Ci sono due errori da non fare nel trattare la vicenda ucraina. Dare retta ai propagandisti occidentali e farsi guidare da informazioni sbagliate.
Facciamo un rapido riepilogo della questione. Non c'è ufficialmente nessuna guerra in corso. La Russia è impegnata in un'operazione speciale di denazificazione che ha lo scopo anzitutto di difendere la parte russofona dell'Ucraina Orientale e soprattutto di smantellare laboratori dove si fabbricano armi batteriologiche - tra le quali entra probabilmente anche il covid - e luoghi di smistamento di bambini rapiti allo scopo o di rivenderne gli organi o di alimentare un traffico di bambini russi da immettere nel nobile e magico mondo delle adozioni: scandalo che comunque non si limita ai paesi dell'Est Europeo ma coinvolge anche molti paesi sudamericani. L'intervento russo è mirato unicamente ad ottenere questo. Che poi, al passaggio, si sia tentato anche di chiudere qualche conto di pluriennale durata col Donbass è vero, ma non è il punto centrale della questione.
La Russia è in difficoltà? Sì, questo è innegabile e nasconderselo significherebbe unirsi alla propaganda (meschina e interessata) di molti finti filorussi strumentalizzati in realtà dai servizi segreti occidentali. Ed è in difficoltà anche Putin. Il fatto che Dugin abbia scritto di fatto un post sui social di un certo tipo, non è affatto un segnale rassicurante. Significa che gran parte della macchina propagandistica (in realtà poco collegata col Cremlino) sta facendo marcia indietro.
L'errore di fondo di Putin è stato di non voler subito giocarsi il tutto per tutto. Immaginava un Occidente più fiacco nel sostegno di Zelensky e soprattutto un'Ucraina che sarebbe rapidamente capitolata. Le cose non sono andate così.
I russi devono essere pronti a tutto, anche all'ipotesi di una guerra totale, che se finora non si è ancora verificata è tutto merito della prudenza di Putin. Forse è esattamente questo il nocciolo della questione: Putin finora sta commettendo una lunga serie di errori figli di eccessi di prudenza. E proprio questo eccesso di zelo è la ragione per cui si è arrivati a questo punto. La ritirata di Cherson non è certo una notizia rassicurante ma era necessaria. Si è tutti esagerato con l'ottimismo prima, si sta esagerando col pessimismo ora.
In realtà tutto va ridotto ad una questione molto terra terra: questa è una guerra nella quale tutta quella parte del mondo che si oppone ad un Occidente sempre più aggressivo, si gioca tutto. Se la Russia pensa di traccheggiare, di temporeggiare, di non rischiare, perde.
Facciamo un rapido riepilogo della questione. Non c'è ufficialmente nessuna guerra in corso. La Russia è impegnata in un'operazione speciale di denazificazione che ha lo scopo anzitutto di difendere la parte russofona dell'Ucraina Orientale e soprattutto di smantellare laboratori dove si fabbricano armi batteriologiche - tra le quali entra probabilmente anche il covid - e luoghi di smistamento di bambini rapiti allo scopo o di rivenderne gli organi o di alimentare un traffico di bambini russi da immettere nel nobile e magico mondo delle adozioni: scandalo che comunque non si limita ai paesi dell'Est Europeo ma coinvolge anche molti paesi sudamericani. L'intervento russo è mirato unicamente ad ottenere questo. Che poi, al passaggio, si sia tentato anche di chiudere qualche conto di pluriennale durata col Donbass è vero, ma non è il punto centrale della questione.
La Russia è in difficoltà? Sì, questo è innegabile e nasconderselo significherebbe unirsi alla propaganda (meschina e interessata) di molti finti filorussi strumentalizzati in realtà dai servizi segreti occidentali. Ed è in difficoltà anche Putin. Il fatto che Dugin abbia scritto di fatto un post sui social di un certo tipo, non è affatto un segnale rassicurante. Significa che gran parte della macchina propagandistica (in realtà poco collegata col Cremlino) sta facendo marcia indietro.
L'errore di fondo di Putin è stato di non voler subito giocarsi il tutto per tutto. Immaginava un Occidente più fiacco nel sostegno di Zelensky e soprattutto un'Ucraina che sarebbe rapidamente capitolata. Le cose non sono andate così.
I russi devono essere pronti a tutto, anche all'ipotesi di una guerra totale, che se finora non si è ancora verificata è tutto merito della prudenza di Putin. Forse è esattamente questo il nocciolo della questione: Putin finora sta commettendo una lunga serie di errori figli di eccessi di prudenza. E proprio questo eccesso di zelo è la ragione per cui si è arrivati a questo punto. La ritirata di Cherson non è certo una notizia rassicurante ma era necessaria. Si è tutti esagerato con l'ottimismo prima, si sta esagerando col pessimismo ora.
In realtà tutto va ridotto ad una questione molto terra terra: questa è una guerra nella quale tutta quella parte del mondo che si oppone ad un Occidente sempre più aggressivo, si gioca tutto. Se la Russia pensa di traccheggiare, di temporeggiare, di non rischiare, perde.