Vecchioni e vecchietti farneticanti
Roberto Vecchioni che afferma che non si può accettare qualsiasi pace perché noi europei siamo quelli di Socrate, Shakespeare, Cervantes, Pirandello (un fascista, LOL!) ecc. ricorda in maniera impressionante l'Umberto Smaila che nel 2018 diceva "Moody, che premia i morti di fame indiani, non può declassare noi che abbiamo le Ferrari, Cristiano Ronaldo, Dolce & Gabbana e il Sassicaia." Vecchioni e Smaila, seppur da sponde opposte, incarnano plasticamente l'odierno italiano collettivo. Li accomunano una boomeraggine imbarazzante, il rifiuto sdegnoso (e pericolosissimo!) del mondo contemporaneo, una iattanza orecchiuta (che se nella canaglia da piano bar veronese è scusabile e amabilmente naïf, nel cantautore milanese, che sciorina banalità da prof. di Liceo col boccino in disordine, diventa esecrabile) che li rende incapaci di leggere tra le righe i complessi fenomeni economici e geopolitici che caratterizzano quest'epoca di transizione. La piazza "europeista" di ieri? Vecchioni e vecchietti farneticanti. Non finirà bene.
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