Un maestro, cantava," Per fortuna il mio razzismo non mi fa guardare
Quei programmi demenziali con tribune elettorali". Ci metteva a conoscenza di una sua forma di razzismo, che non per forza deve essere ridotto tra differenti colori di epidermite. Il mio razzismo, anzi i miei sono variegati. Ad esempio non credo che chi conosce a memoria i nomi dei partecipanti al grande fratello, possa avvicinarsi al mio essere, non credo che chi esprima entusiasmo per un fedez o de filippi, possa creare un interesse in me, come sono lontani anni luce, da me, quelli che sparano i pedardi per festeggiare un nuovo carico di coca. Ma allo stesso tempo mi fanno ribrezzo quelli che hanno conti in banca elevati ascoltano Guccini, e solo per questo si sentono proletari, ma non hanno mai avuto un callo, indossano l'eskimo e parlano con la R moscia. Mi viene l'orticaria quando vedo la nuova versione dei fasciobar, i fasciosocial, rivoluzionari nella loro cameretta e pieni di tatuaggi per farsi coraggio quando si guardano allo specchio. E per ultimi non per questo meno importanti, anzi, i giornalisti troppo faziosi, la gente dello spettacolo che non si limita a fare il propio mestiere, si auto eleggono paladini di qualche battaglia del cazzo. Tutte figure artisti e giornalisti che si vedono per poter calcare le scene, non perché credono realmente in ciò che dicono. Infatti se si sentissero, si farebbero schifo da soli.
Detto ciò, non odio chi ha la pelle diversa da me, odio chi cammina sullo stesso selciato, ma equivale alle cacate che scanso. Si sono razzista, questo tipo di persone elencate, sono mal digerite da me, poiché in modi diversi, sono il prodotto del consumismo e della decadenza voluta e creata ad hoc...
Per fortuna ancora qualcuno con cui chiacchierare esiste 😜
Angelo Giudice
Quei programmi demenziali con tribune elettorali". Ci metteva a conoscenza di una sua forma di razzismo, che non per forza deve essere ridotto tra differenti colori di epidermite. Il mio razzismo, anzi i miei sono variegati. Ad esempio non credo che chi conosce a memoria i nomi dei partecipanti al grande fratello, possa avvicinarsi al mio essere, non credo che chi esprima entusiasmo per un fedez o de filippi, possa creare un interesse in me, come sono lontani anni luce, da me, quelli che sparano i pedardi per festeggiare un nuovo carico di coca. Ma allo stesso tempo mi fanno ribrezzo quelli che hanno conti in banca elevati ascoltano Guccini, e solo per questo si sentono proletari, ma non hanno mai avuto un callo, indossano l'eskimo e parlano con la R moscia. Mi viene l'orticaria quando vedo la nuova versione dei fasciobar, i fasciosocial, rivoluzionari nella loro cameretta e pieni di tatuaggi per farsi coraggio quando si guardano allo specchio. E per ultimi non per questo meno importanti, anzi, i giornalisti troppo faziosi, la gente dello spettacolo che non si limita a fare il propio mestiere, si auto eleggono paladini di qualche battaglia del cazzo. Tutte figure artisti e giornalisti che si vedono per poter calcare le scene, non perché credono realmente in ciò che dicono. Infatti se si sentissero, si farebbero schifo da soli.
Detto ciò, non odio chi ha la pelle diversa da me, odio chi cammina sullo stesso selciato, ma equivale alle cacate che scanso. Si sono razzista, questo tipo di persone elencate, sono mal digerite da me, poiché in modi diversi, sono il prodotto del consumismo e della decadenza voluta e creata ad hoc...
Per fortuna ancora qualcuno con cui chiacchierare esiste 😜
Angelo Giudice