erika de nardo

My Threads

  1. Basta con la sociologia d'accatto sui delitti passionali (di Franco Marino)

    Uno dei tanti motivi per cui non seguo la cronaca nera - salvo quando questa non invada ogni mezzo di comunicazione di cui fruisco e mi obblighi a seguirla - è che da tempo sospetto che serva, nella migliore delle ipotesi, ai mezzi di comunicazione per poter lucrare sulle disgrazie umane, e, nella peggiore, alle classi dirigenti per creare nuove emergenze ed imporre nuove limitazioni della libertà personale.
    Per come la vedo io, l'unica difesa è sapere che non c'è niente di sociologico...
    Io considero da sempre vergognoso che i fatti di cronaca nera siano diventati argomento di conversazione
    La stampa e tutti gli altri mezzi di comunicazione hanno un potere enorme e non tutti hanno gli strumenti per poter elaborare con ragionevolezza un fatto
    Siamo il paese dei casi irrisolti, siamo il paese dopo i misteri durano 40 anni e dopo un caso chiuso se ne continua a parlare? Allora la mia mala fede prevale e mi obbliga a pensare che l’intento della stampa sia quello di creare un fenomeno che non esiste e diffondere paura e dubbio
    E’trememdo
    Io ho un fratello più piccolo … quando ci fu il caso di Erika e Omar io venivo guardata male per strada
    Non so se rende l’idea di quanto siano delicati certi argomenti
     
    I casi irrisolti e i misteri vecchi di quarant'anni esistono ovunque, ma solo da noi sono diventati il pane quotidiano dei pollai televisivi (che ne approfittano per evitare argomenti scomodi come la progressiva terzomondizzazione dell'Italia) anziché essere relegati nei canali di true crime.
     
  2. La cronaca nera come strumento per fini politici (di Franco Marino)

    Chi, come me, è nato all'inizio degli anni Ottanta, era bambino quando Pietro Maso uccise i genitori assieme ai suoi amici, e poco più che adolescente quando, a Novi Ligure, Erika e Omar uccisero la madre e il fratellino di lei. La cosa che mi chiedevo di quei delitti era come mai, se, scorrendo il giornale, spesso leggevo di Tizio che uccideva la madre e il padre a Sbruppate sul Minchio, e Caio uccideva il figlio o la figlia a Roccapuzzetta, solo alcuni finivano sotto la lente...
    Quando nel lontano 1967 decisi di studiare la lingua russa, oltre all'idioma, imparai tantissime altre cose grazie al nostro professore, un russo ex diplomatico che era riuscito a fuggire dall'URSS. Innanzitutto: LA PROPAGANDA, elemento fondamentale per lo stato sovietico per condurre il popolo verso una direzione o un'altra a seconda delle politiche. Più che i libri classici ci faceva leggere gli unici due quotidiani che si acquistavano alla stazione centrale a Milano: Pravda e Izvestia. Faceva notare metodicamente come ogni notizia, di cronaca nera, o di cultura, o economica, o le previsioni del tempo, fosse elaborata in modo da provocare sensazioni precise: timore, paura, orgoglio, fiducia, odio, ammirazione ecc ecc verso qualcosa o qualcuno (nel caso di dissidenti). Sottolineava come quella propaganda fosse "sottile" e le informazioni, vere ma manipolate, entrassero scaltramente, perfidamente, nella mente della gente. Così oltre alla lingua imparai a decriptare i media, quelli italiani con enorme facilità dato che la propaganda é sempre stata fatta in modo rozzo e banale. Questa pappardella per dire che tu, uno scugnizzello nato nell'80, ci sei arrivato da solo. Tanto di cappello o...chapeau, stavolta uso un francesismo che di anglicismi ne ho le tasche piene
     
    La colpevolizzazione del porno io la vedo funzionale all'attacco al maschio, diciamo bianco, in corso. Del resto a chi propaganda, volutamente e con secondi fini, un'inesistente "cultura dello stupro" serve la creazione di facili associazioni di idee per continuare la propaganda. maschio=libido=violenza=porno=stupro. Che poi pensa togliere occasioni di masturbazione/fantasia erotica a potenziali stupratori, come andrà a finire?
     
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