A dispetto dei nomi, il mio e quello del blog, sono italiana di origini russe, nata in Russia ma romana di adozione. Sentendomi parlare nessuno sospetterebbe le mie origini russe che invece sono presenti e forti.
La "russità", русскость come la chiamiamo, è difficile da spiegare a quegli europei che abbiano subito un lavorio ai fianchi per cancellare secolari identità al fine di sostituirvi il peggio della cultura americana. Noi russi questo non lo abbiamo mai accettato. E non soltanto perché avendo avuto una parentesi americana negli anni Novanta, ne abbiamo visto le potenzialità demoniache, quando non hanno un diavolo di cartapesta che disturba i loro disegni, ma perché per noi russi la patria ha una dimensione metafisica non facilmente comprendibile dalla cultura occidentale, da sempre fondata sulla negazione di ogni trascendenza e di ogni cosa che vada oltre la dimensione materiale.
Pensare di capire gli Stati Uniti attraverso Friends, il Doctor House, i film di Hollywood e illudersi che quell'immagine patinata, grondante opulenza ed efficienza, sia la vera America, è la truffa degli stessi che analogamente tentano di delineare la Russia. La cosa curiosa è che questo discorso si sovrappone perfettamente tanto ai russofobi quanto ai tanti russofili da me incontrati qui in Italia, talvolta persino più dannosi dei nostri nemici. Infatti, la mia più grande difficoltà da quando vivo in Italia è stata quella di smontare non soltanto la demonizzazione ma anche l'idealizzazione sia dell'universo russo che della figura di Putin. Ed è curioso come vi siano molti punti in comune. Sia presso i filoamericani che presso gli antiamericani, per molti la Russia è l'erede dell'URSS e Putin è il successore di Stalin. Spiegare ad entrambi che la Russia oggi è un paese capitalistico al pari degli Stati Uniti, anzi per molti aspetti persino più liberale; che a Mosca si trovino imprenditori che, sostituendo l'accento moscovita con quello meneghino, sembrerebbero del tutto uguali a Berlusconi; che non si perseguitano i gay ma viene semplicemente vietata non tanto la "propaganda gay" come dicono mentendo le associazioni LGBT ma in generale la propaganda contro la famiglia naturale; che Putin non si sognerebbe mai di ricreare l'URSS e che la Rivoluzione d'Ottobre non viene festeggiata perché noi russi sogniamo il ritorno comunismo ma perché ha segnato la fine dell'oppressione zarista e comunque un passo in avanti nella conquista della libertà; che esiste un'opposizione fortissima a Putin ma che ha il pregio di non essere fatta da traditori della patria; e che soprattutto Putin non ha tutto il potere che gli viene attribuito; dicevo, spiegare tutte queste cose è del tutto inutile. Così come è inutile far capire che non è vero che in Russia si censuri l'opposizione ma semmai si fa quel che dovrebbe fare non dico l'Italia ma qualsiasi paese al mondo: mandare alle sbarre i traditori della patria, magari anche a morte. Ancora, è inutile far capire che l'Eurasia e tutto il caravan serraglio del rossobrunismo non solo non appartengono minimamente allo spirito russo ma che la Russia e Cina si guardano in cagnesco e che laddove pure vi dovesse essere un'alleanza resasi forzata dalle cose, sarebbe soltanto temporanea. Ed è infine ovviamente anche inutile sgolarsi o consumare la tastiera per raccontare cosa stia davvero accadendo in Ucraina, che è molto semplice: la Russia ha colto in un momento di debolezza degli Stati Uniti, l'occasione per reagire ad otto anni di soprusi che l'area russofona dell'Est ucraino sta subendo, dopo che per tutto questo tempo ha sopportato ogni genere di provocazione, a partire dalla violazione unilaterale da parte di Stati Uniti e Ucraina di ogni genere di trattato intercorso tra questi paesi.

Ma se con i filoamericani questa è una causa persa, qualcosa si può ancora fare con chi in tutti questi anni si è opposto alla narrazione ma commettendo a sua volta un altro errore, cioè credere ad una Russia che facesse l'America, cioè liberare popoli incapaci di prendere in mano il proprio destino, dimenticando che c'è già stata: si chiamava URSS. Che l'Unione Sovietica si opponesse agli americani è un fatto, come è un fatto che anch'essa fosse potenzialmente pericolosa. Qui c'è un altro punto che molti filorussi e putiniani non vogliono capire. La vera minaccia alla libertà non viene soltanto dagli Stati Uniti, ma da chiunque abbia una visione imperiale ed universalistica del mondo. Quindi anche da coloro che vorrebbero rifare l'URSS. Insomma, in questo blog vorrei parlare della Russia per come è, non per come molti, nel bene e nel male, vorrebbero che fosse. Anzitutto partendo dal nome: Federazione Russa. Che non è un nome dato a caso. Rappresenta un esperimento sano e finora riuscito di multiculturalismo, contrapposto alla brodaglia europea e al monolite statunitense.
Se ho accettato la proposta di tenere un blog qui e di portarci i miei contatti, non è solo perché mi piace questo progetto, ancora visibilmente imperfetto ma con interessanti potenzialità, ma perché scelta proprio per la mia propensione a sottrarre il mio paese sia alle diffamazioni occidentali, sia a coloro che si sono costruiti una Russia idealistica, desiderosa di liberare il mondo e non semplicemente determinata a vivere come meglio ritiene, senza essere disturbata.
Benvenuti.

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Ho lavorato, soggiornato, viaggiato in Russia. Quello che hai scritto mi ha dato una terribile nostalgia perché é uno dei paesi in cui mi sono sentita "a casa". Hai scritto esattamente quello che ogni tanto scrivo su qualche pagina ma non essendo russa mi prendo della putiniana tanto per cominciare. Quindi...Добро пожаловать 😍
 

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Ida Verova
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