Immaginate di trovarvi in treno, a leggere un libro. Accanto a voi, una coppia di cinquantenni litiga in una lingua incomprensibile, così vi spostate in un altro posto e, in uno dei sedili della parte opposta alla vostra, siede l'amore della vostra vita.
Così comincia il primo film della trilogia "Before", con la magia del primo incontro tra un ragazzo e una ragazza.

Tempo fa, avevo beccato una scena del primo film in TV, ricordavo solo quella: loro due che visitano il cimitero dei senza nome a Vienna. Quel piccolo frammento mi ha poi motivata a risalire al titolo e, infine, a guardare tutta la trilogia.

Non credo che i film, i libri, le opere artistiche ci visitino in maniera casuale, anzi, in esse trovo sempre un messaggio che mi riguarda personalmente o che mi spinge a indagare qualcosa di poco esplorato in me stessa.


I protagonisti di questa trilogia sono Jessie e Céline, un americano e una francese. Quando si incontrano, hanno una ventina d'anni, tanti sogni nel cassetto a un rosario di idee più o meno filosofiche con le quali si orientano nel mondo e attraverso cui, inevitabilmente, si innamorano.
Sono giovani e speranzosi, non vogliono sbagliare niente nella loro vita e si fanno promesse radicali, romantiche, nell'idea ostinata di non diventare banali e conformisti come i loro genitori.

Jessie e Céline passano un'unica giornata insieme e, prima dell'alba, devono dirsi addio. Vorrebbero mantenere la decisione di non cercarsi più, di non aspettarsi altro dal meraviglioso tempo passato insieme, ma come fai a lasciar perdere quella persona con cui sei te stesso più che con te stesso?
Così decidono di rivedersi tra sei mesi, a Dicembre, a quella stessa stazione nella quale si sono lasciati.

Il secondo film ci dice, lasciandoci in verità poco sorpresi, che quel secondo incontro non è mai avvenuto.
Però i due, ora, hanno più di trent'anni. Jessie ha eternizzato quell'incontro fatale in un libro, il libro è stato portato in tour promozionale, fino a Parigi, proprio dove vive Céline. Qui, come ci si può aspettare, i due si ritrovano.

È strano, imbarazzante, ma bello.
Il dialogo riprende da dove è stato interrotto, ma ora non si è più tanto giovani, l'amore romantico è messo in discussione e l'ideale femminista e umanitario di Céline si è posto come salvagente alla delusione d'amore, esonda in vece del pianto della donna che, da ragazza, aveva affermato che amare ed essere amata valeva più di una brillante carriera.

Hanno entrambi una relazione, di quelle ordinarie, con un po' di affetto, ma senza quell'amore sperimentato e conosciuto nel loro primo sguardo.
E poiché solo quello è l'amore, si ravviva non appena i due si rincontrano.

Jessie dovrebbe tornare in America, da sua moglie e da suo figlio, perfino Céline gli fa presente, più volte, che perderà l'aereo. Lui temporeggia, le dice che non andrà via finché non la sentirà cantare e, quando finalmente Céline canta, lui decide di perdere il volo.

Che ne è di Jessie e Céline dopo dieci anni da quella decisione?
Il figlio di Jessie è cresciuto e va a trovare il padre, che ora vive a Parigi, ogni estate. Jessie e Céline hanno avuto due gemelle; la complicità di un tempo non è mutata, ma, indubbiamente, l'arrivo di due figlie cambia gli equilibri di coppia e i due trovano sempre meno momenti per stare da soli e dedicarsi l'uno all'altra. Questa occasione sembra presentarsi con una vacanza nel Peloponneso e con una notte, tutta per loro, offerta da una coppia di amici.

Anche in questo ultimo film, le riflessioni sull'amore sembrano tutte virare verso il pensiero comune dell'impossibilità di stare insieme "finché morte non ci separi", benché gli esempi della vecchia generazione si inseriscano con delicatezza in questi discorsi pretestuosi, quasi ad affermare la realtà dell'impegno di coppia, sicuramente faticoso, ma soddisfacente, contro la paura di non essere abbastanza amati, più che quella di non essere capaci di amare abbastanza.

Paura che anima le accuse di Céline a certe mancanze di Jessie, ammantate di una anacronistica rivendicazione femminista, che fa sorridere e che porta a simpatizzare col tono esasperato di un uomo che non sa più che fare per dire alla sua compagna che la ama infinitamente.

Tutto sembra rotto, irrimediabilmente compromesso da un muro comunicativo che non permette ai due di parlare in maniera trasparente.
Poi, come accade spesso nella realtà, chi ti ama tenta di rassicurarti, di riprenderti, di fare un passo verso di te, mettendoti però di fronte alla responsabilità che hai, anche tu, all'interno della coppia, in cui non vi può essere solo una parte che si pone a servizio dell'altra, ma è necessaria la reciprocità.

Céline può fare questo passo, sì, al di là di tutte le paure, i meccanismi di difesa, l'orgoglio personale, per un solo, fondamentale motivo: l'amore per l'uomo da cui è amata.

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Mina Vagante
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