Pur non appassionandomi da lunga data alle elezioni americane, sono sottoposto, volente o nolente, ad una pletora di materiale di dubbio interesse e ancor minor obbiettività messo in giro ovunque vi siano schermi accesi. Di conseguenza, non posso fare a meno di notare, come tutti, i temi e soprattutto i toni di un'elezione che, generalmente, è il classico fumo negli occhi per gli idioti che parlano di “grandi democrazie” e “esercizio del libero voto”, anche se, stavolta, visto quanto ho scritto su questo spazio in precedenza, il caso di una vittoria di Trump rischi di essere un risultato tutt'altro che qualsiasi per chi tiene le fila del potere economico-finanziario occidentale.
Da qualche giorno, su SkyBalle24, uno fra i principali canali di liquami propagandistici dell'etere italiana, non bastando i servizi dell'ineffabile Congiu (che ogni volta costringono a dover lavar via dallo schermo una striscia di tenace bava, manco ci fosse passata sopra una lumaca), si intervista una tizia, sempre dagli USA, sempre la stessa, con faccia da studentessa asiatica non molto acuta, che ogni giorno (anche senza contare le repliche) pontifica sul “pericolo Trump” per il diritto all'aborto, il “rischio Trump” per i diritti delle donne, la “minaccia Trump” per le politiche di eguaglianza di genere, e fra poco (ma forse non sono stato attento e l'ha già esplicitato) ascolteremo del “flagello Trump” per la vita sessuale delle donne americane. Presentata come un'esperta (e di sicuro lo è, nel campo degli imbarazzanti allarmismi elettorali), è sottratta a qualsiasi “fact-checking” e contraddittorio, così da dover assumere che ciò che dice sia verità rivelata.
Oggi, evidentemente per dare a questi comizi un'aura di scientificità (lo spettatore medio dei notiziari mainstream non è particolarmente sveglio, ma non bisogna esagerare), ci hanno aggiunto i risultati di un surreale sondaggio per sesso e razza, col risultato, assai poco sorprendente, che gli uomini avrebbero la tendenza a votare per Trump e le donne per la Harris, e che parimenti i negri esprimano la tendenza a preferire quest'ultima, mentre i bianchi voterebbero in maggioranza per il candidato repubblicano. Poco sorprendente, dico, non perché sia necessariamente vero (dai sondaggi, lo sanno anche gli studenti, si può spremere ciò che si vuole), ma perché è esattamente il risultato ideale per un canale come Sky, permettendo di far passare il messaggio che il voto americano è inquinato da razzismo e misoginia (mancava il grottesco delle preferenze di voto divise per etero e omosessuali, ma contiamo che questa lacuna verrà presto colmata: il pubblico italiano ha il diritto di sapere che l'elettorato di Trump è anche omofobo).
Ebbene, devo confessarvi una cosa: credo fermamente, per una volta, che ciò sia vero. Il voto americano, ma non solo, è ormai pesantemente condizionato da fattori come il razzismo, l'intolleranza e la discriminazione su base sessuale. Eh sì, nonostante (o forse proprio grazie) alla propaganda asfissiante, alle colpevolizzazioni isteriche, ai tribunali permanenti 24/7 e al monopolio dei mezzi di disinformazione, l'Uomo Bianco, specie se eterosessuale, si è rotto i coglioni (e scusate il francesismo). E lo esprime direttamente col voto.
