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No, io non sto con Ahou Daryaei (di Franco Marino)

Uno dei motivi per cui ho lasciato Il Detonatore, il precedente giornale per cui scrivevo, non è - come molti credono - nelle posizioni filoccidentali dei due principali articolisti ma per un certo estremismo, da parte di questi ultimi, nel modo di trattare certe questioni che mi aveva messo in forte difficoltà con i lettori che pure avevo contribuito a portare. Quando uno dei fondatori del progetto dice che bisogna fare un repulisti di tutti i giornalisti e gli influencer politici...
Copio un mio post che ho scritto in una pagina dei miei contatti che ha pubblicato una vignetta, dove un'iraniana anela ad arruolarsi come pilota di caccia tra le israeliane.""""Le donne degli Haredim (gli ebrei ortodossi) non sono molto diverse. Devono indossare gonne o vestiti a maniche lunghe e coprirsi il capo, niente pantaloni. Non possono divorziare e sono mal viste nella comunità se scelgono di lavorare. In Israele ci sono andata spesso per lavoro, presso gli Haredim i maschi non si avvicinano mai ad una donna, addirittura in aereo se per caso si trovano una donna accanto si fanno cambiare di posto. Nel bus da Tel Aviv ad Haifa, una volta sono capitata con un gruppo di Haredim che non mi volevano far salire, ho tirato un paio di vaffa e sono salita, l'autista mi ha chiesto gentilmente di sedermi dietro ben lontana dai maschi. Gli Haredim non lavorano, vengono mantenuti dallo stato e ricevono una specie di 'reddito di cittadinanza'. Sono tutti agricoltori e vivono della vendita dei prodotti. Non ho mai potuto trattare con loro nei loro kibbutz in quanto femmina (vendevo pompe speciali per l'irrigazione). Ora stanno creando grandi contrasti perché gli Haredim sono esentati dal servizio militare (triennale) ma essendo in guerra da un anno e necessitando di uomini, molti ufficiali dell'esercito spingono lo stato affinché sia più severo e li obblighi a presentarsi se chiamati. Nello stesso periodo viaggiavo per lavoro in Iran ( sistemi idraulici industriali) la mia referente era un ing. Meccanico, come me, vestita come me, con stretti jeans e un lungo maglione (la legge iraniana obbliga le donne a coprire le gambe anche con leggings, e portare camicie o maglie che coprano le cosce e la parte superiore delle braccia, d'estate portavamo camicioni a mezze maniche, (ovviamente con una sciarpina in testa). Ci spostavamo con la sua auto e con altri colleghi maschi fumando entrambe, mai avuto problemi a trattare con i maschi e lei neppure. Lei, ed altre donne che ho conosciuto in Iran, non hanno tutto questo desiderio di trasferirsi in paesi Occidentali che percepiscono come pericolosi e decadenti culturalmente. Vivono con ancora una grande spiritualità e trovano molto rispettoso il comportamento dei maschi nei loro confronti. Non credo proprio che le iraniane sarebbero felici di cambiare il proprio status con le ebree ortodosse. P.S. Alle israeliane é stato concesso, ripeto 'concesso' di pilotare aerei militari solo nel 2004 (in Italia non ci sono mai state preclusioni, la prima donna pilota nell'esercito é entrata nel 2000). Con ciò non dico che l'Iran é un paese libero per le donne, ci sono molte limitazioni, ma sicuramente le donne degli Haredim vivono peggio.
 
Ero certa che avrebbe avuto questo pensiero in merito al fatto, visto che come sempre su certe questioni è anche il mio (ma tranquillo, ce ne sono anche su cui non concordo, altrimenti sai che noia...😊). Un giorno mi trovai a parlare con donne mussulmane in merito al velo che sempre mi dava irritazione psicologica solo al vederlo, e mi spiegarono il perché e il percome. E nessuna se lo toglierebbe, anche senza un uomo che le possa costringere. Da allora le guardo con altri occhi, pur consapevole che lo metterei solo con una pistola puntata.
 
Totalmente d'accordo. Tanto piu` che solo un miope puo` non riuscire a vedere il fine di una tale "notizia".

Se si vuole vivere in un Mondo "multipolare", che poi significa "multiculturale", che poi significa "vario", ed in quanto "vario" sicuramente piu` "libero" di un Mondo "mono-tonale", dovremmo smettere di considerarci "La Cultura", di ergerci a "Giudici Supremi" e prendere atto che esitono (grazie a Dio) "Le Culture".

E "Le Culture" appartengono (e caratterizzano) Paesi diversi, Popoli diversi, che non hanno alcun desiderio di diluirsi in un "melting pot" all'americana, che desiderano mantenere e difendere la propria identita` culturale senza dover necessariamente piacere a "qualcuno"per poter esistere.

E questo vale per noi, come per loro, perche` potrebbe succedere in futuro di essere noi al posto di loro.
 

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