Se si accetta (o si e` costretti) a salire su di un ring per difendere il proprio titolo (o salvare la propria faccia) il fatto che si prenderanno dei pugni dovrebbe essere assodato. Tanto quanto che se ne daranno all'avversario.
E darsi dei pugni e` esattamente quello che ci si dovrebbe...
Se si accetta (o si e` costretti) a salire su di un ring per difendere il proprio titolo (o salvare la propria faccia) il fatto che si prenderanno dei pugni dovrebbe essere assodato. Tanto quanto che se ne daranno all'avversario.
E darsi dei pugni e` esattamente quello che ci si dovrebbe aspettare.
Questo per chi e` sul ring.
Per chi sta in platea a tifare per l'uno o per l'altro, ogni pugno che prendera` il nostro beniamino sara` un colpo al cuore, ogni pugno che lui piazzera` sull'avversario sara` un momento di giubilo.
Ma non sono loro a prendere o a dare quei pugni.
Le regole del gioco prevedono che non ci sia un arbitro, e che il risultato consista o nel decidere di smettere di combattere (perche` nessuno e` nella condizione di vincere), o che si vada avanti ad oltranza fino a che uno soccomba.
Il pubblico vive tutto cio` emozionalmente, passando dall'esaltazione alla depressione come su delle montagne russe.
Ma, ripeto, non e` lui che prende o da quei pugni.
I pugili questo "emozionalmente" non se lo possono permettere, e razionalmente mettono in pratica quella che considerano la strategia vincente.
La narrazione (che e` per il pubblico) si concentra sull'incontro, le sue fasi, i suoi alti e bassi, il tutto in modo molto colorito, intrigante, emotivamente coinvolgente, ma alla fine, per i pugili, contera` solo il risultato finale.
E darsi dei pugni e` esattamente quello che ci si dovrebbe aspettare.
Questo per chi e` sul ring.
Per chi sta in platea a tifare per l'uno o per l'altro, ogni pugno che prendera` il nostro beniamino sara` un colpo al cuore, ogni pugno che lui piazzera` sull'avversario sara` un momento di giubilo.
Ma non sono loro a prendere o a dare quei pugni.
Le regole del gioco prevedono che non ci sia un arbitro, e che il risultato consista o nel decidere di smettere di combattere (perche` nessuno e` nella condizione di vincere), o che si vada avanti ad oltranza fino a che uno soccomba.
Il pubblico vive tutto cio` emozionalmente, passando dall'esaltazione alla depressione come su delle montagne russe.
Ma, ripeto, non e` lui che prende o da quei pugni.
I pugili questo "emozionalmente" non se lo possono permettere, e razionalmente mettono in pratica quella che considerano la strategia vincente.
La narrazione (che e` per il pubblico) si concentra sull'incontro, le sue fasi, i suoi alti e bassi, il tutto in modo molto colorito, intrigante, emotivamente coinvolgente, ma alla fine, per i pugili, contera` solo il risultato finale.