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My Threads

  1. Berlinguer, il precursore dello sfascio odierno

    Sono cresciuto in una famiglia berlingueriana e forse proprio per questo ho sviluppato un debole per i cattivi e una forte allergia ai buoni sentimenti. I “papi buoni”, specie se laici, non riesco a digerirli. Kennedy, Berlinguer e Pertini (agente iugoslavo, ossia britannico, e filomassone feroce e trucibaldo) sono i papi – laici – buoni, pilastri del progressismo planetario in generale e italiano in particolare, e come tali mi sono rimasti sullo stomaco.
    E trovo deplorevoli le loro...
    Analisi perfetta: il Sardo Triste (cit.) di concerto con l'economista Spaventa, neanche si oppose al divorzio fra Tesoro e Bankitalia, vera causa del mostruoso debito pubblico, mollò le questioni salariali e sociali, in cambio di una fantomatica "questione morale" di sapore antipolitico e qualunquista che trasformò i compagni ( ma ancora non lo sapevano)in radicali. Il suicidio della rivoluzione profetizzato da Del Noce.
     
  2. Napolitano, l’amerikano rosso

    Con Giorgio Napolitano se ne va l’ultimo piciista storico, l’unico dirigente comunista a cui fu accordato il privilegio di tenere un ciclo di conferenze (lectures) presso prestigiosi atenei nordamericani. Faceva parte della fronda anglofila, devotissima alla massoneria. Leggenda vuole che sia stato iniziato, in tempi lontani, direttamente alla loggia “Freedom” di New York, che ha sede al Rockfeller Center e annovera molti italiani. Scrive Ferruccio Pinotti, riportando le...
  3. La democrazia ha ancora un futuro? (di Franco Marino)

    Il momento in cui si mette in discussione un matrimonio è tra i più drammatici. Non c’è solo la sensazione di un amore che finisce, oppure, come non di rado avviene, di un amore che in realtà si è scoperto non essere tale. E’ in generale anche una rottura di equilibri, di bei ricordi condivisi che anche se non si sta più bene assieme, per qualche tempo, hanno costituito un tessuto che ci ha tenuti caldi. Ed è, indubbiamente, uno dei momenti più difficili della vita di un individuo...
  4. Il polpettone delle stragi

    Sono passate poche ore dal 43esimo anniversario della strage di Bologna.
    Vorrei invitarvi a fare alcune riflessioni. Da troppi anni si accavallano teoremi iperpoliticizzati volti a chiarire l’origine di quel tragico evento, uno dei tanti che funestarono la Prima Repubblica.
    Gli autori furono i Nar o i comunisti palestinesi? Non ve lo so dire; per me il nocciolo della questione è un altro. Scaricare la colpa sulle ideologie rosse e nere (eterna riproposizione del conflitto tra guelfi e...
  5. La fine del berlusconismo (di Franco Marino)

    Capire l'importanza di Mediaset per questo paese, oggi, è impossibile a chi è molto giovane o molto anziano. Io, che, ahimè, non appartengo più alla prima categoria ma neanche alla seconda, Mediaset l'ho vista in pieno e posso provare a dire, ai più giovani, perché questa televisione è stata così importante per noi e perché la svolta radical-chic e buonista rischia di ammazzarla per sempre. Prima di Mediaset, le reti si chiamavano Fininvest e prima della Fininvest, la TV commerciale...
    Come sempre una analisi ineccepibile, rimaniamo in attesa che si formi o si affacci un nuovo sognatore/innovatore nel campo della comunicazione
     
    È anche stata la prima a trasmettere programmi h24.
    Ho cominciato a guardare i programmi Mediaset con Bim Bum Bam e ho smesso di guardarli con Brindisi.
    Adesso, sinceramente, me ne importa poco.
    Ormai...
     
    Hai colto il punto: chiudendo la porta ai giovani (più o meno talentuosi) e a un certo spirito anticonformista, Mediaset tradisce la propria filosofia aziendale e sceglie di affidarsi a un manipolo di bolliti e di oche deliranti. Checco Zalone ha talento, ma è già un artista affermato.
     
    M
    Come sai, sono d'accordo solo in parte. Non riuscirò mai a vedere i lati "meno peggio" dei programmi della D'Urso, perché sono convinta che non ne abbiano.
     
