Sono varie le ipotesi sul perche` la Siria di Assad sia caduta cosi` velocemente.
Fra queste alcune hanno in comune il fatto che la Russia lo abbia "abbandonato".
L'intervento russo in Siria del 2015 (su invito di quel Governo) aveva lo scopo, in quel particolare contesto e momento storico, di...
Sono varie le ipotesi sul perche` la Siria di Assad sia caduta cosi` velocemente.
Fra queste alcune hanno in comune il fatto che la Russia lo abbia "abbandonato".
L'intervento russo in Siria del 2015 (su invito di quel Governo) aveva lo scopo, in quel particolare contesto e momento storico, di evitare la costituzione del "Califfato Islamico", cioe` di fatto un Territorio trasformato in Stato gestito da gruppi di terroristi islamici sotto il comando degli USA e l'acquiescenza di Israele in quel momento vincente su tutti i fronti.
La costituzione di questo "Califfato" sarebbe stata per la Russia una minaccia diretta (attraverso la "contaminazione" dei Paesi ai suoi prossimi confini) per le Repubbliche "islamiche" nel Caucaso, attraverso le deboli Repubbliche ex-sovieiche orientali (per non parlare della piu` importante, il Kazakistan).
Accanto a cio` l'opportunita` di possedere due basi militari sulle rive del Mediterraneo (Tartus e Khmeinim presso Latakia) per la sua "proiezione" in Africa in vista della crescente importanza dei Paesi di questo continente.
Non dimentichiamo che stiamo parlando del 2015 (un anno dopo "Maidan" in Ucraina e l'annessione della Crimea), cioe` circa 10 anni fa durante i quali molte cose sono cambiate, precipitate, non da ultima l'inizio del conflitto in Ucraina nel 2022.
Che la Siria non fosse da sola in grado di opporsi ai terroristi del "Califfato" (ben foraggiati dagli USA che solo a parole dicevano di combatterli) era evidente, per cui quell'intervento era indispensabile.
La Russia dimostro` che fermare e sconfiggere quei gruppi terroristici era possibile, bastava combatterli seriamente e non semplicemente facendo finta, attirandosi` con cio` il "risentimento" degli USA (e di Israele) che dichiaro` apertamente negli incontri diplomatici riservati che la Russia "avrebbe pagato molto caro" quell'intervento.
In una situazione di costante pressione da parte degli USA (e di Israele) con sanzioni semplicemente inumane (neanche i medicinali di prima necessita` erano consentiti) fatte per affamare il Popolo, attacchi continui (foraggiati anche dalla Turchia che sulla Siria aveva delle "pretese"), bombardamenti continui anche da parte di Israele, a cui si sommano la corruzione imperante, la frammentazione politica, una realta` sul teritorio sostanzialmente formata da tribu` di diverse etnia, religione, cultura in costante conflitto fra di loro, il mantenimento di un saldo potere politico di Assad sul suo Paese era di fatto impossibile.
Tanto piu` che i tre altri importanti attori del territorio (Isreele, Turchia ed Iran) avevano propri programmi di espansione piu` o meno revanscisti che andavano dalla costruzione della Grande Israele (che comprendeva la Siria), della Grande Turchia (che comprendeva la Siria), dell'unione degli sciiti sotto un unico "ombrello" l'Iran (che comprendeva il sud della Siria, gli alauiti).
Che la sua fine sia stata programmata, accidentale, improvvisa e` possibile, imprevista e` difficile da credersi; era solo questione di tempo.
Propendo per una qualche "pianificazione" in cui ognuno ha cercato di ottenere per se` il massimo risultato:
- la Turchia una Siria assimilabile nel tempo e non nemica e la possibilita` di combattere liberamente i curdi.
- Israele un potenziale nemico alleato dell'Iran ai suoi confini da eliminare e l'opportunita` di "allargarsi"
- l'Iran, in una situazione che lo vede al centro dell'attenzione degli USA di Trump e di Israele, una ritirata strategica per concentrare le sue forze e mettersi sulla difensiva.
- la Russia abbandonare l'indifendibile (anche perche` fortemente impegnata in Europa) con l'obiettivo di mantenere le sue due basi militari "pagando" (come fu per Sebastopoli quando era sotto l'Ucraina)
- gli USA che vedono rafforzarsi due "proxy: Israele e la Turchia (NATO) ed eliminato un fastidioso nemico che ostacolava i suoi progetti di fornire all'Europa alternative al rifornimento energetico della Russia per i tempi a venire.
