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Caligorante

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Accadeva centosessantatrè anni fa. 26 ottobre 1860. Il re Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi, dittatore pro tempore, si incontrano a Teano. Il 21 ottobre si era tenuto il plebiscito per l’annessione al nascente regno. Nel Mezzogiorno i sì furono 1.302.064, contro 10.312 no; in Sicilia 432.053, contro 667. Garibaldi il 25 ottobre passò il fiume Volturno con lo stato maggiore e alcune migliaia di volontari su un ponte di barche. All'alba del 26 si fermò presso Teano, al bivio di Taverna Catena, presso una casa rustica e una dozzina di pioppi. Passavano in lunga fila le truppe regie. Il generale piemontese Della Rocca si fermò a conversare col Dittatore. Quando improvvisamente – stando alla testimonianza di Alberto Mario, futuro deputato del regno - una botta di tamburi troncò le musiche e s'intese la marcia reale. Il re, in assisa da generale, montava un cavallo arabo storno, e lo seguiva un codazzo di cortigiani tra cui Fanti e Farini, nemici personali di Garibaldi: Farini si gloriò di non avere stretto la mano al Dittatore. Dopo i convenevoli e una breve stretta di mano, Garibaldi avrebbe annunciato solennemente: Ecco il re d'Italia! E i circostanti: Viva il re! Vittorio Emanuele si trattenne un po' in disparte a colloquio col generale. Poi si avviò, cavalcando, con Garibaldi a sinistra. Nei pressi di Teano si separarono. Il re proseguì per la cittadina. Il re gli aveva comunicato che le operazioni di guerra sarebbero state continuate dall'esercito regolare sabaudo. Cavour aveva fretta di mostrare alla diplomazia europea che l’intermezzo rivoluzionario in Italia era terminato. Era urgente ristabilire a Napoli l'ordine politico-sociale garantito da un governo universalmente riconosciuto, mettere fine a una situazione anomala, quale era la dittatura, e sventare le minacce di chi puntava a marciare su Roma, capitale di ciò che restava dello Stato Pontificio. Il 7 novembre i protagonisti di Teano fecero il loro ingresso trionfale a Napoli, ove il Nizzardo rimise il potere nelle mani del Savoia. Il «Punch», rivista satirica britannica, lo aveva definito l'incontro di «due re». Il 9 novembre 1860 l’eroe dei due mondi ripartì per Caprera. Esattamente sei mesi prima (11 maggio) era sbarcato a Marsala. Teano e il resto rientrano a pieno titolo nell’album di famiglia dell’Unità d’Italia, immagini trasfigurate in mito, illustrate da tutte le riviste italiane e straniere. A livello simbolico, Garibaldi e Vittorio Emanuele compirono emblematici percorsi contrari, il primo ‘scendendo’ da nord, il secondo ‘salendo’ da sud. L’incontro sancì la congiunzione compromissoria tra ideali repubblicani e monarchici. Negli anni a venire lo sdoganamento di Mazzini sarà costante: nel 1905 Vittorio Emanuele III si farà addirittura patrocinatore dell’Edizione nazionale degli scritti mazziniani! Originally posted in:
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