Alice Weidel ovvero perché ora i gay vanno a destra (di Franco Marino)
Quando papà stava già male e non poteva più scendere di casa autonomamente, non per questo lo lasciavo nell'incuria. Sicché chiamai il parrucchiere di vicino casa mia, chiedendogli se avesse qualcuno a disposizione che potesse fare servizio a domicilio. Suona il campanello di casa, apro la porta e mi trovo quella che, almeno in apparenza, sembra la quintessenza del parrucchiere gay fatto e rifinito da luogo comune, ovvero effeminato e con l'andatura sculettante. E allora dico a me stesso...
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