L'avventura di Kursk

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L'occupazione del territorio "internazionalmente riconosciuto" russo della Regione di Kursk non ha logiche militari. Di fatto ha distolto dal fronte russo/ucraino ingenti forze ucraine (circa 30-50.000 uomini con relativi mezzi leggeri, pesanti, artiglieria etc.) fatte di reparti speciali, con...

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L'occupazione del territorio "internazionalmente riconosciuto" russo della Regione di Kursk non ha logiche militari.
Di fatto ha distolto dal fronte russo/ucraino ingenti forze ucraine (circa 30-50.000 uomini con relativi mezzi leggeri, pesanti, artiglieria etc.) fatte di reparti speciali, con molti mercenari stranieri, che avrebbero potuto frenare l'avanzata russa nel Donbass e in Novorossija.

Le ragioni di questo che appare come un azzardo non sono militari, sono politiche.

Da un lato supportare la campagna presidenziale USA dei Democratici, mostrando che i soldi spesi in Ucraina non sono stati spesi invano ("occupazione del territorio russo", un risultato vendibile sul piano mediatico).
Dall'altro lato creare (mantenendo le posizioni a qualsiasi costo) merce di scambio in previsione dell'elezione di Trump: terre russe in cambio di terre ucraine.

Puo` essere.

Quanto questo sia poi effettivamente realizzabile e` tutto da vedere.

1) Questa mossa di Zelenskij ha distolto truppe dal Donbass consentendo una rapida (per gli standard di questo conflitto) avanzata russa in quella direzione
2) Le truppe ucraine nel territorio di Kursk subiscono pesantissime perdite (ad oggi almeno 20.000 uomini persi).
3) La Russia (a differenza dell'Ucraina) dispone di truppe di riserva numerose (si arruolano volontari dai 300.000 ai 450.000 uomini all'anno) per decidere (quando lo riterra` opportuno e conveniente) di ricacciare indietro i soldati ucraini (e non).
4) In via teorica (visto che questa necessita` non c'e`) essendo il territorio di Kursk internazionalmente riconoscuto come parte della Federazione Russa, un eventuale "contributo" Nord Coreano in quell'area in virtu` del trattato di mutua assistenza reciproca in atto sarebbe piu` che legittimo anche sotto il profilo del Diritto Internazionale (per quel che vale adesso).

Qualsiasi serio analista statunitense e` in grado di capire che lo scambio "terre russe con terre ucraine" non e` realistico.

Rimane in ballo l'ultima proposta di Putin:
- Ritiratevi dai territori ormai costituzionalmente parte della Federazione Russa (quindi irrinunciabili) e cioe`: Repubblica di Donetsk, di Lugansk e Regioni di Zaporozhje e Kherson
- Neutralita` e demilitarizzazione
- Denazificazione (cioe` nuovo Governo in Ucraina)
- Rimozione delle sanzioni

Questo costituirebbe il punto di partenza per una negoziato con gli USA che consideri le reciproche esigenze di sicurezza in Europa.

Trump e` fondamentalmente un "commerciale" per cui bisognera` trattare a lungo.
Non sappiamo ancora bene quali siano le priorita` del nuovo Governo USA che si insediera` il 20 gennaio 2025.
Da quelle dipendera` la misura del successo (piu` pro-Russia o piu` pro-USA) del compromesso.

Se sul piano generale (confronto fra "Occidente" e "non-Occidente") lo scontro non subira` soste e, probabilmente, si intensifichera`, sul piano piu` strettamente regionale (e temporaneo) qualche beneficio per la Russia potrebbe essere ottenuto.

E l'obiettivo di allontanare la Russia dalla Cina (nel medio periodo) e` strategicamente troppo importante per gli USA per non essere preso in considerazione.
 
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