Da decenni, ormai, si è scoperto essere un capro espiatorio per tutti i mali della società, se non del mondo. Meriti pare non ne abbia mai avuti, anche perché la letteratura e l'arte e la musica dei secoli passati non le conosce più nessuno, roba vecchia e piena di pregiudizi. Se nella scienza ha dato praticamente tutto, questa è una colpa, perché lo ha fatto rubando la scena alle colleghe donne, le quali avrebbero fatto di più e meglio, se non fossero state segregate in casa ed escluse dagli studi (e dobbiamo fidarci, tanto la controprova non esiste). Se rischiando la pelle ha aperto il mondo coi viaggi di esplorazione, è anche peggio, un'onta da lavare col sangue, dato che a questi è seguito il colonialismo, senza il quale le mille popolazioni indigene e di colore sarebbero vissute in pace e armonia per i secoli a venire (e che si scannassero allegramente fra di loro in faide intertribali o morissero come le mosche per malattie che gli abbiamo curato con un'iniezione o una pillola, è vietato anche solo pensarlo, figuriamoci dirlo). All'uomo bianco ed etero è precluso metter bocca nel dibattito sull'aborto (anche se sarebbe pure il padre), come se non fossero affari suoi, dato che è tutta una questione di autogestione del corpo femminile (di chi sia poi il corpo del nascituro da eliminare non pare interessare a nessuno). Deve tacere su qualsiasi cosa tocchi l'ormai asfissiante e onnipresente teatrino sui diritti LGBTQ+$, essendo d'ufficio tacciato di atteggiamento intollerante, bigotto e potenzialmente omicida.
Il discorso pubblico è da anni (decenni) ostaggio di élite cialtrone, aduse al monologo, biliose verso un passato che va cancellato e riscritto ad usum delphini, che ha fatto della mistificazione un lavoro, della menzogna una specialità e del livore un carattere. Tutto va decostruito, ossia raso al suolo, polverizzato e infangato anche nel ricordo, per poterlo più agevolmente ridisegnare a piacere, secondo le parole d'ordine dell'ideologia dominante. Che è progressista e, soprattutto, anti-tutto: anti-fascista, anti-cristiana, anti-patriarcato, anti-famiglia tradizionale, anti-maternità, anti-maschio. Un'ideologia che ama il fluido, perché ciò che è fluido non ha identità, non ha forma né sostanza: e si può plagiare e modellare a piacimento, facendogli assumere qualsiasi orientamento, fattezze e caratteristiche convenga al momento.
Il maschio bianco, europeo, etero, e peggio ancora se cristiano, padre di famiglia e lavoratore, è per costoro un demonio da esorcizzare. Colpevole di tutto, anche di ciò che, abituati a considerare da secoli come aspetti positivi della civilizzazione (l'autorevolezza della figura paterna, la protezione esercitata su moglie e figli, le responsabilità, i rischi, e i tipici privilegi maschili quali la morte in guerra, in mare o in cantiere), tutto ciò che ha fatto è stato frutto di avidità, soprusi e sopraffazione. Se, alla fine, questo maschio bianco, ormai ridotto a dover idealmente recitare, per la nuova società, il mea culpa e a doversi scusare per la propria esistenza, che nei luoghi di studio e di lavoro deve fare un passo indietro in favore di quote rosa o di qualsiasi minoranza “oppressa” (salvo che nell'edilizia o in postacci brutti e sporchi dove merita di essere relegato) e se, dopo aver mantenuto una famiglia, si vede cadere addosso una separazione, resta senza nulla e rovinato, ci si deve meravigliare se si sarà rotto i cosiddetti e deciderà, dove possibile, di dare il proprio voto a chi non lo colpevolizza? E dove, come dalle nostre parti, non c'è nessuno capace di trasmettere la minima affidabilità, dato che ormai la finta destra, la finta sinistra e i finti rivoluzionari son tutti atlantisti, dirittisti, europeisti e (in sintesi) leccaculisti, semplicemente a votare neppure ci va (ormai siamo a metà del corpo elettorale che diserta le urne perché schifato). Tendenza che può solo accentuarsi. Solo dei cretini, infatti, promuoverebbero chi gli rovescia addosso una montagna di liquami.
E siccome il buon senso, come scriveva Voltaire, è generalmente ben distribuito, anche se le loro statistiche non lo mostrano, sono parecchie anche le donne, gli afroamericani e gli immigrati che voteranno per un uomo colpevole di non essere la docile marionetta di qualche lobby criminale. Saranno anche loro destinati a far la figura di misogini, fascisti, razzisti e persino “spazzatura”, come li ha elegantemente definiti oggi il loro attuale (e speriamo per poco ancora) presidente. Ma se ne faranno una ragione.
