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Ancora sul caso Ilaria Salis
Tra i corifei della battaglia anti-Salis si è distinto Nicola Porro, il conduttore dal sorriso – e dal toupet – assassino, vagamente rassomigliante al Christopher Lambert di fine anni Ottanta. Porro è un estimatore sfegatato del defunto Marco Pannella, il leader, anzi il rais del Partito Radicale noto per le sue sbronze di urina e le candidature a tinte forti che riunivano malfattori d'ogni risma. Radio Radicale è sempre stata il refugium peccatorum di lestofanti, terroristi e sicari di mafia. Il duo sinistro (o il sinistro duo?) Bonelli-Fratoianni è francamente squallido e diseducativo. Eppure quei due non sono altro che emuli e discendenti del Giacinto Marco Pannella che fa tanto spasimare d'amore il liberale Porro e Co. Del resto i radicali hanno incistato ogni ganglio della vita politica e sociale italiana, dall'estrema destra all'estrema sinistra. Evidentemente Porro gradisce l'odore che promana con prepotenza dalla chiavica pannelliana, e lo aspira avidamente mentre si indigna a comando per una sciroccata dalla mano pesante, perché la sciroccata dalla mano pesante è di sinistra e lui deve pur pasturare il suo pubblico di konservatori antisistema che oscillano grottescamente tra l'OVRA e la Mont Pelerin Society. Eh, ma la Salis ha quasi spaccato la testa a una persona! Mi dispiace, ma se il fattaccio non irrita la giustizia ungherese, per quale ragione dovrebbe irritare me? Il problema non è la Salis in sé, ma il Pannella che se ne sta acquattato dentro ognuno di noi.
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