Enrico fa questa riflessione sui segni:

"I segni si possono vedere in un modo o in un altro; Dio ama farsi intravedere, non è mai palese nelle cose. Perché se fosse palese nelle cose, tu non saresti più libero di fare una scelta. Lui ti ama così tanto che si lascia solo intravedere. Se tu inizi a capire come lui si fa vedere, inizi a vedere di più, a capire di più."

Nelle società tradizionali, c'è sempre stata molta consapevolezza del linguaggio simbolico di Dio, sia al tempo di Giove che a quello di Cristo. Spesso ci soffermiamo sulla forma assunta da Dio, ci accapigliamo su questioni di lana caprina e, in questo modo, perdiamo la capacità di vederLo e ascoltarLo, oppure ne distorciamo il messaggio.

Questo rapporto, lo si può recuperare nella relazione personale con Dio, con l'ausilio di chi ne sa più di noi, come un padre spirituale o maestro, che non ti dice cosa devi fare, ma ti insegna come orientarti in quel linguaggio.

Per Chiara, questo padre spirituale fu Padre Vito.
Lui segue tutti i "piccoli passi" di Chiara, dal fidanzamento fino alla sua morte ed è testimone di un'altra sua prova: la seconda gravidanza.

Tra tutti i conoscenti di Chiara, vi è un po' il pensiero che la seconda gravidanza porterà il "figlio della consolazione", una sorta di risarcimento per il dolore vissuto con la prima bambina. Come se Maria Grazia Letizia fosse stata non una bambina "intessuta da Dio", ma un'afflizione che avrebbe reso ancora più grande la gioia di avere un figlio sano.
Ma Dio ha altri piani.

Al quinto mese di gravidanza, l'ecografia mostra una malformazione nel corpo di Davide Giovanni, non ha sviluppato gli arti inferiori.
Chiara ed Enrico non hanno dubbi neanche stavolta: il bambino nascerà, nonostante questa disabilità.

Questo dato è spiazzante, sconcerta chi era sicuro della consolazione che avrebbe dovuto portare il piccolo.
Chiara ed Enrico si ritrovano soli, gli amici più stretti non hanno il coraggio di stare loro vicino, sono spaesati, imbarazzati, impauriti. Il mistero di Dio si rivela illogico, forse anche crudele, offende la loro parte umana. E non solo la loro, ma quella di molti che leggono la storia di Chiara.

Ma Chiara cosa pensava di questo bambino che, nuovamente, non soddisfa le aspettative del mondo?
Lei scrive così, nel suo diario:

"Chi è Davide? Un piccolo che ha ricevuto in dono da Dio un ruolo tanto grande, quello di abbattere i grandi Golia che sono dentro di noi. Abbattere il nostro potere di genitori di decidere su di lui e per lui. Ci ha dimostrato che lui cresceva ed era così perché Dio aveva bisogno di lui così. Ha abbattuto il nostro diritto a desiderare un figlio che fosse per noi, perché lui era solo per Dio.
Ha abbattuto il desiderio di chi pretendeva che fosse il figlio della consolazione, colui che ci avrebbe fatto dimenticare il dolore per la morte di Maria Grazia Letizia
[...] Ha smascherato la fede magica di chi crede di conoscere Dio e poi gli chiede di fare il dispensatore di cioccolatini. Ha dimostrato che Dio i miracoli li fa, ma non con le nostre logiche limitate perché Dio è qualcosa di più dei nostri desideri. Ha abbattuto le idee di quelli che non cercano in Dio la salvezza dell'anima ma solo quella del corpo; di tutti quelli che chiedono a Dio una vita felice e semplice che non assomiglia affatto alla via della croce che ci ha lasciato Gesù [...]
Grazie a Davide nessuno è riuscito a convincermi che quello che ci stava capitando era una disgrazia, che deriva dal fatto che ci eravamo allontanati da Dio, fosse anche inconsciamente. Ringrazio Dio perché il mio Golia è finalmente morto, e i miei occhi sono liberi di guardare oltre e seguire Dio senza aver paura di essere quella che sono".

Quanta consapevolezza in queste parole!
In un altro punto, Chiara dichiara che accettare Davide così com'era le aveva permesso di accettare se stessa per com'era, con tutti quegli aspetti di sé che trovava poco desiderabili, non belli da mostrare, tutte quelle "invalidità" di cui ci vergognamo, ma che certo non spaventano Dio e non lo portano ad amarci di meno.

