alice campello

  1. La perversione di spiattellare la propria vita privata sui social (di...

    In questi giorni, una coppia del cosiddetto "showbiz" - lei (Alice Campello) influencer e lui (Alvaro Morata) calciatore - si è separata. Nulla di nuovo, almeno per chi è stato alluvionato dalle polemiche - con tanto di libro ad esse dedicate da parte di Lei - sulla separazione tra Totti e Ilary Blasi, se non fosse che molti si sono sorpresi del fatto che i due fino a quindici giorni prima si giurassero amore su Instagram. E questo significa sostanzialmente conoscere poco questi mezzi...
    Per quanto mi riguarda, sui social, meglio limitarsi ai classici: nome, grado e matricola. Per il resto, al massimo, perculamenti vari... 😎
     
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    Ci pensavo proprio questa mattina, giuro
    L’importanza del fatto di non essere famosi grazie a Dio
    E’una cosa che pensavo anche 25 anni fa, la mia testa non è cambiata e non esistevano questi mezzi di comunicazione… perché io così lo
    Intendo da sempre il social in generale
    La gente comunica forse più di prima … ognuno sceglie come farlo
    Sul fatto che oggi la gente non socializzi e invece prima si non la condivido… io ricordo molta solitudine in alcuni ragazzi
    I problemi di sempre solo che oggi abbiamo una diversa lente che ci fa vedere la realtà
    Io noto che faccio molta attenzione a quello che pubblico per cercare di non essere maleducata ( spesso lo sono stata) e per non affrontare temi che potrebbero ferire alcune persone
    Se ho imparato io a gestire un mezzo che non conoscevo possono farlo tutti
    Ma ho anche capito che utilizzano questi mezzi per altro… quello che per me dovrebbe restare sacro… la nostra vita privata
    Ma questo mezzo tanto potente quanto pericoloso perché poi quel vuoto interiore o familiare arriva tutto e se si hanno pochi argomenti gli imperi di carta crollano
     
    Social????? E WhatsApp??? Una signora del gruppo/bar che frequento é finita all'ospedale per ischemia. Il marito ha creato il gruppo "Forza Gina" (ovviamente nome non vero) dove ha inserito tutti i conoscenti più i parenti. Mi sono cancellata e lui mi ha rimesso dentro. Così ogni santo giorno mi sono beccata le informazioni sullo stato di salute della signora. Il giorno prima dell'intervento rischiosissimo ha scritto "Un pensiero e una preghiera per la nostra Gina". Ma che czo!!! Mica é mia parente!! La conosco poco e mi sta pure odiosetta!!! Poi ci ha fatto sapere che riusciva ad andare al bagno da sola, le ha fatto registrare dei saluti che lei, con la bocca semi-paralizzata ha farfugliato penosamente, un fratello di lei ha scritto " sta imparando una nuova lingua" con faccine che ridono, ho saputo che riusciva a muovere la mano destra, l'ha fotografata in camicia da notte e ha fatto sapere che lei era arrabbiata perché non aveva la sua crema di bellezza. Finalmente... é andata a casa!!!!! Franco...c'è una dignità verso noi stessi una dignità che ci impone di non condividere gioie o dolori intimi per vie telematiche per non mostrare al mondo la nostra anima, tanto il mondo telematico non ci aiuta e, dopo un pò, si stufa pure.
     
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    Una perfetta analisi di un determinato contesto che oggi regola gli effetti sulla società più di quanto si possa pensare . E , un abbraccio in memoria del tuo papà
     
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    Hai scritto davvero un bel pezzo sull'inautenticità in cui è stata risucchiata la vita privata di tutti in questi ultimi tempi. Mentre decenni fa solo attori, politici, papi e altri personaggi per forza di cose pubblici dovevano soffrire questo sdoppiamento, sino alla patologia, oggi sembra che qualsiasi signor/a nessuno si senta in obbligo di alimentare con post, foto e storie l'universo di irrilevanza creato dai social. Col risultato che i pochi, come me, che pur di non venir scocciati nella loro concreta vita privata e non cercando alcuna notorietà si celano dietro ad un nickname, si sentono delle mosche bianche, quando pure non sono accusati di "nascondere qualcosa". Ma io ho moltissimo da nascondere, ad esempio tutti gli affari miei in cui il pubblico non ha il diritto di mettere il naso. Bella anche la citazione filosofica, precisa e toccante. E disperante, se vediamo a cosa ci siamo ridotti oggi, secoli di tecnologia e benessere dopo...
     
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