccare la minaccia commerciale rappresentata dall'Europa Occidentale e dal Giappone con i sistemi adoperati a partire dalla fine della seconda guerra mondiale che possiamo adesso definire "normali", di routine. Che fare? Rassegnarsi ad impoverirsi? Gli americani non sono tipi da pensare che se i mercati esterni si chiudono a loro rimangono pur sempre gli Stati Uniti e le loro risorse, che sono più che sufficienti se amministrate politicamente con un minimo di saggezza a garantire un livello di benessere altissimo per tutti i loro abitanti. Loro non ragionano così. Qualcuno a quel punto potrebbe invece pensare che quello che ci vorrebbe sarebbe proprio uno scambio nucleare fra Europa Occidentale e Russia, scambio che forse si potrebbe trovare il modo di far avvenire, e senza che le proprie responsabilità debbano risultare in alcun modo. Gli americani dopotutto sono specialisti di queste cose: si è visto con Pearl Harbor come siano riusciti a far accadere quello che volevano. Non sarebbe certo un compito facile, ma non è certo detto che gli americani non debbano provarci se davvero messi alle strette da una crisi economica dalla quale non vedano altra uscita. Si tratterebbe dell'American Way contro l'Europa Occidentale: quale di queste due cose è più importante per gli Stati Uniti? Non è certo che la politica nucleare americana in Europa Occidentale preveda effettivamente anche questa eventualità. Può anche darsi di sì: dal concetto di "Europa Occidentale o Nostra o di Nessuno" a quello sopra esposto il passo è terribilmente breve. In ogni caso ciò che conta è il fatto che una volta presenti armi nucleari americane in Europa Occidentale questa non è più padrona del suo destino; è un ostaggio degli americani, completamente nelle loro mani.
Tratto da
Vecchi Trucchi. Le strategie e la prassi della politica estera americana, dalle armi nucleari in Europa, all'asservimento dell'America Latina al traffico internazionale di droga ed altro. di John Kleeves (Stefano Anelli), Il Cerchio, 1990.