  6. B.

    Berlusconi-spalle-finestra.jpg
    Mi son deciso a vergare un articolo su Berlusconi a molta distanza dalla sua morte poiché molto semplicemente il personaggio in questione è stato così poliedrico, così ricco di sfaccettature che è umanamente impossibile descriverlo in poche righe. Infatti egli, nel bene e nel male, ha lasciato un profondo solco nella Storia dell'Italia repubblicana. Il Cavaliere per antonomasia ha segnato in modo indelebile la vita economica, sociale, culturale, sportiva e politica italiana. E con...
  7. Rinfreschiamo un po' la memoria agli antiberlusconiani (di Franco Marino)

    Quando ho scritto il mio articolo intitolato "Grazie Silvio", mi sono dovuto sciroppare la mia buona dose di insopportabili polemiche, da chi mi ha accusato di averne fatto un santino, a chi mi ha rinfacciato le sue numerosissime ombre.
    Ora, io personalmente non ho fatto un santino di nessuno. Le ombre del Cavaliere mi erano note e, personalmente, ai tanti fessi che mi hanno rinfacciato i rapporti con la mafia e il bunga bunga o anche la sua posizione mainstream durante il covid, potrei...
    Meglio non potevi dire, anche se io penso che sia stato ancora migliore di quanto tu non lo descriva. Ma queste cose i detrattori le sanno benissimo ed è per questo che hanno dato la stura ai loro sentimenti abietti. Meschini!
     
    Ritratto sublime del Cavaliere, che non ho mai votato, ma che ho sempre preferito, dal punto di vista umano, ai suoi avversari-persecutori. Molti errori, certo, e il più grave, per me che divido in modo manicheo persone, pensieri, linee di condotta secondo il criterio "covidiano", è stato il suo schierarsi con il pensiero "più conveniente". Peccato.
     
  8. La meglio gioventù. Un film tossico?

    ATTENZIONE: SPOILER!

    La storia inizia nei favolosi anni sessanta. È la storia di due fratelli, Nicola e Matteo Carati, studenti di medicina, figli di una maestra milanese e di un ingegnoso commerciante romano. Roma e Milano, la capitale culturale e amministrativa e quella produttiva e morale. Le esperienze dei due sintetizzano programmaticamente quelle di milioni di sessantottini, “la generazione che ha sognato di cambiare il mondo”, come recita il trailer del film. Salta...
  9. Il mostro antifascista (di Franco Marino)

    Il moralista, in senso corrente, è uno che “fa la morale” agli altri e questa, come dice la sua etimologia, è l’insieme di regole di comportamento determinate dalle abitudini di un popolo. La morale tuttavia è spesso inglobata in una religione: per questo in Europa si può parlare di “morale cristiana”, così come presumibilmente in Israele di "morale ebraica" e nei paesi arabi di "morale islamica". La conseguenza è che per i credenti la norma non deriva più dalle abitudini di un popolo ma...
  10. Il discorso di Putin e il sovranismo morale (di Franco Marino)

    Devo precisare per onestà nei confronti del lettore che nel momento in cui sto scrivendo questo articolo, non ho ascoltato né letto il famoso "discorso di Putin". E tuttavia - in merito, faccio lo stesso discorso che feci sull'autobiografia di Harry - non mi interessa approfondirlo o, meglio, magari lo andrò ad ascoltare, ma non cambierà di una virgola il senso di questo articolo. Le parole sono la parte meno importante dell'azione di un politico, perlomeno se le consideriamo per i...
    Bravo 😂
    Il NYT li ha commentati entrambi e alla fine ha concluso """""President Biden and Vladimir Putin, the leaders of the U.S. and Russia, laid out radically different visions for Ukraine’s future yesterday, offering contrasting narratives about who is to blame for the bloody, yearlong war. They seemed to agree on only one point: The conflict is nowhere near an end""""
    Come si dice a Napoli? "Ci siamo scazzati'?
     
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    Bravo due volte. Primo per aver indovinato il discorso di Putin; secondo per aver detto come stanno le cose in Italia. Con questo debito pubblico che abbiamo è molto difficile crearsi un " sovranismo morale".
     
    Io ho trovato il discorso di Putin molto più corretto e lineare di quanto affermino i vari Bidè,Stolten,Von der Minchien e compagnia cantante. Un discorso che non fa una piega
     
    Bravo due volte: per aver evocato l’unica cosa che oggi conterebbe, il sovrani amo morale e bravo perché la pensi esattamente come me 😀
     
