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Accadeva sessantasette anni fa.
3 febbraio 1957. Prende avvio sulla rete unica “Rai Programma Nazionale” il contenitore Carosello, un siparietto pubblicitario che andrà in onda tutte le sere per vent'anni, dal 1957 al 1977. Carosello concorrerà a mutare le abitudini, i ruoli sociali e la mentalità degli italiani, accompagnandoli verso i consumi e la motorizzazione di massa, e per questo verrà spesso condannato dai pensatori più arrabbiati e radicali e accusato di essere una sagra della banalità, di offrire una visione idillica e artificiosa dell'esistenza, di promuovere l'incultura e di officiare un bieco trionfo della società massificata. Carosello era costituito da un insieme di scenette adatte a grandi e piccini, filmati – o disegnati nel caso dei cartoni animati – e interpretati da alcuni tra i migliori e più celebri nomi dello spettacolo. Domenica 3 febbraio 1957, alle ore 20.50, dopo il telegiornale dell’unico canale televisivo della Rai, che allora veniva trasmesso alle 20.30, sul teleschermo compare il disegno di un teatrino; zoom sul sipario che si apre e ne svela altri quattro successivi, sui quali sono disegnati due ballerini, quattro acrobati che fanno una piramide umana, due musicisti e due innamorati; l’ultimo siparietto scopre il disegno di due paggi in polpe che reggono uno striscione con su scritto: Carosello. Contributo Shell per la sicurezza nel traffico. Il giornalista sportivo Giovanni Canestrini, col pretestuoso dilemma “guida a destra o guida a sinistra”, ci invita indirettamente a fare rifornimento alla Shell. Altro spot, altra scenetta. Il famoso conduttore Mike Bongiorno invoglia una coppia di avvocati a rifarsi il look con i prodotti Oréal. È la volta degli attori Mario Carotenuto (l'intrallazzone romano di tante commedie) e Isa Pola; lui è alla ricerca inutile di una nazione che abbia depenalizzato l'uxoricidio (ebbene sì) mentre lei fa shopping. A un certo punto consigliano di rifarsi il guardaroba con la macchina da cucire Singer. Un'altra coppia di noti caratteristi, Carlo Campanini e Tino Bianchi; il primo è un barman, il secondo un prestigiatore alla ricerca di un drink stimolante: Cynar, «Contro il logorio della vita moderna.» Battuta antologica, poi resa celebre da Ernesto Calindri. Per spiegare le ragioni del successo di questa striscia di scenette, oscillanti tra il pedagogico e l'avanspettacolo, bisognerebbe ricostruire il contesto e i gusti degli spettatori ai quali veniva proposto. La televisione italiana che inventò Carosello viveva la sua prima infanzia. Le trasmissioni della televisione italiana erano iniziate il 3 gennaio del 1953, all'insegna della sperimentazione, con una media di quindici ore di programmazione settimanale, effettuato in un paese dove gli apparecchi televisivi erano poche centinaia. La programmazione regolare cominciò soltanto nel settembre del 1953 per l’Italia settentrionale, alla fine dell’anno per il Centro. Nelle regioni meridionali il segnale arriverà più tardi, e soltanto nel 1957 sarà ultimata la copertura delle ultime zone non servite nel Sud del paese. Nel 1957, sul «Radiocorriere», i programmi radiofonici occupano ogni giorno un’intera facciata, mentre quelli televisivi sono sacrificati in due mezze colonnine, sulla pagina accanto, stretti tra la pubblicità e le notizie sul calcio. Una ricerca del Servizio opinioni della Rai segnala che nel 1956, oltre agli usi misti, solo il 3,1% del pubblico guarda la tv in casa propria, il 12,5 in casa d’altri e il 45% in locali pubblici. Soltanto nel 1961 il pubblico medio, alle 21, supererà i dieci milioni.
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