Era il 1976, tra viale Augusto e via Ettore Romagnoli, si respirava Romagna, quell’estate, in quel luogo, oltre le famose giostre, vi erano montati, uno dopo l’altro, numerosi stands, che vendevano prodotti artigianali, ma soprattutto di ristorazione, appunto di cucina romagnola. Era la festa dell’unità, mio padre, da buon compagno, ed operaio, mi portava a passeggiare, tutta le sere, credo durasse una settimana, tra quelle bancarelle. Ancora ero figlio unico, e alcune volte veniva pure mia madre, ma sicuramente non era, attratta come il maschio di casa. La sera, poi dopo aver, mangiato le lasagne, alla bolognese, o i famosi panini con salsiccia, scendevamo sotto il prometeo (la statua). Dove ogni sera c’era musica dal vivo. Una sera, assistemmo ad un concerto, di un ragazzo napoletano, che si esibiva da solo, e suonava molti strumenti, con varie parti del corpo. Fu il mio primo concerto, dove lo ascoltai, ed assaporai tutto per intero, era già capitato, estati precedenti che alla villa di Noto, mi avessero portato ad assistere, a esibizioni di Claudio Villa, o Modugno, o cantagiro, ma ovviamente ero troppo piccolo, e mi annoiavo e, volevo andare a giocare con altalena o scivoli, quindi non ricordo nulla. Invece in quell’occasione, sarà l’ammirazione per quel ragazzo riccio, polistrumentista, batteva i talloni per suonare il tamburello, l’armonica, il kazoo con la bocca, oltre le chitarre classiche ed elettriche, mi gustai tantissimo quell’esibizione, e volli acquistare uno dei miei primi LP, intendo che non erano dei miei genitori, ma miei. Allora chiesi a mio padre di portarmi alla bancarella, dove poter prendere il vinile. Guardai esterrefatto, il disco si intitolava, LA TORRE DI BABELE, però mi affascinava pure la copertina d I BUONI E I CATTIVI, e in più stava per uscire, BURATTINO SENZA FILI, ed era già pubblicizzato, con locandine, mi si illuminarono gli occhi, da lì in poi lo seguii per molto tempo, a si. Mi pare si chiami Edoardo Bennato. Come tutti i piccoli fans, sapevo tutti i testi a memoria, ovviamente crescendo, capii di più delle verità, nascoste in ogni album. La sera dopo, mio padre mi portò, nuovamente là sotto, a sentire gli INTI ILLIMANI, dopo “el pueblo”….dissi di voler rincasare, forse fu, a causa loro, che diventai di destra ihihih