  11. I fili che muovono Suor Cristina (di Franco Marino)

    Il mio professore di filosofia del liceo era un ex-prete, poi diventato militante del PCI. Una suora del paesello dove ho vissuto per molti anni, si tolse l'abito proprio perché resasi conto di non essere immune da certe tentazioni. Non sono percorsi che vanno giudicati con leggerezza perché spesso corrispondono ad autentici drammi personali. L'Ordine è un sacramento al pari del Matrimonio ed è inevitabile che così come la fine di un matrimonio porti conseguenze spesso definitive nella...
    Due considerazioni: 1)il sacerdozio è un sacramento che vincola per l'eternità quindi vincola decisamente molto più del matrimonio; 2) parecchi anni fa un mio caro amico, divenuto sacerdote nella Fraternità Sacerdotale S. Pio X (quella di mons. Lefebvre, per intenderci), e successivamente consacrato vescovo (subendo quindi anche la scomunica da parte della gerarchia cattolica romana), successivamente divenuto anche sedevacantista, quindi uno decisamente intransigente e molto consapevole della dottrina e dei dogmi e finanche della spiritualità, bè, proprio lui abbandono l'abito talare e si sposò. Se lo ha fatto lui, figuriamoci una suor Cristina qualsiasi.... Quindi, prima di esporre tesi filosofiche o sociologiche, bisogna pensare che a volte l'umano è semplicemente troppo umano.
     
    E dai! Ha gustato il piacere del successo e del denaro e ha cambiato fede. Oltretutto fregando la madre badessa perché i proventi della sua attività artistica quand'era monaca li doveva condividere col convento, adesso intasca tutto lei. Secondo me diventerà un' influencer su tiktok e avrà successo nei consigli spirituali
     
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    Hai fatto un capolavoro, ineccepibile come tutti gli articoli che scrivi! Leggerti equivale ad una crescita culturale...chapeau 👏👏👏
     
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  12. Non è un paese per anarchici.

    Il 22 aprile 1897, l'anarchico Pietro Acciarito provò ad attentare alla vita dell'allora Re d'Italia Umberto I Savoia.
    Nei giorni successivi in tutto il paese si innescò una caccia al sovversivo: anarchici, repubblicani e socialisti.
    Il 27 aprile veniva arrestato Romeo Frezzi (indicato come anarchico, ma in realtà socialista) che non sarebbe più tornato a casa, perché ucciso dalla (in)giustizia di un paese liberale.
    Frezzi era stato arrestato perché aveva una...
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  13. Perché non sopporto certa destra italiana (terza e ultima parte)

    Non vi illudete, la cultura del piagnisteo attecchisce anche nelle vostre anime nere. Per diverso tempo avete fatto le vittime e vi siete scagliati contro l'egemonia culturale della sinistra, scoperchiando un ingiustificato complesso di inferiorità. Orbene, costruire un’egemonia culturale costa tempo e denari (dollari o rubli è indifferente) e richiede talento; chi lo considera un mero trappolone cabalistico da mangiabambini sbaglia di grosso. I socialcomunisti saranno pure...
  14. L'ALBERO SI GIUDICHERA' DAI FRUTTI

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    Come è noto ormai a tutti il Partito Democratico, lontano discendente del Partito Comunista Italiano, non possiede più il benché minimo legame con il partito che fu di Gramsci, Togliatti e Berlinguer. L'ex PCI, per ironia della sorte, è a tutt'oggi il braccio armato di quella casta padronale tanto avversata in passato. È la longa manus delle élite globaliste in Italia. In poche parole ciò che viene deciso dai Poteri Forti oltreoceano viene recepito ed eseguito pedissequamente dal...
  15. Giovanni Fasanella intervista Rosario Priore (1° parte)

    "I magistrati, in definitiva, nonostante fossero preparati in materia di diritto, non lo erano di fronte a eventi di quella portata, che per essere compresi presupponevano ben altre strutture mentali e culturali. Non avevano una cultura storica, geopolitica e anche dell’intelligence. Le stragi, infatti, non sono mai state opera di gruppi improvvisati, ma i loro autori hanno sempre avuto dietro organizzazioni e istituzioni potenti. Internazionali e interne". Rosario Priore...
  16. L'affaire Moro tra finzione, realtà e tante domande

    Non ho mai digerito il cosiddetto “cinema verità”. La surreale serie tv di Marco Bellocchio sul caso Moro non fa eccezione. Il cilicio di Paolo VI, i democristi in gramaglie, la mafia e la Chiesa cattolica che fanno comunella, Moro cristologicamente intento a portare la croce (così lo immagina il pontefice la sera del Venerdì Santo) mentre risuonano i clangori verdiani. Irriverenze da carro allegorico, immagini talvolta suggestive e spesso stracche e insincere offerteci da un autore che...
    Che la fiction sia fatta male si vede dal fatto che non abbiano minimamente trattato le pressioni esterne subite da Moro da parte di Kissinger.
    Una fiction intimistica e dunque inutile
     
  17. Parla Cirino Pomicino

    Brani tratti dal libro di Paolo Cirino Pomicino “La repubblica delle giovani marmotte”.

