crepacuore

My Threads

  1. Quello che non si vuole capire del caso di Indi Gregory (di Franco Marino)

    Quando ho definito aberrante ciò che sta accadendo alla piccola Indi Gregory, molti mi hanno dato del bigotto. C'è solo un piccolo particolare: io non sono credente. A questa premessa, si può rispondere con un gigantesco "chissenefrega", giacché il lettore non si collega certo a questo blog per leggere l'identità spirituale di un signor nessuno, ma per ragionare su qualcosa. E tuttavia, questa premessa è essenziale, per rassicurare chi crede di essere nella casa di un cattolico...
    Si può sopravvivere alla morte del proprio figlio, l’essere umano ha risorse incredibili… ci si trasforma, si diventa persone diverse ma ho visto con i miei occhi che è possibile.
    È innaturale… è la cosa più difficile nella vita ma si può
     
    Ti capisco… ho solo riferito che è possibile
    Con dolore, aggrappandosi ad ogni raggio di luce … ti parlo di persone che vivo ogni giorno e che adesso aiutano me
     
    La nostra cultura rifiuta a tal punto il concetto, che mentre per altri lutti è stato coniato un termine che ci definisce (orfano, vedovo, ecc), nonostante si continuano a coniare termini che annualmente hanno titolo ad entrare nel dizionario, non ne esiste ancora uno per definire un genitore che perde un figlio.
     
    Come lo vuoi chiamare ? Esiste una parola per un dolore così grande… per un lutto così immenso
    Ho visto genitori riuscire a sopravvivere, giorno dopo giorno e vi giuro che quella che si è commossa sono stata io
    Dentro di me mi chiedevo:” ma come fa”
    Eppure si va avanti un po’ con la Fede è un po’ reinventandosi ogni giorno
    Perché è sopravvivenza
     
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