A 55 anni, si ha il senso della realtà, ormai molto sviluppato. Si capisce, cosa più essere, raggiungibile e cosa utopistico. No, oggi non parlo di ideali, o voli pindarici, parlo del quotidiano. Vivo al momento (un po', più ridotto, del vivere alla giornata), il futuro, per me è, l'attimo seguente a questo. Dopo una vita, passata ad aspettare Godot, adesso, ho messo a folle, tirato il freno a mano, e posteggiato. Osservo il tempo, che mi supera. Si consumano i minuti. Tutto scorre, e il senso delle cose, raggiunge il nulla assoluto. Adesso se, faccio un qualcosa, è per, riempire quel tempo, non do credito a cantastorie e saltinbanchi, non ho più l'età per restare affascinato, da storie, progetti e amori. Io so, soltanto che se l'acqua, bolle, bisogna mettere la pasta, stop. Il resto sono chiacchiere, con cui non mi sono mai cibato. Ogni tanto, penso, finché, non mi stancherò anche di questo, e scrivo, ovviamente indirizzato sempre a me stesso. Perché una cosa, che mi manca, è l'ego, forte, da accusare qualcuno per la mia esistenza, mediocre. Ognuno è causa di sé stesso, e non credendo in enti supremi, non posso manco bestemmiare. Resto solo ad aspettare, il prossimo istante, intanto ammazzo sta zanzara di merda
Angelo Giudice
Angelo Giudice