DOMUSMONTAGNA_2019100911515541.jpg
Accadeva sessant’anni fa.
Alle 22.39 del 9 ottobre 1963, il monte Toc frana rovinosamente nel lago artificiale del torrente Vajont. In pochissimi minuti 260 milioni di metri cubi di roccia sollevano una paurosa ondata di cinquanta milioni di metri cubi d'acqua che scavalca la diga, tracima, piomba di schianto sugli abitati di Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova e Faè, spazzandoli via. A monte della diga un'altra ondata risucchia i villaggi di San Martino e Spesse. In tre minuti di apocalisse, un olocausto che annichilisce duemila vite. Quella sera la Rai trasmetteva in eurovisione la partita di calcio di Coppa dei Campioni Real Madrid-Rangers Glasgow. Molta gente priva di apparecchio televisivo era scesa dalle frazioni a Longarone, e anche da altri paesi della valle, per godersi lo spettacolo nei bar; la tragedia li colse in un momento di gioia e spensieratezza. I lavori della diga Grande Vajont (ideata dalla SADE Società Adriatica di Elettricità), iniziati nel 1956, erano stati completati da due anni. Fu la pagina più nera del boom economico italiano. Le polemiche e le vicende giudiziarie relative ai segnali di pericolo sottovalutati e al mancato intervento degli enti preposti alla vigilanza si trascineranno per anni.
Originally posted in: