I contrasti:
- all'interno degli USA e nella stessa Amministrazione Trump (basti pensare alle posizioni rispetto l'Ucraina di Kellogg, di Rublio e di Wilkoff),
- fra l'Amministrazione Trump e l'Unione Europea,
- all'interno della Unione Europea "allargata" alla Gran Bretagna fra l'accoppiata...
I contrasti:
- all'interno degli USA e nella stessa Amministrazione Trump (basti pensare alle posizioni rispetto l'Ucraina di Kellogg, di Rublio e di Wilkoff),
- fra l'Amministrazione Trump e l'Unione Europea,
- all'interno della Unione Europea "allargata" alla Gran Bretagna fra l'accoppiata Francia e Gran Bretagna, Germania e Italia, Ungheria, Slovacchia...
- fra USA e "Mondo"
- fra USA e Cina
- fra USA, Israele e Iran
- all'interno della Turchia...
e molto altro ancora, dal punto di vista della Russia l'esistenza ed il prolungarsi nel tempo di questi contrasti e` visto come positivo.
Mentre la possibilita` di un conflitto diretto fra Russia e USA e` molto remota, sempre piu` probabile e` vissuta invece la possibilita` di un conflitto fra Russia e "l'Europa" (alcuni Paesi) la quale piu` si trova nel caos, piu` con le prossime elezioni al potere potranno salire partiti "conservatori" non russofobi (senza per questo essere amici o alleati della Russia), piu` gli USA si defileranno, piu` i Paesi che la compongono inizieranno ad andare per conto proprio, piu` sara` sicuro che sara` per "l'Europa" (i Paesi piu` bellicosi) un conflitto che la vedra` ancora una volta perdente.
Il vero interesse, punto caldo e dolente, sul quale la Russia si dovra` concentrare e` il Caucaso e le Repubbliche ex sovietiche di quell'area, sulle quali si sta concentrando l'attenzione dell'Europa (Francia e Gran Bretagna), degli USA, della Turchia ed anche della Cina.
E` qui che la Russia dovra` esercitare la sua influenza, la sua "pressione", l'ingerenza se serve, il "soft power" di cui e` capace (ma in cui non eccelle a differenza della Turchia ad esempio), per mettere a qualsiasi costo in sicurezza le sue frontiere e la sua zona di influenza.
E` un peccato che un ottimo politologo russo di origine Armena (Henry Sardarian - Генри Сардариан) che parla fluentemente inglese ed italiano, dottore in Scienze politiche, membro corrispondente dell'Accademia delle scienze militari, decano dell'Universita` di Scienze Politiche di Mosca sia (volutamente) poco conosciuto ed intervistato in Italia, perche` le sue posizioni (ampiamente presenti nelle trasmissioni di Solovjov e di Radio Sputnik Russia) promuovono senza filtri ed ipocrisie quello che dovrebbe essere la posizione, la struttura statuale, gli interessi geopolitici della Russia, posizioni che stanno riscuotendo un sempre piu` ampio interesse in Patria.
- all'interno degli USA e nella stessa Amministrazione Trump (basti pensare alle posizioni rispetto l'Ucraina di Kellogg, di Rublio e di Wilkoff),
- fra l'Amministrazione Trump e l'Unione Europea,
- all'interno della Unione Europea "allargata" alla Gran Bretagna fra l'accoppiata Francia e Gran Bretagna, Germania e Italia, Ungheria, Slovacchia...
- fra USA e "Mondo"
- fra USA e Cina
- fra USA, Israele e Iran
- all'interno della Turchia...
e molto altro ancora, dal punto di vista della Russia l'esistenza ed il prolungarsi nel tempo di questi contrasti e` visto come positivo.
Mentre la possibilita` di un conflitto diretto fra Russia e USA e` molto remota, sempre piu` probabile e` vissuta invece la possibilita` di un conflitto fra Russia e "l'Europa" (alcuni Paesi) la quale piu` si trova nel caos, piu` con le prossime elezioni al potere potranno salire partiti "conservatori" non russofobi (senza per questo essere amici o alleati della Russia), piu` gli USA si defileranno, piu` i Paesi che la compongono inizieranno ad andare per conto proprio, piu` sara` sicuro che sara` per "l'Europa" (i Paesi piu` bellicosi) un conflitto che la vedra` ancora una volta perdente.
Il vero interesse, punto caldo e dolente, sul quale la Russia si dovra` concentrare e` il Caucaso e le Repubbliche ex sovietiche di quell'area, sulle quali si sta concentrando l'attenzione dell'Europa (Francia e Gran Bretagna), degli USA, della Turchia ed anche della Cina.
E` qui che la Russia dovra` esercitare la sua influenza, la sua "pressione", l'ingerenza se serve, il "soft power" di cui e` capace (ma in cui non eccelle a differenza della Turchia ad esempio), per mettere a qualsiasi costo in sicurezza le sue frontiere e la sua zona di influenza.
E` un peccato che un ottimo politologo russo di origine Armena (Henry Sardarian - Генри Сардариан) che parla fluentemente inglese ed italiano, dottore in Scienze politiche, membro corrispondente dell'Accademia delle scienze militari, decano dell'Universita` di Scienze Politiche di Mosca sia (volutamente) poco conosciuto ed intervistato in Italia, perche` le sue posizioni (ampiamente presenti nelle trasmissioni di Solovjov e di Radio Sputnik Russia) promuovono senza filtri ed ipocrisie quello che dovrebbe essere la posizione, la struttura statuale, gli interessi geopolitici della Russia, posizioni che stanno riscuotendo un sempre piu` ampio interesse in Patria.