    "Tutto ciò era noto a Giulio Andreotti: un giorno, nel suo studio a Palazzo Chigi, me lo disse chiaramente, esortandomi a non farmi mai tentare dal “reclutamento” in quegli ambienti. È il perenne vizio delle associazioni, diciamo, riservate come la Trilateral, il club Bilderberg, la massoneria e tante altre, che richiedono obbedienza e dedizione assoluta, offrendo in cambio incarichi ben...
    Paolo Cirino Pomicino è una mente geniale e una testa pensante.
    Ma l'unico punto debole della sua esatta ricostruzione dei fatti è che né Andreotti né Casini né nessun altro avrebbe potuto opporsi istituzionalmente al disegno in atto.
    Qui si doveva fare semplicemente una cosa: quello che ha fatto Erdogan in Turchia. Mettere fuorilegge il PD, far arrestare decine di migliaia di persone e chiuderla per sempre con i poteri di pseudocontrollo.
     
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    Civettare con i poteri che li hanno perseguitati e/o distrutti è il malvezzo di tanti reduci della prima Repubblica. E che so' Pasquale io? (cit.) Che tristezza.
     
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    Civettare con i poteri che li hanno perseguitati e/o distrutti è il malvezzo di tanti reduci della prima Repubblica. E che so' Pasquale io? (cit.) Che tristezza.
     
    Sono dell'idea che una soluzione turca richieda merce umana rara, difficile da individuare nel panorama politico e civile italiano. Io sarei ancora più severo di Erdogan e non esiterei a rispolverare i più cruenti metodi novecenteschi, così da stroncare sul nascere eventuali reazioni. E manderei qualche segnale obliquo ai militari americani di stanza in Italia.
     
    Civettare con i poteri che li hanno perseguitati e/o distrutti è il malvezzo di tanti reduci della prima Repubblica. E che so' Pasquale io? (cit.) Che tristezza.
     
  18. Fini e l'eterno equivoco sulla destra italiana

    Ognuno ha i suoi modi di passare il tempo libero. C'è chi lo impiega coltivando l'orto, chi si dedica al gioco a carte, con amici oppure al computer, chi purtroppo a tirare sassi dal cavalcavia. Il mio è quello di andare a rivedere video e audio del passato, all'insegna del "come eravamo", oppure rileggere i post che scrivevo all'inizio della mia attività come blogger, ma senza intenti nostalgici. Semplicemente capita di avere la spinta a riannodare i fili col passato che fu. E non...
    Mi piace il paragone con l'Iran dove ho lavorato e soggiornato, dove ho lavorato bene e altrettanto bene ho soggiornato. Come in Russia, come in Cina, come in Libia paesi definiti "totalitari" vero ma dove le regole sono ben chiare, precise per cui sai cosa fare e cosa non fare. Dove persino le bustarelle sono regolamentate, non come in Italia che non sai mai quanto spendi e a chi darle perché come hai ben scritto c'é un'ambigua connivenza tra finti partiti. Come la finta libertà delle ragazze di girare col culo fuori, ciò che in Iran é proibito, e la libertà di essere violentate, ciò che in Iran prevede la pena di morte. La Giorgia é unə politicə (😆😆😆) tra lə più navigatə (😆😆). Probabile che ce la faccia a mettere un pò di ordine e disciplina. In quanto a Fini....é stato tirato fuori dal cappello dai sinistri ma ne é uscito un ratto non un coniglio.
     
    La multiforme destra italiana è affetta da un lancinante complesso di inferiorità. Civettare con la sinistra sembra essere il destino - più o meno manifesto - di molti destrorsi. Argomento da approfondire.
     
  19. Ricordando Enrico Mattei

    Sessant'anni fa veniva ammazzato Enrico Mattei, presidente dell'Eni. Oggi, questo gigante italiano viene ipocritamente celebrato da una manica di nani deformi nel corpo e nello spirito, desiderosi di assecondare le brame guerrafondaie d’oltreoceano. Ho letto le parole del capo dello Stato, un cascame della peggiore Dc: un fuoco di fila di banalità oltraggiose. E ho letto pure lo scontato salamelecco di Giorgia Meloni, una poveretta “inebriata d’aria” (per citare Emily Dickinson)...
    Io, essendo piuttosto anziano, del caso Mattei ricordo la vergognosa guerra mediatica fatta da quel cialtrone di Montanelli. Mi sono sempre stupito che un grandissimo intellettuale come Franco Marino (lui rifiuta tale definizione, ma per me che lo leggo da vent'anni tale è) lo abbia sempre visto come un punto di riferimento.
     
    A quella campagna Montanelli partecipò da semplice - e forse svogliato - ufficiale. La guerra all'ENI la dichiararono alti papaveri, italiani e non. Di Mattei mi lascia perplesso l'eccessiva fiducia riposta nell'autonomia economica, quando è risaputo che senza indipendenza politica e militare l'autonomia economica dura lo spazio di un mattino.
     
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