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Accadeva cinquantanove anni fa.
15 dicembre 1964. Dal poligono di Wallops Island, Virginia, viene lanciato il primo satellite italiano, il San Marco I. Nel centro di controllo, al di là della vetrata che separava i tecnici, tra gli ospiti sedevano Hugh L. Dryden, vice amministratore della NASA, e Sergio Fenoaltea, ambasciatore italiano a Washington. Finalmente alle ore 20 e 24 minuti lo Scout, al suo trentacinquesimo volo, si sollevava dalla rampa portando il San Marco 1, una sfera di 66 centimetri di diametro pesante 115 chilogrammi, intorno alla Terra su un’orbita ellittica alta 846 chilometri nel punto più lontano e 198 nel punto più vicino. Essendo inclinata di 37 gradi rispetto all’equatore, il satellite volava anche sull’estremo sud dell’Italia. Per questo veniva installata a Capo Pachino, in Sicilia, una stazione di ricezione dei segnali che doveva essere la prima a raccoglierli. I segnali arrivarono ma solo al secondo passaggio, perché al primo, per un errore nel calcolo dell’orario rispetto al tempo universale, il satellite sfuggì alle antenne siciliane. Nel frattempo la conferma del raggiungimento dell’orbita arrivò dalla stazione di Woomera, in Australia. Il prof. Luigi Broglio, ideatore del progetto, ne fu dispiaciuto, perché il ritardo gli impedì di chiamare telefonicamente il presidente del Consiglio Fanfani per comunicargli la buona notizia: ormai, a causa dei fusi orari, era troppo tardi; nella penisola era notte fonda e il presidente dormiva. Allora il diligente Broglio, accompagnato da Buongiorno e dal tecnico Giovanni Tarabra, decise di affrontare un viaggio di tre ore in automobile verso Washington per mandare, attraverso l’ambasciata, un messaggio ufficiale al capo del governo che lo avrebbe letto al suo risveglio. L’Italia diventava il quarto paese, dopo l’Urss, gli Stati Uniti e il Canada ad avere un satellite nello spazio e il terzo ad averlo lanciato perché le operazioni erano state gestite dai nostri tecnici. Lo sottolineava il presidente americano Johnson in un messaggio indirizzato per l’occasione al popolo italiano, affermando che “è la prima volta che un gruppo di lancio di nazione diversa dagli Stati Uniti d’America o dall’Unione Sovietica sia riuscito a mettere un proprio satellite in orbita.” E per l’Italia era anche il primo Natale spaziale. Nei mesi successivi le stazioni della NASA raccoglievano i dati trasmessi dal satellite sulla densità atmosferica, per la prima volta rilevati direttamente con precisione, dati che Broglio presenterà all’VIII riunione del COSPAR a Buenos Aires nel maggio 1965, mentre in occasione della successiva, tenutasi a Vienna nel maggio 1966, illustrerà il bilancio complessivo della missione. Il San Marco 1 rimaneva in orbita fino al 13 settembre 1965, quando si disintegrava nell’atmosfera dopo il normale decadimento dell’orbita.
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