Ogniqualvolta mi ritrovo mentalmente coinvolto nel "clima" della folle inferocita, mi fermo. Anzi, mi devo fermare.
Nella mia vita lavorativa, quasi sempre in posizioni di responsabilita`, quando ho ceduto alle emozioni "distruttive" ho quasi sempre perso.
Quando ho controllato quelle emozioni...
Ogniqualvolta mi ritrovo mentalmente coinvolto nel "clima" della folle inferocita, mi fermo. Anzi, mi devo fermare.
Nella mia vita lavorativa, quasi sempre in posizioni di responsabilita`, quando ho ceduto alle emozioni "distruttive" ho quasi sempre perso.
Quando ho controllato quelle emozioni ed agito razionalmente (a volte anche solo opportunisticamente) ci ho sempre guadagnato.
I "capi popolo" che vivono ed ingrassano nella furia della folla, organizzano rivolte che, stranamente (?!) non si trasformano mai in vere rivoluzioni, ma danno nuova forza al "potere" che volevano abbattere.
Ho visto, negli anni, come tutto questo si riscontra anche al livello politico piu` alto.
Non quello dei "racattavoti", ma quello di chi decide ed agisce.
Quando quei politici cadono preda delle emozioni (ottimistiche o pessimistiche che siano, ma mai "criticamente positive") le conseguenze per il Paese sono sempre state nefaste.
Le risposte "eclatanti" alle provocazioni, fatte con l'unico scopo di acquietare la "fame di vendetta" dell'opinione pubblica senza calcolare le implicazioni e le conseguenze di quelle scelte "momentaneamente convenienti" quasi mai risolvono i problemi.
Prendete ad esempio Israele: da sempre promotore di risposte aggressive, basate sul "me ne frego", eclatanti e sovradimensionate cosa ha ottenuto?
La pace? Il suo Popolo vive tranquillo e sereno nel proprio Paese senza il timore di una nuova guerra, di un nuovo atto terroristico, di nuovi missili sulle proprie case, o al contrario vive da ormai oltre 70 anni in una guerra praticamente continua?
Quei metodi hanno risolto il problema di Israele, o lo hanno semplicemente condannato a vivere eternamente in stato di guerra.
E non sara` neppure l'agognata ricostituzione della "Grande Israele" a mettere fine a questo stato di cose.
E` il metodo che non funzione, e che serve solo a mantenere il potere di chi in quel momento ha tutto da guadagnare dalla drammaticita` del momento per ingrassare le proprie tasche o semplicemente non finire in galera.
Nella mia vita lavorativa, quasi sempre in posizioni di responsabilita`, quando ho ceduto alle emozioni "distruttive" ho quasi sempre perso.
Quando ho controllato quelle emozioni ed agito razionalmente (a volte anche solo opportunisticamente) ci ho sempre guadagnato.
I "capi popolo" che vivono ed ingrassano nella furia della folla, organizzano rivolte che, stranamente (?!) non si trasformano mai in vere rivoluzioni, ma danno nuova forza al "potere" che volevano abbattere.
Ho visto, negli anni, come tutto questo si riscontra anche al livello politico piu` alto.
Non quello dei "racattavoti", ma quello di chi decide ed agisce.
Quando quei politici cadono preda delle emozioni (ottimistiche o pessimistiche che siano, ma mai "criticamente positive") le conseguenze per il Paese sono sempre state nefaste.
Le risposte "eclatanti" alle provocazioni, fatte con l'unico scopo di acquietare la "fame di vendetta" dell'opinione pubblica senza calcolare le implicazioni e le conseguenze di quelle scelte "momentaneamente convenienti" quasi mai risolvono i problemi.
Prendete ad esempio Israele: da sempre promotore di risposte aggressive, basate sul "me ne frego", eclatanti e sovradimensionate cosa ha ottenuto?
La pace? Il suo Popolo vive tranquillo e sereno nel proprio Paese senza il timore di una nuova guerra, di un nuovo atto terroristico, di nuovi missili sulle proprie case, o al contrario vive da ormai oltre 70 anni in una guerra praticamente continua?
Quei metodi hanno risolto il problema di Israele, o lo hanno semplicemente condannato a vivere eternamente in stato di guerra.
E non sara` neppure l'agognata ricostituzione della "Grande Israele" a mettere fine a questo stato di cose.
E` il metodo che non funzione, e che serve solo a mantenere il potere di chi in quel momento ha tutto da guadagnare dalla drammaticita` del momento per ingrassare le proprie tasche o semplicemente non finire in galera.