Noi, anche da questa parte dell'Atlantico, li accoglieremo nel club a braccia aperte. Nel nuovo fardello che ci è stato imposto, assai più indegno, anche se egualmente gravoso di quello di cui parlava Kipling, e che ho scelto come titolo per l'articolo, siamo abituati da un pezzo a ricevere
(Il biasimo di quelli che hai fatto progredire,
Da qualche giorno, su SkyBalle24, uno fra i principali canali di liquami propagandistici dell'etere italiana, non bastando i servizi dell'ineffabile Congiu (che ogni volta costringono a dover lavar via dallo schermo una striscia di tenace bava, manco ci fosse passata sopra una lumaca), si intervista una tizia, sempre dagli USA, sempre la stessa, con faccia da studentessa asiatica non molto acuta, che ogni giorno (anche senza contare le repliche) pontifica sul “pericolo Trump” per il diritto all'aborto, il “rischio Trump” per i diritti delle donne, la “minaccia Trump” per le politiche di eguaglianza di genere, e fra poco (ma forse non sono stato attento e l'ha già esplicitato) ascolteremo del “flagello Trump” per la vita sessuale delle donne americane. Presentata come un'esperta (e di sicuro lo è, nel campo degli imbarazzanti allarmismi elettorali), è sottratta a qualsiasi “fact-checking” e contraddittorio, così da dover assumere che ciò che dice sia verità rivelata.
Oggi, evidentemente per dare a questi comizi un'aura di scientificità (lo spettatore medio dei notiziari mainstream non è particolarmente sveglio, ma non bisogna esagerare), ci hanno aggiunto i risultati di un surreale sondaggio per sesso e razza, col risultato, assai poco sorprendente, che gli uomini avrebbero la tendenza a votare per Trump e le donne per la Harris, e che parimenti i negri esprimano la tendenza a preferire quest'ultima, mentre i bianchi voterebbero in maggioranza per il candidato repubblicano. Poco sorprendente, dico, non perché sia necessariamente vero (dai sondaggi, lo sanno anche gli studenti, si può spremere ciò che si vuole), ma perché è esattamente il risultato ideale per un canale come Sky, permettendo di far passare il messaggio che il voto americano è inquinato da razzismo e misoginia (mancava il grottesco delle preferenze di voto divise per etero e omosessuali, ma contiamo che questa lacuna verrà presto colmata: il pubblico italiano ha il diritto di sapere che l'elettorato di Trump è anche omofobo).
Ebbene, devo confessarvi una cosa: credo fermamente, per una volta, che ciò sia vero. Il voto americano, ma non solo, è ormai pesantemente condizionato da fattori come il razzismo, l'intolleranza e la discriminazione su base sessuale. Eh sì, nonostante (o forse proprio grazie) alla propaganda asfissiante, alle colpevolizzazioni isteriche, ai tribunali permanenti 24/7 e al monopolio dei mezzi di disinformazione, l'Uomo Bianco, specie se eterosessuale, si è rotto i coglioni (e scusate il francesismo). E lo esprime direttamente col voto.
Da decenni, ormai, si è scoperto essere un capro espiatorio per tutti i mali della società, se non del mondo. Meriti pare non ne abbia mai avuti, anche perché la letteratura e l'arte e la musica dei secoli passati non le conosce più nessuno, roba vecchia e piena di pregiudizi. Se nella scienza ha dato praticamente tutto, questa è una colpa, perché lo ha fatto rubando la scena alle colleghe donne, le quali avrebbero fatto di più e meglio, se non fossero state segregate in casa ed escluse dagli studi (e dobbiamo fidarci, tanto la controprova non esiste). Se rischiando la pelle ha aperto il mondo coi viaggi di esplorazione, è anche peggio, un'onta da lavare col sangue, dato che a questi è seguito il colonialismo, senza il quale le mille popolazioni indigene e di colore sarebbero vissute in pace e armonia per i secoli a venire (e che si scannassero allegramente fra di loro in faide intertribali o morissero come le mosche per malattie che gli abbiamo curato con un'iniezione o una pillola, è vietato anche solo pensarlo, figuriamoci dirlo). All'uomo bianco ed etero è precluso metter bocca nel dibattito sull'aborto (anche se sarebbe pure il padre), come se non fossero affari suoi, dato che è tutta una questione di autogestione del corpo femminile (di chi sia poi il corpo del nascituro da eliminare non pare interessare a nessuno). Deve tacere su qualsiasi cosa tocchi l'ormai asfissiante e onnipresente teatrino sui diritti LGBTQ+$, essendo d'ufficio tacciato di atteggiamento intollerante, bigotto e potenzialmente omicida.