Nel medio e lungo periodo invece le cose possono non essere cosi` tranquille come sembra.
In primis un probabile contatto diretto fra Israele e la Turchia dove ciascuno dei due Paesi costituisce per l`altro un obiettivo "revanscista".
Fra queste alcune hanno in comune il fatto che la Russia lo abbia "abbandonato".
L'intervento russo in Siria del 2015 (su invito di quel Governo) aveva lo scopo, in quel particolare contesto e momento storico, di evitare la costituzione del "Califfato Islamico", cioe` di fatto un Territorio trasformato in Stato gestito da gruppi di terroristi islamici sotto il comando degli USA e l'acquiescenza di Israele in quel momento vincente su tutti i fronti.
La costituzione di questo "Califfato" sarebbe stata per la Russia una minaccia diretta (attraverso la "contaminazione" dei Paesi ai suoi prossimi confini) per le Repubbliche "islamiche" nel Caucaso, attraverso le deboli Repubbliche ex-sovieiche orientali (per non parlare della piu` importante, il Kazakistan).
Accanto a cio` l'opportunita` di possedere due basi militari sulle rive del Mediterraneo (Tartus e Khmeinim presso Latakia) per la sua "proiezione" in Africa in vista della crescente importanza dei Paesi di questo continente.
Non dimentichiamo che stiamo parlando del 2015 (un anno dopo "Maidan" in Ucraina e l'annessione della Crimea), cioe` circa 10 anni fa durante i quali molte cose sono cambiate, precipitate, non da ultima l'inizio del conflitto in Ucraina nel 2022.
Che la Siria non fosse da sola in grado di opporsi ai terroristi del "Califfato" (ben foraggiati dagli USA che solo a parole dicevano di combatterli) era evidente, per cui quell'intervento era indispensabile.
La Russia dimostro` che fermare e sconfiggere quei gruppi terroristici era possibile, bastava combatterli seriamente e non semplicemente facendo finta, attirandosi` con cio` il "risentimento" degli USA (e di Israele) che dichiaro` apertamente negli incontri diplomatici riservati che la Russia "avrebbe pagato molto caro" quell'intervento.
In una situazione di costante pressione da parte degli USA (e di Israele) con sanzioni semplicemente inumane (neanche i medicinali di prima necessita` erano consentiti) fatte per affamare il Popolo, attacchi continui (foraggiati anche dalla Turchia che sulla Siria aveva delle "pretese"), bombardamenti continui anche da parte di Israele, a cui si sommano la corruzione imperante, la frammentazione politica, una realta` sul teritorio sostanzialmente formata da tribu` di diverse etnia, religione, cultura in costante conflitto fra di loro, il mantenimento di un saldo potere politico di Assad sul suo Paese era di fatto impossibile.
Tanto piu` che i tre altri importanti attori del territorio (Isreele, Turchia ed Iran) avevano propri programmi di espansione piu` o meno revanscisti che andavano dalla costruzione della Grande Israele (che comprendeva la Siria), della Grande Turchia (che comprendeva la Siria), dell'unione degli sciiti sotto un unico "ombrello" l'Iran (che comprendeva il sud della Siria, gli alauiti).
Che la sua fine sia stata programmata, accidentale, improvvisa e` possibile, imprevista e` difficile da credersi; era solo questione di tempo.
Propendo per una qualche "pianificazione" in cui ognuno ha cercato di ottenere per se` il massimo risultato:
- la Turchia una Siria assimilabile nel tempo e non nemica e la possibilita` di combattere liberamente i curdi.
- Israele un potenziale nemico alleato dell'Iran ai suoi confini da eliminare e l'opportunita` di "allargarsi"
- l'Iran, in una situazione che lo vede al centro dell'attenzione degli USA di Trump e di Israele, una ritirata strategica per concentrare le sue forze e mettersi sulla difensiva.
- la Russia abbandonare l'indifendibile (anche perche` fortemente impegnata in Europa) con l'obiettivo di mantenere le sue due basi militari "pagando" (come fu per Sebastopoli quando era sotto l'Ucraina)
- gli USA che vedono rafforzarsi due "proxy: Israele e la Turchia (NATO) ed eliminato un fastidioso nemico che ostacolava i suoi progetti di fornire all'Europa alternative al rifornimento energetico della Russia per i tempi a venire.
Nel medio e lungo periodo invece le cose possono non essere cosi` tranquille come sembra.
In primis un probabile contatto diretto fra Israele e la Turchia dove ciascuno dei due Paesi costituisce per l`altro un obiettivo "revanscista".