A tal proposito, è significativa la testimonianza di Daniela, la ginecologa di Chiara, rispetto alla nascita di Maria Grazia Letizia, che voglio riportare così com'è scritta sul libro:

"Io mi ero molto documentata sui bimbi anencefali e sulle loro vite proprio per essere più preparata poi con Chiara ed Enrico. Avevo scoperto che varie famiglie erano riuscite a donare gli organi dei loro bimbi anencefali e di questa cosa ero molto contenta. Per me era giusto accogliere la vita in tutte le sue forme, ma se questa vita aveva un'utilità era ancora meglio. Quindi, alla visita successiva, ero andata da Chiara ed Enrico tutta contenta, a dargli quella che per me era una buona notizia. E loro, guardandomi con affetto, ma senza darmi la minima importanza, mi hanno detto: "Ma noi non teniamo Maria per poter donare gli organi; noi la teniamo perché è nostra figlia". Questa risposta mi aveva fatto ammutolire! Vedevo un amore totalmente gratuito, un amore non finalizzato a quello che vali e a quello che puoi fare".

Dio non ci ama perché siamo utili, performanti, infallibili. Non ci ama perché potremmo diventare degli Einstein, trovare la cura del cancro o chissà che altro. Nei rapporti umani, speso viviamo un amore condizionato al nostro status, al nostro aspetto, a ciò che possiamo dare, ma la logica del guadagno e della perdita non fa parte di Dio. E anche Chiara ed Enrico si fanno strumenti di questo amore, che è l'Amore che manifesta se stesso.

Afferma ancora Daniela, stavolta sulla nascita di Davide Giovanni:

"Ho visto una mamma che alla nascita del suo secondo figlio - un bambino senza gambe - se lo abbraccia con ancora il cordone ombelicale attaccato e, con una tenerezza e un amore che a parole non so neanche rendere, gli sussurra: "Amore mio, figlio mio". Un figlio che sta morendo, venuto male secondo i nostri parametri, e lei lo ama così, al cento per cento."

Dopo la morte di Davide Giovanni, Chiara resta nuovamente, volontariamente incinta. Lei ed Enrico hanno fatto degli esami per escludere il problema genetico, che infatti non c'è, e rimangono in attesa di Francesco, il loro ultimo figlio, che nasce sano e senza complicazioni.
Quelle arriveranno per Chiara. Dopo poche settimane dall' inizio della gravidanza, viene riscontrata un'afta sulla lingua, che si rivelerà essere un tumore.

Il tumore è un rischio corso dalle donne che affrontano delle gravidanze ravvicinate, ma quello di Chiara è molto raro, perché in genere colpisce gli uomini ultrasessantenni, fumatori o alcolizzati.

I medici propongono una terapia che le darebbe più chance di vita, ma potrebbe essere rischiosa per la vita di Francesco. Neanche a dirlo, Chiara sceglie suo figlio e non si sottoporrà a nessuna terapia durante la gravidanza.
Benché riescano ad asportarle il tumore dalla lingua, questo risulta molto aggressivo e progredisce in tutto il corpo.

Chiara dovrebbe sottoporsi a un'operazione che richiederebbe il parto prematuro di Francesco e, in quel momento di forte tensione, scrive:

"Non mi sento tranquilla. Ho provato una brutta sensazione; non capivo chi era dalla mia parte e chi invece stava cercando di convincermi. Anche Enrico. Mi sento come una leonessa che sta cercando di difendere il suo piccolo. Sento un'aggressività mai provata, come se fossi pronta a tutto per difenderlo. Tornati a casa ho chiesto a Enrico: "Tu da che parte stai? Io non cambio decisione"."

Chiara pensa e agisce da madre, e da madre disposta a tutto per difendere i suoi figli. Era stata madre nel lasciar vivere e nel lasciar andare in cielo i suoi due figli precedenti ed è madre, madre leonessa, nella volontà di difendere a tutti i costi la vita di suo figlio. Chiara non vuole vivere qualche minuto in più per rischiare la vita di Francesco, lei sa - lo sa dalla verità che le è stata infusa nel cuore - che la scelta giusta è quella di preservarla dalle statistiche, dalle logiche umane, troppo umane, che non contemplano le vie infinite del Signore.

E, come per miracolo, Francesco nasce prematuro, di parto naturale, e Chiara può iniziare le cure per il tumore, che non saranno altro che un periodo di preparazione alla sua nascita in cielo.

(continua nella terza parte)

Comments

There are no comments to display.

Media

Blog entry information

Author
Mina Vagante
Views
399
Last update

More entries in Spiritualità

More entries from Mina Vagante

Top