Il discorso pubblico è da anni (decenni) ostaggio di élite cialtrone, aduse al monologo, biliose verso un passato che va cancellato e riscritto ad usum delphini, che ha fatto della mistificazione un lavoro, della menzogna una specialità e del livore un carattere. Tutto va decostruito, ossia raso al suolo, polverizzato e infangato anche nel ricordo, per poterlo più agevolmente ridisegnare a piacere, secondo le parole d'ordine dell'ideologia dominante. Che è progressista e, soprattutto, anti-tutto: anti-fascista, anti-cristiana, anti-patriarcato, anti-famiglia tradizionale, anti-maternità, anti-maschio. Un'ideologia che ama il fluido, perché ciò che è fluido non ha identità, non ha forma né sostanza: e si può plagiare e modellare a piacimento, facendogli assumere qualsiasi orientamento, fattezze e caratteristiche convenga al momento.
Il maschio bianco, europeo, etero, e peggio ancora se cristiano, padre di famiglia e lavoratore, è per costoro un demonio da esorcizzare. Colpevole di tutto, anche di ciò che, abituati a considerare da secoli come aspetti positivi della civilizzazione (l'autorevolezza della figura paterna, la protezione esercitata su moglie e figli, le responsabilità, i rischi, e i tipici privilegi maschili quali la morte in guerra, in mare o in cantiere), tutto ciò che ha fatto è stato frutto di avidità, soprusi e sopraffazione. Se, alla fine, questo maschio bianco, ormai ridotto a dover idealmente recitare, per la nuova società, il mea culpa e a doversi scusare per la propria esistenza, che nei luoghi di studio e di lavoro deve fare un passo indietro in favore di quote rosa o di qualsiasi minoranza “oppressa” (salvo che nell'edilizia o in postacci brutti e sporchi dove merita di essere relegato) e se, dopo aver mantenuto una famiglia, si vede cadere addosso una separazione, resta senza nulla e rovinato, ci si deve meravigliare se si sarà rotto i cosiddetti e deciderà, dove possibile, di dare il proprio voto a chi non lo colpevolizza? E dove, come dalle nostre parti, non c'è nessuno capace di trasmettere la minima affidabilità, dato che ormai la finta destra, la finta sinistra e i finti rivoluzionari son tutti atlantisti, dirittisti, europeisti e (in sintesi) leccaculisti, semplicemente a votare neppure ci va (ormai siamo a metà del corpo elettorale che diserta le urne perché schifato). Tendenza che può solo accentuarsi. Solo dei cretini, infatti, promuoverebbero chi gli rovescia addosso una montagna di liquami.
E siccome il buon senso, come scriveva Voltaire, è generalmente ben distribuito, anche se le loro statistiche non lo mostrano, sono parecchie anche le donne, gli afroamericani e gli immigrati che voteranno per un uomo colpevole di non essere la docile marionetta di qualche lobby criminale. Saranno anche loro destinati a far la figura di misogini, fascisti, razzisti e persino “spazzatura”, come li ha elegantemente definiti oggi il loro attuale (e speriamo per poco ancora) presidente. Ma se ne faranno una ragione.
Noi, anche da questa parte dell'Atlantico, li accoglieremo nel club a braccia aperte. Nel nuovo fardello che ci è stato imposto, assai più indegno, anche se egualmente gravoso di quello di cui parlava Kipling, e che ho scelto come titolo per l'articolo, siamo abituati da un pezzo a ricevere
The blame of those ye better,
The hate of those ye guard
(Il biasimo di quelli che hai fatto progredire,
L'odio di quelli che hai protetto)