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Alcune considerazioni sparse.
1) Molto probabilmente l'Ucraina non collasserà nel 2024, e nemmeno nel 2025. Ancora una volta alcuni influencer filorussi hanno cannato le previsioni e dimostrato tutta la loro faciloneria ruffiana. La poderosa iniezione di denaro (addio sanità e istruzione) servirà a tirare avanti qualche annetto e ad intensificare il terrorismo atlantico sul territorio russo. Dimenticavo: lungi dall'essere un potenziale Putin in gonnella, pardon in pantalone, la Meloni si conferma "l'ultimo anello fangoso della società", per dirla con Luciano Liggio.
2) Con o senza la Nato, l'UE andrà incontro a un progressivo dissanguamento che la disintegrerà. Ciò condurrà allo sfacelo economico e sociale i paesi membri, che torneranno a scannarsi a vicenda. Come profetizzò Jean Thiriart alla fine degli anni Ottanta, soltanto la Russia può guidare una ipotetica confederazione europea. È l'unica in possesso dei requisiti demografici, militari ed economici, checché ne dicano gli imbecilli bocconiani. Il progetto carolingio esiste solamente nelle cape fresche di pochi nostalgici: Francia e Germania, prive di effettiva sovranità, non possono federare alcunché, al massimo possono suicidarsi a comando. Nel medio-lungo periodo la Russia avrà bisogno di noi (e con noi intendo la cara vecchia Europa), altrimenti il suo asse geopolitico rischierà di sbilanciarsi troppo a favore di Cina e India. Se Mosca sceglierà l'alleanza con i trumpiani in funzione anticinese e antitedesca, firmerà la propria condanna a morte.
3) I nazionalismi, e i relativi internazionalismi (l'internazionalismo è sempre una fregatura) di stampo nazionalista, sono un palliativo o, peggio, uno specchietto per le allodole. Orban ha piegato la testa dopo aver contrattato il prezzo; in ciò è stato abile e furbo, ma evitiamo di idealizzarlo troppo. E Trump, messia degli antisistema? Molti fingono di non ricordare che la presidenza (2016-2020) di questo signore ha portato avanti una devastante agenda antieuropea e antieurasiatica. Il governo del “pacifista” Trump ha riempito di armi l'esercito ucraino, rinfocolato le tensioni in Medio Oriente (Gerusalemme capitale, eliminazione di Soleymani) e scatenato una virulenta guerra commerciale contro Berlino e Pechino. Tutta colpa del Deep state? Se non sei in grado di farti valere o sei complice o sei inadeguato. In entrambi i casi la tua inutilità è palese. Trump non è Gorbaciov. Gorbaciov non ha potuto riformare ciò che non era riformabile (il sistema sovietico aveva spento ogni conflitto e spirito di competizione: il vero anticomunista deve dire questo, non come certi scureggioni che vedono in Marx “il teorico dei gulag”) e non è riuscito a impedire la frantumazione politica dell'URSS. Trump, invece, cerca di ritardare con le unghie e con i denti il tramonto della supremazia americana. E dal suo punto di vista ha ragione e fa benissimo.
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