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Il destino di Assad è segnato?
Purtroppo la Siria è finita tra il martello sionista e l'incudine di una Russia che preferisce assistere alla lenta agonia di un fido vassallo pur di compiacere il manovratore, di non rinunciare alla base navale di Tartus e di strappare una pace onorevole in Ucraina. Il Grande Israele incomincia a delinearsi. L'Iran è stato normalizzato mentre le realtà arabe, lo ripeterò fino a farvi morire di noia, sono troppo dipendenti dall'Occidente, troppo malridotte, troppo marce, troppo litigiose per potersi opporre adeguatamente ai disegni paramessianici degli anglotalmudici. Il mondo va nella direzione contraria rispetto all'utopia multilateralista e gli accadimenti che si susseguono smentiscono in maniera clamorosa le narrazioni trionfali dei vari ras della controinformazione. In Europa e non solo, le classi dirigenti e le masse rifiutano di schierarsi apertamente contro gli Stati Uniti perché:
1) Ciò significherebbe combattere (a partecipare ai vertici dei BRICS siamo tutti bravi) contro una forza militare ancora temibile, con buona pace dei cantori delle wunderwaffen russe.
2) La difficoltà di soppiantare il sistema dollarocentrico e la paura dell'ignoto sono i fattori che paralizzano maggiormente.
3) Nessuno – forse nemmeno i neomandarini del PCC – desidera un nuovo equilibrio internazionale eccessivamente sbilanciato in favore della Cina.
4) Le masse, in larga parte, sognano ancora la California.
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