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Caligorante

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Accadeva settecentosedici anni fa. Il 13 ottobre 1307 Jacques de Molay, Gran Maestro dell’Ordine monastico cavalleresco dei Templari, venne tratto in arresto insieme ad altri confratelli e processato dall’Inquisizione con l'accusa di eresia e blasfemia. Regista di uno dei più grandi processi politici della Storia fu il sovrano di Francia Filippo IV detto il Bello, ma si presume che la persecuzione e lo scioglimento dell’Ordine non furono decisi dal sovrano bensì dal suo Consiglio, ovvero una coralità di poteri che ruotavano intorno a quello monarchico. La cospirazione fu contrastata debolmente dal papa guascone Clemente V, il quale da lì a non molto assaporerà l’esilio avignonese. Clemente farà cadere le accuse di eresia e addirittura assolverà i cavalieri Templari (il documento, noto come Pergamena di Chinon, è stato scoperto nel 2001 dalla paleografa Barbara Frale), ma non riuscirà a salvare l’istituzione dallo scioglimento e il suo capo De Molay dal rogo (18 marzo 1314). Nell’attacco ai ricchi e prestigiosi Templari, Ordine fondato da San Bernardo di Chiaravalle, confluivano diversi fattori e interessi, come i guai finanziari del regno di Francia; inoltre la fine della presenza militare cristiana in Terra Santa imponeva l’esigenza di razionalizzare i vari ordini monastico cavallereschi, accorpando Templari e Ospitalieri. Sul movente venale vi ricamò Dante ne la Commedia: nel XX canto del Purgatorio l’anima di Ugo Capeto, capostipite della casa reale francese, narra e depreca le malefatte dei suoi discendenti. Originally posted in:
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