Ogni articolo che leggete sui giornali inizia immancabilmente con questa forma "da quando a Febbraio è iniziata questa guerra". E questo significa che chi ne scrive non ha capito nulla di quanto stia accadendo.
La guerra nel Donbass è iniziata nel 2014 quando la Russia, sulla base di accordi che le consentivano questo, è intervenuta per difendere la popolazione russofona dai neonazisti ucraini, spalleggiati da quella stessa Unione Europea che a parole monta giornalmente la guardia contro i nazifascismi e, quando le occorre, è pronta a finanziarli, appoggiarli, a costruire su di essi la mitologia che li esalti.
La Russia in un primo momento in Donbass è intervenuta molto blandamente, supportando le ragioni dei russofoni più o meno come Biden sta appoggiando l'Ucraina, cioè senza intervenire con decisione. Poi, non appena Putin ha visto un momento di debolezza americano, ha deciso di intervenire con un'operazione speciale di denazificazione, subito trasformata dai propagandisti della CIA e della NATO come "un'invasione russa".
Nessuno si rende conto che noi russi siamo stati provocati e che questa non è che la tardiva reazione ad otto anni di provocazioni. Pensare che tutto si risolva, come propone Elon Musk, col riconoscimento della Crimea, significa sostanzialmente non aver capito nulla. La pace si potrà avere solo alle seguenti condizioni: la Russia si impegna a non andare oltre la Crimea e il Donbass, e l'Occidente si impegna a mantenere neutrale quel che resterà dell'Ucraina.
Tutto il resto è semplice sottomissione, che noi russi, specialmente per il tributo che abbiamo pagato non solo a quasi nove anni di questa situazione ma anche e soprattutto per ciò che gli americani hanno fatto e continuano a fare contro il nostro popolo, non accetteremo mai.
Quella che vedete nell'immagine è l'unica condizione che accetteremo.

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Ida Verova
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